Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 Cosa piove dal cielo? (Un cuento chino)

 
pic_movie_863   NUM   863  
  DATA E CINEMA   2012.05.10 (CINEF 49-27) PINDEMONTE  
  RASSEGNA   CINEFORUM CHAPLIN  
 
     
  REGISTA   Sebastián Borensztein  
  ATTORI   Ricardo Darín, Muriel Santa Ana, Ignacio Huang, Javier Pinto  
  PRODUTTORE   Pampa Film, Royal Cinema Group, Televisión Federal, Tornasol Films  
  SCENEGGIATORE    
  COMPOSITORE    
  PAESE   Spagna, Argentina  
  CATEGORIA   Commedia  
  ANNO   2011  
  DURATA   90 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   http://www.uncuentochino.com.ar  
 
 
 

DESCRIZIONE   Roberto (Ricardo Darín, già protagonista del film Premio Oscar "Il segreto dei suoi occhi"), introverso proprietario di un negozio di ferramenta, è un uomo profondamente segnato dall'esperienza come soldato nella Guerra delle Falkland.
Ha trascorso gli ultimi vent'anni della sua vita alienato dal mondo, maltrattando perfino i clienti che frequentano il suo negozio. L'unico interesse che ha è quello di collezionare ritagli di giornale che raccontino strane storie.
Per uno scherzo del destino, si ritrova coinvolto proprio in una di queste vicende quando accoglie in casa il cinese Jun, appena arrivato in Argentina senza conoscere una parola di spagnolo, in cerca dell'unico parente ancora vivo, uno zio. Jun ha perso la propria amata a causa di una mucca caduta letteralmente dal cielo…
Incapace di abbandonarlo, Roberto lo aiuta, e attraverso la loro singolare convivenza, e pur non parlando la stessa lingua, l'incontro tra le due differenti culture cambierà l'esistenza di entrambi.
 

COMMENTO   Parla di un incontro fatale il vincitore della Sesta edizione del Festival del Cinema di Roma. Un cuento chino (Un racconto cinese) è la storia dell’amicizia fra Roberto, uno scorbutico argentino, e un cinese che non conosce neppure una parola di spagnolo. A unirli? Il caso curioso di una mucca piovuta dal cielo durante un conflitto a fuoco...
Il regista Sebastian Borensztein, argentino, tratteggia nella sua opera prima un’Argentina grottesca, ironica, ma anche al tempo stesso commovente e in qualche modo toccante. Il grottesco e il fantastico, nel film di Borensztein, prendono vita nella realtà di un Paese scoperto, senza pelle. Impreparato e senza difese, sembra voler suggerire il regista. E quando nel film incomincia a emergere la malinconia di cui è venato, accade qualcosa di misterioso: si ha la sensazione che guardando Un cuento chino si guardi un cartone animato! Il trucco è tutto nel testo. Nella sceneggiatura che riesce a creare relazioni tra le persone e gli avvenimenti. Se all’inizio si rimane spaesati, poi non si può che rimanere catturati, imbrigliati anche noi, come le mucche, gli amanti i precipizi e i cinesi, nella rete di possibilità che il film (o la vita?) ci mette a disposizione. Un effetto incredibile.
Qualcuno si ricorderà del thriller vincitore dell’Oscar nel 2010 “Il segreto dei suoi occhi”, ebbene in Un cuento chino troviamo lo stesso protagonista: un bisbetico, ma in fondo buonissimo Riccardo Alberto Darin. E si può dire che senza di lui il film non avrebbe forse avuto lo stesso effetto straniante.
Stravagante, buffo, a tratti eccessivo, ma in fondo libero. Libero di raccontare, di far sognare, di andare oltre. Un film bellissimo, un esordio che lascia esterrefatti.

La frase:
"No, non ti capisco, non parlo una parola di cinese… e salite!".
a cura di Diego Altobelli