Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 La parte degli Angeli (The Angels' Share)

 
pic_movie_895   NUM   895  
  DATA E CINEMA   2013.02.22 (CINEF 50-19) PINDEMONTE  
  RASSEGNA   CINEFORUM CHAPLIN  
 
     
  REGISTA   Ken Loach  
  ATTORI   Roger Allam, John Henshaw, Daniel Portman, William Ruane, Lorne MacFadyen, Paul Brannigan, Jasmine Riggins, David Goodall, Finlay Harris  
  PRODUTTORE   Entertainment One, Sixteen Films, Why Not Productions, Wild Bunch  
  SCENEGGIATORE    
  COMPOSITORE    
  PAESE   Regno Unito, Francia, Belgio, Italia  
  CATEGORIA   Commedia, Drammatico  
  ANNO   2012  
  DURATA   106 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   http://  
 
 
 

DESCRIZIONE   Una commedia dolceamara incentrata su Robbie, un ragazzo di Glasgow che cerca di liberarsi della faida famigliare che lo tiene prigioniero. Quando entra di nascosto nel reparto maternità dell'ospedale per far visita a Leonie, la sua giovane ragazza, e prendere in braccio per la prima volta Luke, il figlio appena nato, Robbie è sopraffatto dall'emozione e giura che Luke non avrà la vita di privazioni che ha vissuto lui. Mentre sconta una condanna a svolgere lavori socialmente utili, Robbie conosce Rhino, Albert e Mo, per i quali un impiego è, come per lui, poco più di un sogno remoto. Robbie non immagina certo che dandosi all'alcool le loro vite cambieranno. E non scadenti vini liquorosi, ma i migliori whisky di malto del mondo. Che ne sarà di Robbie? Lo aspettano altre vendette e violenze o un nuovo futuro con la uisge beatha, la 'acqua di vita'? Solo gli angeli lo sanno...
 

COMMENTO   Una fiaba etilica. In cui il tribolato, ingegnoso raggiungimento di uno stato "etereo" eleva da una pesante realtà ("la Parte degli angeli", in gergo tecnico, definisce quella piccola percentuale di whisky che evapora nei diversi spostamenti dalla distilleria al bicchiere), con un percorso dal dramma al sorriso. Il quale è aperto verso un futuro che, in un pulmino dal motore acceso pronto alla partenza, racchiude una compagna tenace, un figlio appena nato, la mèta di un'altra città e la promessa di un lavoro.
Ventotto lungometraggi di finzione (oltre ad un paio di episodi in film collettivi) di una coerenza politico-artistica lucida e rigorosa, su sceneggiatura del fido Paul Laverty il regista Ken Loach si muove nuovamente in una dimensione sottoproletaria da commedia - attraversata da un ruvido, rozzo, irresistibile umorismo britannico popolare - che caratterizza molte delle sue opere e lo ha fatto conoscere nel mondo (su tutti l'esempio "Riff raff"). Qui l'ambito metropolitano è caratterizzato da precarietà esistenziale, violenza clanistica ereditaria e disgregazione sociale. Come sempre, il cineasta (premio della giuria al festival di Cannes) sa combinare attori e interpreti non professionisti nel dar vita ad una rappresentazione che sembra mossa da un verace spontaneismo. E con coraggio fa leva su contraddizioni scomode e ribaltamenti dei canoni, a cominciare da un protagonista con trascorsi di cieco bullismo (la sequenza con il "flashback" di una tragica bravata e l'incontro tra lui e la vittima, accompagnati l'uno dalla fidanzata e l'altro dai genitori, scuote non poco), passando per l'alcol trasformato da strumento di dipendenza a mezzo di liberazione, per finire con un riscatto conquistato mediante un altro reato. Ed è su queste basi che Loach articola, con cosciente ottimismo, uno sviluppo di rapporti di solidarietà, spirito di gruppo e - soprattutto - generosità e riconoscenza.

La frase:
"Stavi più sicuro in galera".
a cura di Federico Raponi