Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 Blue Jasmine (Blue Jasmine)

 
pic_movie_928   NUM   928  
  DATA E CINEMA   2014.01.13 KAPPADUE (CINEF 51-13)  
  RASSEGNA   CINEFORUM CHAPLIN  
 
     
  REGISTA   Woody Allen  
  ATTORI   Cate Blanchett, Joy Carlin, Richard Conti, Glen Caspillo, Alec Baldwin, Charlie Tahan, Annie McNamara, Louis C.K., Sally Hawkins, Bobby Cannavale, Andrew Dice Clay, Peter Sarsgaard, Michael Stuhlbarg  
  PRODUTTORE   Perdido Productions  
  SCENEGGIATORE    
  COMPOSITORE    
  PAESE   U.S.A.  
  CATEGORIA   Drammatico  
  ANNO   2013  
  DURATA   98 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   http://www.sonyclassics.com/bluejasmine  
 
 
 

DESCRIZIONE   Di fronte al fallimento di tutta la sua vita, compreso il suo matrimonio con un ricco uomo d'affari Hal (Alec Baldwin), Jasmine (Cate Blanchett) una donna elegante e mondana newyorchese, decide di trasferirsi nel modesto appartamento della sorella Ginger (Sally Hawkins) a San Francisco, per cercare di dare un nuovo senso alla propria vita. Jasmine arriva a San Francisco in uno stato psicologico molto fragile, la sua mente è annebbiata dall'effetto dei cocktail di farmaci antidepressivi. Sebbene sia ancora in grado di mantenere il suo portamento prettamente aristocratico, in verità lo stato emotivo di Jasmine è precario e totalmente instabile, tanto da non poter neanche essere in grado di badare a sé stessa. Mal sopporta Chili (Bobby Cannavale), il fidanzato di Ginger che considera un "perdente", né il suo ex marito Augie (Andrew Dice Clay). Ginger, seppur riconoscendo, ma non comprendendo appieno l'instabilità psicologica della sorella, le suggerisce di intraprendere la carriera di arredatrice d'interni, un impiego che intuitivamente potrebbe essere alla sua altezza. Nel frattempo, Jasmine accetta malvolentieri un lavoro come receptionist in uno studio dentistico, dove attira le attenzioni indesiderate del suo capo, il dottor Flicker (Michael Stuhlbarg). Reputando giusta la considerazione fatta da sua sorella riguardo la scelta di uomini sbagliati nella sua vita, Ginger inizia a frequentare Al (Louis CK), un tecnico del suono che lei considera un gradino superiore a Chili. Jasmine invece intravede come una potenziale ancora di salvezza l'incontro con Dwight (Peter Sarsgaard), un diplomatico infatuato dalla sua bellezza, dalla sua raffinatezza e dal suo stile. Il difetto di Jasmine è che vive costantemente del giudizio degli altri per aumentare la sua autostima, rimanendo però cieca di fronte a ciò che accade intorno a lei.
 

COMMENTO   Giganteggia Cate Blanchett nell’ultimo film diretto da Woody Allen.
La Jasmine che dà il nome al titolo è una specie di summa interpretativa, una sintesi perfetta ed esasperata di tutte le (altrettanto) grandi attrici che negli anni hanno accompagnato il maestro Allen.
La vita di Jasmine è un inganno. Lei non lo sa, oppure fa finta di non sapere, sicuramente ne è ammaliata e invischiata corpo ma, soprattutto, anima. Ed è proprio quest’ultima che finisce per perdere quando scopre che il bell’uomo d’affari a cui è sposata altro non è che un fedifrago. Quando l’FBI confisca tutto, Jasmine rimane sola, senza soldi, ma con tanti ansiolitici. Per ricominciare da zero, deve trasferirsi dalla sorellastra...
La trama di Blue Jasmine racconta molti drammi legati a filo stretto l’uno all’altra. La protagonista ricca rimasta senza il becco di un quattrino; la sorellastra che vive da sempre alla sua ombra; i compagni violenti di lei; ma anche la crisi economica; l’ambiguità morale dell’essere umano; l’incompiutezza della famiglia e dei legami... Questi intrecci vanno dipanandosi lungo un tragitto che Allen conosce molto bene: il dramma. Come esponente di questo mezzo, Woody Allen si ispira alla storia vera di una conoscente di famiglia per raccontare le aspirazioni, i sogni, i malesseri, e i sarcastici scherzi del destino - con un rimando storico abbastanza diretto al suo migliore "Match point" - del ceto medio agiato. Che è lo stesso ceto medio che raccontavano nel dramma borghese all’inizio dell’800, proseguito poi con Checov e Ibsen. L’esito è oggi spiazzante. Da una parte l’ironia del racconto, solita vena graffiante del regista; dall’altra la violenza della fragilità umana, che lo stesso riassume nei monologhi con la macchina da presa. Il punto, la forza del film e della esposizione, è che Jasmine, interpretata da una Cate Blanchett da Oscar, racconta molto più di quanto non voglia fare il racconto stesso. Sembra che il personaggio a un certo punto si stacchi dalla narrazione per uscire dallo schermo e apparire reale. Una magia che Allen, consapevole maestro dell’artifizio, aveva già raccontato ne "La rosa purpurea del Cairo". Qui sfrutta in sceneggiatura il flashback in un gioco di rimandi che hanno la funzione di scoprire le carte una alla volta. Blanchett–Jasmine ammalia e commuove, la sua storia si fa esempio perfetto di drammaturgia. Estasiante.
Woody Allen torna nella San Francisco che fu set del suo primissimo film ("Prendi i soldi e scappa") come a voler anche lui, alla maniera di Jasmine, ricominciare da capo dopo i vari tentativi comici degli ultimi anni. Emerge così uno dei suoi migliori ritratti. Da non perdere.

La frase:
"Non la smetteva più di parlare… Pensava che fossi interessata...".
a cura di Diego Altobelli