Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 Contagion (Contagion)

 
pic_movie_843   NUM   843  
  DATA E CINEMA   2011.11.24 (CINEF 49-08) PINDEMONTE  
  RASSEGNA   CINEFORUM CHAPLIN  
 
     
  REGISTA   Steven Soderbergh  
  ATTORI   Matt Damon, Marion Cotillard, Bryan Cranston, Kate Winslet, Gwyneth Paltrow, Jude Law, Laurence Fishburne, Jennifer Ehle, John Hawkes, Elliott Gould  
  PRODUTTORE   Double Feature Films, Imagenation Abu Dhabi FZ, Regency Enterprises, Warner Bros. Pictures  
  SCENEGGIATORE    
  COMPOSITORE    
  PAESE   U.S.A.  
  CATEGORIA   Thriller  
  ANNO   2011  
  DURATA   105 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   http://www.contagionmovie.warnerbros.com  
 
 
 

DESCRIZIONE   Una turista internazionale mette la mano nella ciotola dei salatini di un aeroporto prima di dare la sua carta di credito al cameriere. Una riunione d’affari inizia con un giro di strette di mani. Un uomo tossisce a bordo di un autobus affollato...
Un solo contatto. Un solo istante. Ed il virus letale viene trasmesso. Quando Beth Emhoff (Gwyneth Paltrow) torna a Minneapolis dopo un viaggio d’affari ad Hong Kong, quello che pensava fosse solo un banale jet lag è invece il contagio di un virus. Dopo due giorni, la donna muore in un pronto soccorso ed i dottori dicono al marito scioccato e afflitto (Matt Damon) che non hanno idea di cosa sia successo. In breve tempo altre persone mostrano gli stessi misteriosi sintomi: tosse secca e febbre, seguita da attacchi ischemici, emorragia cerebrale e … in ultimo, la morte. A Minneapolis, Chicago, Londra, Parigi, Tokyo e Hong Kong, i numeri si moltiplicano in breve tempo: da un caso si passa a quattro, poi a sedici, poi a centinaia, migliaia, il contagio supera ogni confine, alimentato dalle infinite interazioni che avvengono tra gli esseri umani nel corso di una normale giornata di vita quotidiana. Esplode una pandemia globale. Al Centro USA per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie, i ricercatori si mobilitano per cercare di interrompere la catena dell’agente patogeno che continua a mutare. Il vice direttore Cheever (Laurence Fishburne) cerca di placare il panico crescente nonostante sia anch’egli preoccupato ed incarica una coraggiosa e giovane dottoressa (Kate Winslet) di valutare tutti i rischi possibili. Allo stesso tempo, nel mezzo di una crescente ondata di sospetti che circonda un potenziale vaccino –e chi dovrebbe eventualmente ottenerlo per primo- la dottoressa Leonora Orantes (Marion Cotillard) dell’OMS lavora duramente cercando di sfruttare la sua rete di conoscenze per arrivare alla soluzione di ciò di cui tutti si stanno occupando. Man mano che il numero dei morti aumenta, e le persone fanno il possibile per proteggere se stesse e i loro cari -in una società che sta rapidamente andando alla deriva- un blogger attivista (Jude Law) sostiene che il pubblico non stia ricevendo 4 correttamente le dovute informazioni sulla realtà
 

COMMENTO   Matt Damon è un uomo shockato e afflitto per l’improvvisa morte della moglie Gwyneth Paltrow, appena tornata a Minneapolis dopo un viaggio d’affari a Hong Kong; Kate Winslet è una coraggiosa dottoressa incaricata da Laurence Fishburne, vice direttore del Centro USA per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie, di valutare tutti i rischi possibili del pericoloso virus che pare stia colpendo anche altre località terrestri, mentre una collega dell’OMS con le fattezze di Marion Cotillard lavora duramente per arrivare alla soluzione di una crescente ondata di sospetti che circonda un potenziale vaccino.
Tra colonna sonora alla John Carpenter e titoli di testa che poco si distaccano da quelli che aprono molti prodotti ad alta tensione da prima serata televisiva, come in alcuni film di George A. Romero non manca neppure un evidente attacco alla mala informazione diffusa dai grossi media – incarnato da un blogger attivista interpretato da Jude Law – nella pellicola di Steven Soderbergh, regista di "Ocean’s eleven" (2001) e seguiti, che sembra riallacciarsi a un filone tanto caro alla cinematografia di genere degli anni Settanta: quello dell’epidemia.
Del resto, l’impressione immediata è quasi quella di assistere ad una sorta di derivazione de "La città verrà distrutta all’alba" (1973) privata, però, delle tipiche implicazioni aggressivo-zombesche care al citato re dei morti viventi su celluloide.
Ed è soprattutto tramite il veloce montaggio del fido Stephen Mirrione che si tenta di coinvolgere lo spettatore all’interno della realistica dimensione da incubo in cui si trova il manipolo di protagonisti, man mano che il numero delle vittime aumenta e la società provvede ad andare rapidamente alla deriva.
Ma, al di là dell’ottimo gioco d’inquadrature finali, i circa 105 minuti di visione – che non sembrano riuscire sempre a sfuggire alla morsa della fiacchezza – non fanno altro che riconfermare l’esito di quasi tutti i titoli sfornati dal sopravvalutato autore di "Traffic" (2000) quando lavora lontano dai canoni indipendenti alla "Bubble" (2005): un’operazione esteticamente curata e sostenuta dal cast all star, però... guardabile e niente più.

La frase:
- "Mai visto qualcosa di simile?"
- "No, e sta ancora mutando".
a cura di Francesco Lomuscio