Un albero a pedali
Settimana in trasferta a Milano. Per verificare come gli altri risolvono problemi anche nostri, mi son fatto l’abbonamento settimanale al Bike-MI, il sistema di bike sharing meneghino. L’avevo già provato a fine estate, ma erano giorni a basso traffico mentre io volevo assaporare l’ebbrezza di una normale frenetica settimana del freddo inverno. Sorpresa: pedalare per Milano è molto meno problematico di quanto mi fossi immaginato. Niente di impossibile per un già allenatissimo ciclista urbano veronese. Gli stessi pericoli da schivare, lo stesso traffico in cui destreggiarsi… Se poi ci si limita al solo cerchio interno alle mura, evitando magari l’ora di punta, è un gioco da ragazzi.
In questo scenario son rimasto colpito dal numero di cittadini in movimento su due ruote (a pedali): lavoratori (a Milano l’è tüto un laurà) di tutte le categorie, dai travetti ai professionisti, tutti a pedalare veloci (la velocità sempre contraddistingue i milanesi, anche in bici) in corti efficientissimi spostamenti punto-punto tra le rastrelliere del Bike-MI. Dove è tutto un prendi e lascia di bici gialle, che magari non sarà Parigi, ma per una padanissima città tradizionalmente ostaggio dell’auto è davvero un bel vedere. E magari qualcuno comincia a pensare che oltre che comodo è anche piacevole, dando origine così alle prime conversioni.
Evidentemente, come ogni metropoli che si rispetti, anche Milano sta cambiando. Magari più lentamente di altre (sul tema del possibile miglioramento i miei amici di Ciclobby, lo so per certo, hanno molte idee da suggerire) ma qualcosa si muove: sensibilità nuove vanno emergendo e qualcuno, accortosene, per fede o convenienza (le intenzioni non contano, limitiamoci ai fatti) le sta cavalcando con lombarda imprenditorialità.
Soprattutto i Milanesi sanno bene che le idee vanno pubblicizzate. Anche quelle buone han bisogno di una spintarella per emergere e giungere a destinazione. Ecco allora che attorno al mezzo ciclabile si concentrano i creativi e si sviluppano campagne. Ne abbiamo la prova tutti i giorni (avete notato quanti velocipedi ultimamente affollano i luoghi più impensati dei nostri scenari pubblicitari televisivi? Sarà un caso? O non piuttosto un tentativo di associare inconsciamente alla bici l’idea intrinseca di benessere che essa veicola?…). Per rafforzare questo ed altri valori legati alle due ruote in via Dante, nella zona pedonale ora brulicante di mercatini tipici, a due passi dal Duomo e dal Castello Sforzesco è stato realizzato un albero di Natale… a pedali! Con le luci alimentate da 9 biciclette (e con un concorso abbinato) sono l’attrazione di moltissimi passanti, soprattutto giovani, che fanno la fila per pedalare e gareggiare osservando sul display i watt prodotti e ammirando il risultato del loro sforzo tramite l’accensione delle lampadine sul loro settore. Non solo una prova di forza (ricordate il Rocket, il Toro o la Punching-ball al Luna park?) ma anche on’occasione per riflettere in modo ecocompatibile sui consumi e sulle opportunità fornite dalla bicicletta.
E’ una bella idea, uno dei tanti modi di fare cultura.
Mi piace, molto. E molto mi piacerebbe se qualcuno la copiasse anche qui a Verona.
P.S.
Qui un riferimento a Milano (http://milano.virgilio.it/primopiano/albero-natale-a-pedali.html) e ad altre città che hanno ispirato il capoluogo lombardo:
- Copenhagen: http://inhabitat.com/copenhagens-christmas-tree-will-be-pedal-powered/
- Barcellona http://www.blogeko.it/2008/barcellona-l-albero-di-natale-a-pedali-e/
- Londra (Tate Gallery): http://www.huffingtonpost.com/2008/12/08/tate-museums-christmas-tr_n_149209.html
Luciano Lorini
(pubblicato il 20.12.2010 su Verona-in blog)