Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 Still Alice (Still Alice)

 
pic_movie_989   NUM   989  
  DATA E CINEMA   2015.03.05 (CINEF 52-19) FIUME  
  RASSEGNA   CINEFORUM CHAPLIN  
 
     
  REGISTA   Richard Glatzer, Wash Westmoreland  
  ATTORI   Kristen Stewart, Julianne Moore, Kate Bosworth, Victoria Cartagena, Alec Baldwin, Hunter Parrish, Erin Darke, Shane McRae  
  PRODUTTORE   BSM Studio, Backup Media, Big Indie Pictures, Killer Films  
  SCENEGGIATORE    
  COMPOSITORE    
  PAESE   U.S.A.  
  CATEGORIA   Drammatico  
  ANNO   2014  
  DURATA   99 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   http://filmup.leonardo.it/sc_stillalice.htm  
 
 
 

DESCRIZIONE   A cinquant'anni, Alice Howland ha tutto: una cattedra in linguistica presso la Columbia University, un marito amorevole, e tre figli stupendi. La sua vita si divide tra la famiglia e il lavoro, e lei ne è felicissima. Ma quando Alice si reca a Los Angeles per tenere una lezione presso l'Università UCLA, qualcosa di inaspettato le accade. A metà di una frase dimentica un termine importante e resta ad aspettare imbarazzata di trovare un sinonimo. E' una cosa piuttosto insolita per un professore del suo calibro. Dopo aver trascorso del tempo assieme alla figlia Lydia, che nonostante la riluttanza della madre, aspira a diventare un'attrice, Alice fa ritorno a New York. Lì, le capita un secondo episodio inquietante. Mentre fa il suo solito jogging attorno al campus, Alice perde del tutto conoscenza. Decide di tenere la cosa nascosta alla famiglia, e inizia a vedere un neurologo che le prescrive una serie di test. Lei è convinta di avere un tumore al cervello, mentre il dottore avanza un'ipotesi ancor più devastante: Alzheimer precoce. A questo punto, Alice si arrende e si confida col marito, John. La reazione iniziale di John è di scetticismo. Quando accompagna Alice alla sua successiva visita dal dottore, suggerisce l'idea di fare un test genetico, e il dottore concorda. Sfortunatamente, i test di Alice risultano positivi al gene presenilin-1, indicatore dell'Alzheimer precoce ereditario - una rara forma della malattia, che ha il 50% delle possibilità di essere trasmesso anche nei suoi figli.
Durante una riunione famigliare, Alice da la notizia. I figli rimangono sconvolti e fanno fatica a elaborare la cosa. Nel corso delle settimane successive, Alice deve affrontare le conseguenze che la sua malattia ha sul suo matrimonio, sulla sua famiglia e il suo lavoro.
Fingendo di essere stata mandata da un parente, Alice va a visitare una vicina casa di cura per malati di Alzheimer. Posta di fronte a un destino che non riesce ad accettare, prende una drastica decisione che influenzerà radicalmente il suo futuro, nel momento in cui raggiungerà l'incapacità totale…
 

COMMENTO   Alice Howland (Julianne Moore) è una brillante professoressa di linguistica e insegna tale materia alla Columbia University di New York, felicemente sposata e con tre figli grandi che si stanno facendo strada nel mondo del lavoro così come nella vita. Un giorno si accorge che la sua memoria non è più quella di un tempo, inizia a dimenticare i vocaboli durante una conferenza basata sulla capacità di memorizzare e utilizzare le parole dei bambini tra i 18 mesi e i due anni. Un giorno, per giunta, si ritrova persa, mentre fa jogging come al solito, seguendo lo stesso itinerario di sempre. Preoccupata si rivolge ad uno specialista ed ecco la rivelazione. Alice è affetta da una forma precoce di Alzheimer, che per giunta nel suo caso è ereditario per cui non solo le è stato trasmesso da uno dei genitori, probabilmente dal padre alcolista, ma al tempo stesso lei può averlo passato ai figli, Tom (Hunter Parrish), Anna (Kate Bosworth) e Lydia (Kristen Stewart), che potrebbero sia essere soggetti recessivi sia subire la sua stessa sorte.
Ha solo 50 anni, ma la sua sorte è segnata. Inizia una estenuante, dura e impossibile lotta contro questo male silenzioso. All’inizio cerca, utilizzando la tecnologia, di affrontarla, ma ben presto la malattia la porta a dover lasciare l’insegnamento. Improvvisamente ciò che era chiaro e certo diventa sfocato, improvvisamente diviene impossibile trovare la porta del bagno nella casa che si abita da una vita. Confusa e spaventata si reca in un centro dove sono ricoverati diversi malati di Alzheimer ed è lì che decide di realizzare un piano B. Rifiutandosi di farsi sopraffare, prende orgogliosamente in mano la situazione e si organizza scrivendo diverse domande sul cellulare cui rispondere ogni giorno e realizza un video esortando la se stessa futura e porre fine alla propria sofferenza e a quella dei suoi cari. In breve tempo la situazione peggiora alternando momenti di lucidità a momenti di confusione e a nulla valgono le preghiere rivolte al marito John (Alec Baldwin) di prendersi un anno sabbatico dal lavoro per stare con lei. Pur avendole assicurato all’inizio che le sarebbe stato vicino il suo compagno rifiuta di lasciare il lavoro, tanto più che ha ricevuto una buona offerta. Alice non può fare altro che attendere l’inesorabile, non riesce nemmeno a portare a termine il suo piano B.
Il film prende spunto dall’omonimo romanzo di Lisa Genova, tradotto e distribuito in Italia con il titolo: “Perdersi” e ne rispetta la particolarità stilistica della prima persona. Come il testo letterario, infatti, l’occhio dei registi Richard Glatzer e Wash Westmoreland si concentra su Alice e la sua vita, sul suo mondo interiore tralasciando o facendo vedere solo in parte le ricadute della malattia sui familiari, cosa che invece è il tema portante di altre opere sullo stesso argomento. Abbiamo due Alice, la prima è la donna in carriera sana e poi c’è quella assente e piano piano queste due persone che si alternano nello stesso corpo si fondono diventando una sola. Alice perde quindi se stessa, in primis la parola e poi i ricordi perché le parole sono legate ai ricordi, perché è la parola che definisce un essere umano, come spiega la protagonista.
È un’opera sublime, interpretata magnificamente, che riesce a commuovere e coinvolgere lo spettatore, non vi sono battute di arresto, non vi sono cambiamenti repentini, non cade nell’accademico e didascalico, non sfocia nel patetico né nel melodrammatico. Ciò che colpisce è la delicatezza, l’atmosfera di intimità capace di descrivere questo scivolare verso l’abisso. Analizza però con occhi attenti la malattia e le sue ricadute sociali. È innegabile che al di là dello script, “Still Alice” si regge tutto sulla capacità interpretativa perfetta di Julianne Moore, che è affiancata da una convincente Kristen Stewart nei panni di Lydia.

La frase:
"Combatto per essere presente, per mantenere un contatto con la persona che ero".
a cura di Federica Di Bartolo