Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 12 anni schiavo (12 Years a Slave)

 
pic_movie_941   NUM   941  
  DATA E CINEMA   2014.03.31 KAPPADUE (CINEF 51-24)  
  RASSEGNA   CINEFORUM CHAPLIN  
 
     
  REGISTA   Steve McQueen  
  ATTORI   Chiwetel Ejiofor, Dwight Henry, Lupita Nyong'o, Brad Pitt, Paul Giamatti, Michael Fassbender, Paul Dano, Benedict Cumberbatch, Sarah Paulson, Garret Dillahunt, Quvenzhané Wallis, Alfre Woodard  
  PRODUTTORE   Regency Enterprises  
  SCENEGGIATORE    
  COMPOSITORE    
  PAESE   U.S.A., Regno Unito  
  CATEGORIA   Drammatico  
  ANNO   2013  
  DURATA   133 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   http://www.foxsearchlight.com/12yearsaslave  
 
 
 

DESCRIZIONE   Stati Uniti. Negli anni che hanno preceduto la guerra civile americana, Solomon Northup (Chiwetel Ejiofor), un nero nato libero nel nord dello stato di New York, viene rapito e venduto come schiavo. Misurandosi tutti i giorni con la più feroce crudeltà (impersonificata dal perfido mercante di schiavi interpretato da Michael Fassbender) ma anche con gesti di inaspettata gentilezza, Solomon si sforza di sopravvivere senza perdere la sua dignità. Nel dodicesimo anno della sua odissea, l'incontro con un abolizionista canadese (Brad Pitt) cambierà per sempre la sua vita. 12 anni schiavo è tratto dall'incredibile storia vera di un uomo e della sua battaglia per la sopravvivenza e la libertà.
 

COMMENTO   La straordinaria storia vera di Solomon Northup.
Per il cineasta inglese classe 1969 Steve McQueen, interessato ad affrontare sullo schermo il tema dello schiavismo americano attraverso una inedita chiave dal punto di vista di un uomo che aveva conosciuto sia il bene della libertà sia l’ingiustizia della schiavitù, non poteva essere altro che l’autobiografia del citato musicista e artigiano di Saratoga Springs a rappresentare la fonte letteraria da cui partire al fine di costruire il suo terzo lungometraggio, a cinque anni da “Hunger” (2008) e a due da “Shame” (2011).
Autobiografia intitolata “12 years a slave” e che, divenuta subito un best seller dopo essere stata pubblicata nel 1853, si strutturò sui dodici anni trascorsi in diverse piantagioni della Louisiana da Northup, qui magistralmente incarnato da Chiwetel Ejiofor, il quale, nato libero nel nord dello Stato di New York, finisce rapito e venduto come schiavo, trovandosi tutti i giorni a misurarsi sia con la più feroce crudeltà che con gesti di inaspettata gentilezza, sforzandosi di sopravvivere senza perdere la sua dignità.
Quindi, se tramite la pellicola precedente si era proposto di raccontare un individuo totalmente libero del mondo occidentale che faceva del proprio corpo la personale prigione, in questo caso il regista sembra riavvicinarsi – in un certo senso – alle tematiche carcerarie del suo esordio, ponendo anche l’attore feticcio Michael Fassbender nei panni di uno dei proprietari terrieri.
Come pure il Benedict Cumberbatch di “Into darkness-Star trek” (2013), all’interno di un cast in stato di grazia che, oltre al mai disprezzabile Paul Giamatti nel ruolo del mercante di schiavi, include Brad Pitt – anche produttore dell’operazione – in quello del carpentiere Samuel Bass; man mano che il lodevolissimo lavoro svolto su scenografie e costumi giova non poco all’ottima ricostruzione storica e viene ricordato che non c’è niente di giusto né virtuoso nella schiavitù.
Nel corso di oltre due ore e dieci di visione (non poche, dunque) coinvolgenti e tutt’altro che noiose che, pur al servizio della prova di McQueen maggiormente legata alle convenzioni hollywoodiane, riconfermano il loro autore tra i più dotati esponenti della Settima arte d’inizio XXI secolo insieme al danese Nicolas Winding Refn... complici, oltretutto, momenti da antologia come quello sofferto e quasi horror della tentata impiccagione o il crudissimo pianosequenza delle frustate, capaci di colpire nel cuore e nell’anima anche lo spettatore pronto a tutto.

La frase:
"Tu sei di mia proprietà, sei mio, hai capito Platt?".
a cura di Francesco Lomuscio