Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 The Master (The Master)

 
pic_movie_888   NUM   888  
  DATA E CINEMA   2013.01.11 PINDEMONTE  
  RASSEGNA    
 
     
  REGISTA   Paul Thomas Anderson  
  ATTORI   Philip Seymour Hoffman, Amy Adams, Joaquin Phoenix, Laura Dern, Jesse Plemons, Rami Malek, Jillian Bell, W. Earl Brown, Kevin J. O'Connor  
  PRODUTTORE   Annapurna Pictures, Ghoulardi Film Company  
  SCENEGGIATORE    
  COMPOSITORE    
  PAESE   U.S.A.  
  CATEGORIA   Drammatico  
  ANNO   2012  
  DURATA   137 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   http://www.themasterfilm.com  
 
 
 

DESCRIZIONE   Dal regista di "Magnolia" e "Il Petroliere" arriva "The Master", il film premiato alla 69^ Mostra del Cinema di Venezia con il Leone d'argento per la Miglior Regia (Paul Thomas Anderson) e la Coppa Volpi per il Miglior Attore (ex-aequo per Philip Seymour Hoffman e Joaquin Phoenix). Il Premio Oscar Philip Seymour Hoffman interpreta un leader carismatico, Lancaster Dodd, impegnato nella fondazione di un’organizzazione di stampo religioso. Dodd recluta Freddie (Joaquin Phoenix), un giovane sbandato, come suo braccio destro. Ma quando il culto inizia a guadagnare credibilità tra la gente, il giovane si ritrova a mettere in discussione il maestro e il credo che ha abbracciato.
 

COMMENTO   Subito dopo la fine della seconda guerra mondiale, un reduce cerca di adattarsi alla vita di tutti i giorni, ma la mancanza di uno scopo lo porta a una vita sbandata e priva di legami, finché non incontra un misterioso maestro, portatore di un metodo rivoluzionario per il progresso dell'uomo, che cercherà di salvarlo.
Come suggerisce il titolo, il tema del film è il rapporto tra due figure: una figura dotata di autorità e un discente, sia allievo in senso stretto che paziente in senso clinico. Il primo ruolo viene assegnato a Philip Seymour Hoffman, che ha fatto dell'ambiguità una cifra stilistica molto riconoscibile del suo essere attore. Nel ruolo dell'uomo della strada troviamo invece Joaquin Phoenix, che in questa pellicola è di una bravura straordinaria. C'è qualcosa di ipnotico nei lineamenti spigolosi di Phoenix, un dolore, un livello di sofferenza che buca lo schermo e attua il processo di identificazione, arrivando al cuore senza mediazioni.
Si potrebbe pensare che il maestro sia a capo di una setta, e questo si può intuire da una serie di indizi ricavabili dal suo essere figura carismatica. In realtà questa potrebbe essere una falsa pista che Anderson ha deciso di seguire deliberatamente. Si può sospettare che dietro al film ci sia in realtà una critica amara sul ruolo salvifico delle scienze psicologiche (gli intruglio del protagonista potrebbero essere una rappresentazione degli psicofarmaci). La risposta di Anderson sembra essere semplice: tutto inizia e si risolve nella sessualità; nel mezzo non c'è nulla.
La messa in scena di Anderson è come al solito sontuosa, specialmente nella parte iniziale, ma nella parte terapeutica si appiattisce in maniera improvvisa e controproducente. Questo rende la sua critica meno tagliente di quanto sarebbe stato necessario e la propulsione iniziale, davvero molto forte, si spegne fin quasi ad arrivare a un punto di arresto.
Restano due grandi interpretazioni e una cura straordinaria per le immagini, ma non sono sufficienti per gridare al capolavoro.

La frase:
"Rispondi senza sbattere gli occhi".
a cura di Mauro Corso