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La città 8-80

 

La città 8-80 (ovvero attenta alle esigenze di tutti)

Verona-IN BLOG 005-0Se non ho perso il conto, la scorsa settimana i quotidiani locali hanno riportato notizia di ben tre investimenti sulle strisce pedonali. In un caso si è trattato di un uomo nel fiore degli anni con tanto di bambino in braccio, negli altri di persone più anziane, categoria decisamente a rischio per questo tipo di incidenti. Se è vero che le statistiche nazionali sull’incidentalità stradale (http://www.aci.it/fileadmin/documenti/studi_e_ricerche/dati_statistiche/incidenti/Sintesi_dello_studio_2009.pdf), di recentissima pubblicazione, riportano un calo del numero totale di decessi sulla strada, è altrettanto vero che sono aumentati i pedoni morti, +3% rispetto allo scorso anno. E’ davvero considerevole, infatti, il numero di incidenti in ambito urbano: il 76% del totale con oltre il 72% dei feriti e il 45% dei decessi. Un terzo delle vittime non motorizzate sono abbattute sulle strisce. Relativamente a questo dato, la nostra Verona spicca come virtuosa (assieme a Bari) per la totale assenza di decessi (e soli 178 feriti) nella categoria per l’anno 2009. Eppure ancora non basta…

Verona-IN BLOG 005-1L’indice di gravità per gli incidenti stradali (il numero di decessi rispetto al numero totale di soggetti coinvolti -morti e feriti- moltiplicato 100) è 1,4 per l’utente della strada in generale, mentre lo stesso schizza a 3,2 per i pedoni. Questo necrologio vede coinvolti per un 57% ultra 65enni e addirittura per il 50% ultra 70enni. L’altro estremo dell’utenza vulnerabile (i più piccoli, pure presenti nelle statistiche) merita un discorso a parte dal momento che, visto il contesto di paura generalizzata (e non senza qualche fondata ragione) viene protetto con l’accompagnamento in auto, ultimo miglio compreso, fino alla maturità o perlomeno fino al momento della motorizzazione (si tratti di ciclomotore, di moto o di automobile). Saltando così un importante step del processo educativo che consente ai futuri automobilisti di memorizzare le esperienze dall’altra parte del parabrezza, con la conseguente possibilità di ricordarle poi, entrando in qualche modo in sintonia con le esigenze del pedone o del ciclista una volta alla guida di un mezzo motorizzato.

Nel bellissimo cartone della Disney “Lilo e Stitch” il protagonista espone ai piccoli (e grandi) spettatori il suo concetto di famiglia. Ovvero quel luogo dove “nessuno viene abbandonato, o dimenticato”. Invece nella società urbana, la nostra famiglia allargata, le dimenticanze sono sistematiche e sotto gli occhi di tutti. Ad un convegno sulla moderazione del traffico, recentemente un relatore ha esposto il concetto della della città 8-80. Semplice e sublime: si tratta di immaginare, in fase di progettazione, un contesto urbano dove possano trovarsi perfettamente autonomi e a loro agio sia i piccoli (gli ottenni, i nostri figli e nipoti) sia gli anziani (gli ottuagenari, i nostri genitori e nonni)… per non parlare dei diversamente abili. Insomma, un luogo dove nessuno venga abbandonato, o dimenticato.

Sembrerebbe tanto facile, eppure il cammino è ancora lungo. Le sensibilità ci sono, crescenti. Gli strumenti e le esperienze, pure. Si tratta di investire qualche soldino per la protezione dei passaggi pedonali, per la manutenzione della segnaletica orizzontale, per realizzare sistemi di illuminazione e impianti a chiamata. Ma anche di impegnarci e sensibilizzarci tutti. Pedoni e ciclisti in primis, per rendersi più visibili specie dove le condizioni siano sfavorevoli (buio, pioggia, nebbia); conducenti e controllori poi, per una maggiore attenzione e rispetto delle regole (che ci sono) perché le strade siano davvero un luogo accogliente e sicuro per tutti: 8-80!

Luciano Lorini

(pubblicato il 07.12.2010 su Verona-in blog)

Luciano

Veronese, classe 1967. Informatico di professione, coltiva mille passioni con cui impiega il sempre troppo poco tempo libero: musica, lettura, cinema e teatro, oltre a computer e bicicletta. Cittadino attento e sensibile, si interessa alla vita sociale e politica e pedala per la città perché crede nella bici come viatico per un maggior benessere, individuale e collettivo.

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