Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 A Royal weekend (Hyde Park on Hudson)

 
pic_movie_893   NUM   893  
  DATA E CINEMA   2013.02.12 (CINEF 50-18) PINDEMONTE  
  RASSEGNA   CINEFORUM CHAPLIN  
 
     
  REGISTA   Roger Michell  
  ATTORI   Bill Murray, Laura Linney, Samuel West, Olivia Colman, Elizabeth Marvel, Olivia Williams, Elizabeth Wilson, Eleanor Bron  
  PRODUTTORE   Daybreak Pictures, Film Four, Free Range Films  
  SCENEGGIATORE    
  COMPOSITORE    
  PAESE   Regno Unito  
  CATEGORIA   Commedia, Drammatico,  
  ANNO   2012  
  DURATA   94 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   http://http://focusfeatures.com/hyde_park_on_hudson  
 
 
 

DESCRIZIONE   Nel giugno del 1939, il Presidente Franklin Delano Roosevelt (interpretato da Bill Murray) si prepara ad ospitare il Re e la Regina d'Inghilterra (Samuel West e Olivia Colman) per un weekend presso la residenza dei Roosevelt all'interno dell' " Hyde Park sull' Hudson", nella parte settentrionale dello stato di New York - evento che segnava la prima visita assoluta di un regnante Britannico negli Stati Uniti. Mentre la Gran Bretagna si appresta ad affrontare l'imminente guerra con la Germania, i Reali cercano disperatamente il favore di Roosevelt per ottenere il sostegno degli Stati Uniti.
Ma gli interessi internazionali devono giostrarsi con la complessa situazione domestica di Roosevelt, e sua moglie Eleanor, (Olivia Williams), sua madre Sara (Elizabeth Wilson), e la segretaria Missy (Elizabeth Marvel) avranno tutte un ruolo cruciale nel rendere il 'weekend reale' un evento indimenticabile.
Visto attraverso gli occhi di Daisy (Laura Linney), vicina di casa ed amica intima di Franklin, questo weekend non solo creerà una relazione speciale fra due grandi nazioni, ma, condurrà Daisy - e attraverso di lei, tutti noi - ad una più profonda comprensione dei misteri dell'amore e dell'amicizia.
 

COMMENTO   Franklin Delano Roosevelt governò gli Stati Uniti tra la Crisi del 29 e la Seconda guerra mondiale, riformando economicamente il Paese e dimostrando un’abilità politico-strategica grazie alla quale l’America rimarcò il suo ruolo di superpotenza. Nonostante sia stato uno dei più carismatici e leggendari presidenti della storia, "A Royal Weekend" (il cui titolo italiano, peraltro, ne evoca già il registro umoristico-mondano) non intende celebrarlo con un’agiografia ma piuttosto omaggiarlo con un discutibile ritratto di famiglia focalizzato sulla sua dimensione personale.
Non è, però, il tema centrale della sceneggiatura in cui si è cimentato Roger Michell. Il regista di "Notting Hill" ci racconta – attraverso la voce off dell’amica-amante Daisy Suckley – di un weekend cruciale per l’equilibrio dell’Occidente, ovvero quello della visita nel giugno del 1939 nella Hudson Valley di Re Giorgio VI (lo stesso sdoganato ne "Il discorso del re") e della Regina Elizabeth Bowes-Lyon, bisognosi del sostegno degli Stati Uniti sulla soglia del conflitto con la Germania. Due giorni importanti, che mescolano pubblico e privato tentando di raccontare, forse fiabescamente, una storia umana respingendo ricostruzioni storiche e analisi politiche.
Ed è la scelta di esplorare nell’intimità della vita di queste figure mitiche dipanando la storia su tre livelli (Il Presidente, l’episodio della visita ufficiale, la storia sentimentale con – l’insulsa – Daisy) a creare più perplessità. Il racconto, certamente intrigante e a tratti divertente, non sa bene che direzione prendere assumendo un aspetto ibrido tra biopic, melò e film storico, calcando smaccatamente la mano su ovvietà nazional-popolari osservando che, come noi, i reali britannici vanno in bagno (si vedano le due sequenze dedicate al sedile del water) o che anche un Re "si infila i pantaloni al mattino".
Il quadro dei personaggi, poi, non è propriamente edificante. A cominciare da Franklin, descritto come un bizzarro donnaiolo con il vizio dell’alcol, pieno di sé e con l’hobby di collezionare francobolli – di scarso valore – con l’intento di "rimorchiare". Dal canto loro i Windsor appaiono timorosi all’arrivo sull’Hudson, preoccupati di essere derisi durante il soggiorno e comunque disposti ad accettare le bizzarrie organizzative di casa Roosevelt. In particolare "Bertie", chiaramente a disagio e inizialmente inibito dal fascino di un Presidente con il quale ha in comune un difetto di salute (uno è affetto da poliomelite, l’altro da balbuzie), che sembrerebbe fare da collante per la costruzione della relazione umana tra i due.
Un valore interessante, poco approfondito, che lega Giorgio VI con la protagonista femminile Daisy è il compromesso. Entrambi decidono, rinunciando a un pizzico di dignità, di scendere a patti: il primo accondiscende a qualsiasi invito (spinge la carrozzella, va a nuotare controvoglia, mangia il famigerato hot dog!); la seconda condivide le attenzioni del Presidente con (almeno) la segretaria Missy, pur di non perderlo. Una scelta che fa il paio con quella infelice di glissare sugli aspetti storico-politici, ignorati come il racconto del lavoro diplomatico che ha portato al complesso incontro istituzionale.
Ne rimane un prodotto ben recitato, gradevole e in possesso di una confezione accattivante che racchiude il tentativo di realizzare un film con un taglio originale ma che si incaglia in una narrazione disordinata e inconcludente nella quale, semplicisticamente "si fa la storia" addentando un salsicciotto.

La frase:
"Sento che abbiamo forgiato una relazione speciale".
a cura di Nicola Di Francesco