Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 La chiave di Sara (Elle s'appelait Sarah)

 
pic_movie_854   NUM   854  
  DATA E CINEMA   2012.02.28 (CINEF 49-17) DIAMANTE  
  RASSEGNA   CINEFORUM CHAPLIN  
 
     
  REGISTA   Gilles Paquet-Brenner  
  ATTORI   Kristin Scott Thomas, Mélusine Mayance, Niels Arestrup, Frédéric Pierrot, Michel Duchaussoy, Dominique Frot, Natasha Mashkevich, Gisèle Casadesus, Aidan Quinn  
  PRODUTTORE   Hugo Productions  
  SCENEGGIATORE    
  COMPOSITORE    
  PAESE   Francia  
  CATEGORIA   Drammatico  
  ANNO   2010  
  DURATA   106 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   http://www.sarahskey.com.au  
 
 
 

DESCRIZIONE   Parigi, ai giorni nostri. Julia Jarmond, giornalista americana che vive in Francia da 20 anni, sta facendo un’inchiesta sui dolorosi fatti del Velodromo D’inverno, il luogo in cui vennero concentrati migliaia di ebrei parigini prima di essere deportati nei campi di concentramento. Lavorando alla ricostruzione degli avvenimenti si imbatte in Sara, una donna che aveva 10 anni nel luglio del 1942, e ciò che per Julia era solo materiale per un articolo, diventa una questione personale, qualcosa che potrebbe essere legato ad un mistero della sua famiglia.
A 60 anni di distanza è possibile che due destini si incrocino portando alla luce un segreto che sconvolgerà per sempre la vita di Julia e dei suoi cari? A volte una verità che appartiene al passato comporta un prezzo da pagare nel presente...
 

COMMENTO   Si comincia la mattina del 16 Luglio 1942, quando la polizia francese fa irruzione in casa Starzynski con l’obiettivo di condurre l’intera famiglia all’interno del Velodromo d’Inverno, dove tredicimila ebrei francesi vennero ammassati in condizioni disumane, prima di essere mandati nei campi di concentramento nazisti.
In realtà, però, tratto dall’omonimo romanzo di Tatiana De Rosnay, il lungometraggio diretto da Gilles Paquet-Brenner non si svolge del tutto in quell’epoca, ma la alterna in continuazione con la Parigi del 2009; dove la Kristin Scott Thomas de "L’amante inglese" (2009) concede anima e corpo a Julia Jarmond, giornalista americana trasferitasi da lungo tempo in Francia che, impegnata proprio in un’inchiesta riguardante i dolorosi fatti del 1942, s’imbatte nella figura di Sarah Starzynski, la quale allora aveva soltanto dieci anni, trasformando le indagini sull’esistenza della piccola in una questione personale che potrebbe essere legata a un mistero della sua famiglia.
Quindi, forte di un cast diretto a dovere comprendente anche la Mélusine Mayance vista in "Ricky - Una storia d’amore e libertà" (2009) e l’Aidan Quinn di "Unknown - Senza identità" (2011), Paquet-Brenner struttura i circa 106 minuti di visione facendogli sfiorare i connotati del giallo, senza dimenticare piccoli momenti di tensione e permettendo a rivelazioni e segreti di emergere man mano che il racconto procede.
Del resto, il suo curriculum dietro la macchina da presa non manca di titoli rientranti nel genere (citiamo solo "UV - Seduzione fatale", del 2007, e l’horror thriller "Walled in", di due anni dopo), qui affrontato privilegiando i bei dialoghi forniti dalla sceneggiatura – concepita insieme a Serge Joncour – e con l’occhio principalmente rivolto, comunque, a una pagina di storia dell’Olocausto curiosamente poco tenuta in considerazione, soprattutto dalla Settima arte.
Ed è proprio quest’ultimo il motivo principale per spingere alla visione del film, storia di destini incrociati narrata senza concentrarsi banalmente su quelli che furono gli orrori della Seconda Guerra Mondiale, ma insistendo, casomai, sull’importanza della memoria, del ricordo.

La frase:
"Era la persona più triste che io avessi mai conosciuto".
a cura di Francesco Lomuscio