Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 Magic in the Moonlight (Magic in the Moonlight)

 
pic_movie_983   NUM   983  
  DATA E CINEMA   2015.02.02 KAPPADUE (CINEF 52-15)  
  RASSEGNA   CINEFORUM CHAPLIN  
 
     
  REGISTA   Woody Allen  
  ATTORI   Emma Stone, Colin Firth, Marcia Gay Harden, Hamish Linklater, Jacki Weaver, Erica Leerhsen, Simon McBurney, Eileen Atkins, Antonia Clarke, Jeremy Shamos, Ute Lemper, Paul Bandey  
  PRODUTTORE   Dippermouth, Gravier Productions  
  SCENEGGIATORE    
  COMPOSITORE    
  PAESE   U.S.A.  
  CATEGORIA   Commedia, Drammatico  
  ANNO   2014  
  DURATA   98 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   http://www.sonyclassics.com/magicinthemoonlight  
 
 
 

DESCRIZIONE   L'illusionista cinese Wei Ling Soo è il più celebrato mago della sua epoca, ma pochi sanno che il suo costume cela l'identità di Stanley Crawford (Firth), uno scorbutico ed arrogante inglese con un'altissima opinione di sé stesso ed un'avversione per i finti medium che dichiarano di essere in grado di realizzare magie. Convinto dal suo vecchio amico, Howard Burkan (Simon McBurney), Stanley si reca in missione nella residenza della famiglia Catledge, in Costa Azzurra: Grace la madre (JackiWeaver), Brice il figlio (Hamish Linklater) e Caroline la figlia (Erica Leerhsen). Si presenta come un uomo d'affari di nome Stanley Taplinger per smascherare la giovane ed affascinante chiaroveggente Sophie Baker (Stone) che risiede lì insieme a sua madre (Marcia Gay Harden). Sophie arriva a villa Catledge su invito di Grace, la quale è convinta che Sophie la possa aiutare ad entrare in contatto con il suo ultimo marito e, una volta giunta lì, attira l'attenzione di Brice, che si innamora di lei perdutamente. Già dal suo primo incontro con Sophie, Stanley la taccia di essere una mistificatrice facile da smascherare. Ma, con sua grande sorpresa e disagio, Sophie si esibisce in diversi esercizi di lettura della mente che sfuggono a qualunque comprensione razionale e che lasciano Stanley sbigottito. Dopo qualche tempo, Stanley confessa alla sua adorata zia Vanessa (Eileen Atkins) di aver iniziato a chiedersi se i poteri di Sophie siano reali davvero. Se così fosse, Stanley si renderebbe conto, che tutto sarebbe possibile e le sue convinzioni verrebbero a crollare.
Quello che segue è una serie di eventi magici nel vero senso della parola e che sconvolgeranno le vite dei personaggi.
 

COMMENTO   È il 1928 e il famoso prestigiatore Wei Ling Soo si esibisce in trucchi di magia facendo sparire un elefante sul palcoscenico o “teletrasportandosi” da un sarcofago egizio ad una sedia di fronte agli occhi meravigliati del pubblico. Uno spettacolo perfetto, ma non per Wei Ling Soo nome d’arte del gentiluomo inglese Stanley Crawford (Colin Firth) che esige la perfezione vera inveendo, dietro le quinte, contro tutto e tutti. Irritato si rinchiude nel camerino quando entra il suo amico di infanzia, nonché collega Howard che lo prega di aiutarlo a smascherare una medium ospite dei Catledge sulla Costa Azzurra. Una proposta allettante per un uomo che si definisce “razionale in un mondo razionale”, tanto più che smascherare questo genere di imbroglioni è praticamente la sua passione. Giunti alla residenza dei Catledge si spaccia per il cinico imprenditore Stanley Taplinger ed è così che incontra Sophie Baker (Emma Stone), la fantomatica medium. Fra scontri verbali sempre comunque educati, fra gite al mare e nella solare Provenza, fra sedute spiritiche e temporali, Stanley comincerà a guardare Sophie in maniera diversa, arrivando perfino a credere che sia veramente dotata di un potere straordinario, che darebbe una risposta vera alle tante domande dell’uomo, ma soprattutto alle sue: esiste davvero qualcosa al di là della vita, esiste Dio? Il mondo ai suoi occhi inizia a cambiare e diventa più luminoso e colorato, ma soprattutto sono i suoi sentimenti a cambiare e inconsciamente si ritrova ad amare la giovane Sophie. Lo sfortunato incidente dell’adorata zia però riporterà ben presto il cinico prestigiatore alla realtà, ma... riuscirà a fare i conti con l’amore?
Il nuovo film di Woody Allen come regista è un’allegra commedia vagamente romantica, che con leggerezza tratta temi cari al regista stesso, infatti, è ben noto il suo interesse per la magia, ma come sempre in tutte le sue opere, le domande restano irrisolte. La critica lo ha definito una delle opere più romantiche di Allen, in cui i protagonisti sono ben delineati anche se forse un po’ affettati ed esagerati a livello di toni, ricordando personaggi della letteratura. È così che Stanley sembra oscillare fra il cinismo tipico dei personaggi di Oscar Wilde e l’integrità morale e durezza di Jane Austin. Ecco dunque un Firth, che indossa inavvertitamente i panni del celebre Darcy di “Orgoglio e Pregiudizio” e al tempo stesso mostra carattere duro e insopportabile simile a tanti personaggi di Moliere e Goldoni.
Vero e falso dunque si contendono la scena, sviluppandosi e annodandosi per tutta la sequenza della pellicola, che in principio fa ben sperare grazie ai dialoghi cinici e salaci, che catturano l’attenzione del pubblico, per poi perdere la loro forza iniziale, contribuendo a rallentare l’opera che diventa nella sua seconda parte alquanto noiosa. Tutto rallenta e si appesantisce proprio quando la magia dell’amore diventa il tema centrale eppure non c’è coinvolgimento da parte del pubblico.
“Magic in the Moonlight” è un’opera complessa che dibatte su temi importanti e universali, ma che può essere riassunta semplicemente nella frase di zia Vanessa: “Il mondo forse non ha uno scopo, ma non è del tutto privo di magia”.

La frase:
"Non esiste nulla di genuino Howard dal tavolo a tre piedi al Vaticano".
a cura di Federica Di Bartolo