Leonardo

GeoLeo: in viaggio con te

L’IDEA INIZIALE

La difficoltà di mappare le mille amicizie di Leo ci aveva suggerito di chiedere a tutti voi amici di fornirci una vostra foto (magari assieme a lui) con alcune informazioni utili al “riconoscimento”: nome, cognome e soprannome, un paio di informazioni di contatto (riservatissime), l’indicazione di come avete conosciuto Leo e infine, magari, un breve aneddoto da condividere. Ci è subito venuto in mente di realizzare un’app per condividere queste informazioni anche nel giro più ampio della nostra piccola comunità.

Una bellissima idea, ma da subito ci siamo domandati come avremmo potuto fare perché non si limitasse a una condivisione unidirezionale nei nostri confronti, ma potesse invece essere resa viva e feconda, un momento collettivo in “stile Leo”, capace di tenere unita una volta di più la sua grande ed estesa comunità in un modo compatibile con le esigenze e le abitudini dei più giovani. Una bella sfida…

Parallelamente a questi pensieri, il giorno dopo il funerale, abbiamo ricevuto una foto: la sagoma di un aereo Ryanair con i passeggeri pronti all’imbarco e, sulla pista, Leo (in sola effigie) pronto a partire. Una folgorazione: ecco nato il GeoLeo!

L’idea di creare una nuova app che, integrando le sopracitate informazioni “di profilo” di ciascuno di voi, semplicemente consentisse di postare su un server (qui, su questo sito) le vostre foto di viaggio, arricchite dal “ricordino” di Leo, ha cominciato quindi a prendere forma nella nostra mente.

Far viaggiare GeoLeo sarebbe stato come far viaggiare il nostro ragazzo in giro per il mondo, ma molto di più di quanto avrebbe potuto fare con le sue sole forze. Leo avrebbe potuto essere il compagno di ogni spedizione, l’amico dei viaggi in solitaria o l’animatore dei più articolati viaggi di gruppo. Anche contemporaneamente! (che figata!). E se ci si fosse dimenticati a casa il ricordino? Nessun problema, l’applicazione avrebbe potuto mettere a disposizione alcune sticker utili allo scopo (vedi immagine in evidenza).

Tutte le foto sarebbero poi state “pinnate” su un planisfero digitale pubblicato su queste pagine ed elencate in una tabella in ordine di data. Cliccando sulla foto sarebbe stato ovviamente possibile vedere alcuni dettagli sullo scatto, quali l’autore, la data e la didascalia eventuale.

Nella nostra immaginazione l’app si sarebbe potuta prestare a molteplici sviluppi futuri (le idee non mancano mai), dall’integrazione con un profilo Instagram di gruppo alle notifiche push dei nuovi “viaggi”.

Già da subito però ci siamo approccciati con prudenza senza voler correre troppo e senza nasconderci che la realizzazione del meccanismo sarebbe stata piuttosto complessa, e che sarebbe occorso procedere un passo alla volta. Vi abbiamo chiesto pazienza, fintanto che cercavamo l’aiuto necessario alla realizzazione della versione 1.0.


  COME È ANDATA…

Quanto sopra risale ai primi giorni di maggio, a poco meno di un mese dalla scomparsa di Leo. Le cose però sono andate un poco diversamente…

All’inizio siamo partiti esattamente come da programma, e con l’aiuto di un paio di amici preparati e volenterosi (grazie Scipio! grazie Mecs!) ci siamo tuffati nell’analisi e nello sviluppo di un prototipo dell’app GeoLeo. Ma mano a mano che il tempo passava, la realtà superava la fantasia, rimodulandosi secondo nuove formule, inaspettate e di indubbia bellezza…

1. Per quanto riguarda la mappatura di amici e conoscenti di Leo, abbiamo ricevuto (ancora stiamo ricevendo, e speriamo di continuare a ricevere) decine di vostre visite per caffè, cene e aperitivi che ci consentono di incontrarvi e conoscervi molto più a fondo di quanto non potrebbe mai fare un’app. Magari confondiamo ancora qualche nome e qualche viso (siate pazienti, aiutateci nel ripasso) ma di certo apprezziamo questa modalità di approccio molto di più di qualsiasi messaggio scritto in un profilo. Bisogna cercarsi con pazienza, darsi appuntamento, spostarsi da casa, ma in cambio possiamo guardarci negli occhi, spendere tempo assieme in un’occasione di conoscenza reciproca, e per questo non c’è app che tenga.

Ci state aiutando moltissimo, e con la vostra compagnia ci donate forza per superare i momenti più tristi, regalandoci i racconti della vostra vita e in molti casi qualche aneddoto riguardante Leo che non avremmo mai potuto conoscere. Inoltre, come abbiamo detto in occasione del funerale, «pur nella grande nostalgia di tutto quello che non sarà, guardarvi crescere e diventare uomini e donne adulti e realizzati, è per noi un modo per vedere e immaginare i mille futuri possibili del nostro Leo». Scusate se è poco…

Le esperienze di incontro di questi mesi hanno un valore incalcolabile e la consapevolezza di questa ricchezza ha cominciato ad incrinare l’idea alla base stessa dell’app, che nel frattempo aveva preso forma nella sua versione beta. Abbiamo quindi ragionato su quello che stavamo ricevendo dalla nostra comunità iniziando a intravedere alcuni limiti in termini di efficacia comunicativa e di “engagement” dell’app in quanto tale. E abbiamo cominciato a ripensarne alcune funzionalità…

2. Riguardo al GeoLeo, invece, è successo che in attesa che l’app fosse pronta in tanti avete cominciato a mandarci i vostri “pensieri di viaggio con Leo” via WhatsApp, in modo che noi potessimo provvedere direttamente a ripostarli sui nostri profili social (in verità solo su quelli di Lucianone, ma va benissimo anche così, in veste di pater familias e rappresentante delegato). Il movimento di affetto che ne è derivato è stato fortissimo, e ne sono testimonianza le oltre 500 immagini ricordo ricevute in 100 giorni (aggiornamento: il contatore a poco meno di 6 mesi dalla scomparsa di Leo segna 1.000 foto ricordo). In pratica abbiamo capito che l’app per condividere all’interno del gruppo i vostri viaggi con Leo in fondo esisteva già, e voi la utilizzate ogni giorno. Si chiama Instagram ed è uno strumento meravigliosamente adatto ai nostri scopi. Se i sopracitati profili di gruppo non fossero stati eliminati dopo un breve periodo sperimentale, sarebbe davvero tutto perfetto. Manca infatti la possibilità di vedere il planisfero (ce ne faremo una ragione) e per poter partecipare occorre essere in connessione con Lucianone (che però accoglie con piacere tutti, mantenendo ovviamente il contesto ristretto alla sola comunità degli amici e conoscenti, come ha senso che sia -e in ogni caso anche i profili sarebbero stati privati-). Comunque, la pubblicazione degli scatti GeoLeo su questa pagina web, disponibile al mondo, completa il quadro per i più curiosi.

In definitiva, abbiamo ritenuto opportuno abbandonare, almeno temporaneamente, lo sviluppo dell’app, dopo aver riscontrato che le relazioni dirette hanno molto più valore di quelle intermediate dalla tecnologia (sì, lo sapevamo anche prima, ma in un momento di scarsa lucidità non ci avevamo pensato). L’entusiasmo iniziale non ha perso la sua forza propulsiva, ma l’affetto dimostrato con gli abbracci, gli sguardi e le interazioni dirette ha un valore molto più grande di qualsiasi messaggio postato su un’app, anche se alla fine la condivisione lì finisce. È il punto di partenza che è speciale, e a noi piace gustarcelo tutto nella sua forma diretta e personalissima.

Grazie di cuore per la vostra affettuosa vicinanza; siete un dono grande, vi vogliamo tanto bene.


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Un commento

  1. Che spettacolo che siete! Bravi… state trasformando il vostro dolore in amore e bellezza per tutti… Vi voglio bene!

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