Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 Sherlock Holmes - Gioco di ombre (Sherlock Holmes - A Game of Shadows)

 
pic_movie_847   NUM   847  
  DATA E CINEMA   2012.01.03 FIUME  
  RASSEGNA    
 
     
  REGISTA   Guy Ritchie  
  ATTORI   Robert Downey Jr., Jude Law, Rachel McAdams, Kelly Reilly, Eddie Marsan, Geraldine James, Gilles Lellouche, William Houston, Affif Ben Badra, Jared Harris, Stephen Fry, Noomi Rapace  
  PRODUTTORE   Silver Pictures, Lin Pictures, Warner Bros. Pictures  
  SCENEGGIATORE    
  COMPOSITORE    
  PAESE   U.S.A.  
  CATEGORIA   Azione, Mistero, Drammatico  
  ANNO   2011  
  DURATA   129 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   http://http://sherlockholmes2.warnerbros.com/index.html  
 
 
 

DESCRIZIONE   Sherlock Holmes è sempre stato il più astuto di tutti… almeno fino ad oggi. Una nuova acuta mente criminale, il Professor Moriarty (Jared Harris), con una intelligenza pari a quella di Holmes e con una predisposizione al male ed una totale assenza di coscienza , potrebbe mettere in grande difficoltà il rinomato detective. Quando il Principe d'Austria viene trovato morto, tutte le prove raccolte dall'Ispettore Lestrade (Eddie Marsan), indicano come causa della morte il suicidio. Eppure Sherlock Holmes deduce che il Principe è stato vittima di un omicidio - omicidio che è soltanto il primo pezzo di un puzzle ben più grande e sinistro messo a punto dal Professor Moriarty. Unendo gli affari al piacere, Holmes continua nella sua indagine fino ad arrivare ad un club per gentiluomini, dove, insieme al fratello Mycroft Holmes (Stephen Fry), festeggia l'addio al celibato di Watson, e dove incontra al Sim (Noomi Rapace), una zingara cartomante, che vede più di quanto svela e il cui coinvolgimento involontario nell'omicidio del Principe la rende un ottimo futuro bersaglio. Holmes riesce a salvarle la vita con un colpo di fortuna, e in cambio, sebbene con riluttanza, la donna accetta di aiutarlo. Le indagini prendono una piega ancor più pericolosa mentre Holmes, Watson e Sim attraversano l'Europa - dall'Inghilterra alla Francia, alla Germania e infine in Svizzera. L'astuto Moriarty è sempre un passo avanti a loro e sta mettendo a punto una trama di morte e distruzione quale parte di un piano ancor più grande che, se dovesse realizzarsi, cambierebbe per sempre il corso della storia.
 

COMMENTO   Che il grandissimo Robert Downey Jr sarebbe tornato a vestire i panni del detective più famoso della letteratura, lo si era già intuito da quel provocante "Caso riaperto..." pronunciato nel 2009 al termine di "Sherlock Holmes", lungometraggio tramite cui l’ex marito di Madonna Guy Ritchie provvide a ridefinire per le generazioni d’inizio XXI secolo l’iconico personaggio creato da Sir Arthur Conan Doyle, trasformandolo in palestratissimo eroe d’azione.
Ed è il suo amico, socio e occasionale alter ego John Watson – ancora una volta incarnato da Jude Law – il primo che rivediamo in scena in questo sequel sempre diretto dall’autore di "Snatch - Lo strappo", che, già in anticipo rispetto ai titoli di testa, fa sfoggio di esplosioni e scazzottate.
Sequel che, ponendo in secondo piano Rachel McAdams, la quale torna nel ruolo di Irene Adler, coinvolge stavolta la Noomi Rapace di "Uomini che odiano le donne" in quello della misteriosa zingara Sim, destinata ad allearsi con i due protagonisti nel tentativo di fermare il tanto astuto quanto malvagio James Moriarty alias Jared Harris, il compimento del cui infausto complotto rischierebbe di cambiare per sempre il corso della storia.
Impresa che li spinge a partire da Londra per toccare la Francia, la Germania e la Svizzera, senza dimenticare Kelly Reilly di nuovo a fare da compagna di Watson; mentre a mancare non sono i consueti, grotteschi travestimenti e una buona scorta di umorismo inglese, con il quale Law e Downey Jr dimostrano di saper giocare a dovere.
Al servizio di un secondo tassello che, in fin dei conti, non risulta né meglio, né peggio del guardabile precedente, rispetto al quale, come vuole una delle tante regole hollywoodiane relative alle continuazioni, concede soltanto maggiore spazio alla spettacolarità; con una serrata sequenza ambientata sul treno e una sparatoria nel bosco infarcita di ralenti alla "Matrix" (il cui produttore, non a caso, è lo stesso Joel Silver).
Per il resto, abbiamo i soliti, non proprio incalzanti ritmi di Ritchie, che, come sempre, camuffa i suoi limiti e la pochezza di script ricorrendo a qualche virtuosismo tecnico – soprattutto di montaggio veloce – volto a rendere esteticamente accattivante l’operazione. Tanto da riuscire a far cadere gli spettatori più modaioli e meno cinematograficamente esigenti nel lussuoso inganno.
Solo loro, però.

La frase:
"Forse ha sentito parlare di me, mi chiamo Sherlock Holmes".
a cura di Francesco Lomuscio