Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 Michel Petrucciani - Body & Soul (Michel Petrucciani)

 
pic_movie_833   NUM   833  
  DATA E CINEMA   2011.08.25 ARENA-FIUME  
  RASSEGNA    
 
     
  REGISTA   Michael Radford  
  ATTORI    
  PRODUTTORE   Partner Media Investment  
  SCENEGGIATORE    
  COMPOSITORE    
  PAESE   Italia, Francia, Germania  
  CATEGORIA   Documentario, Musicale  
  ANNO   2011  
  DURATA   90 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   http://  
 
 
 

DESCRIZIONE   Michel Petrucciani era un uomo sorprendente e particolare, sia da un punto di vista fisico che dal punto di vista del suo straordinario talento musicale. Questa è la storia di come raggiunse il successo attraverso una volontà incrollabile e la forza della sua personalità Se la prova della vera grandezza è la capacità di realizzare qualcosa che sembra al di là delle possibilità umane, allora Michel Petrucciani di grandezza ne aveva a valanghe.
Nato con una malattia genetica, l’osteogenesi imperfetta, che gli impedì di crescere oltre il metro, Michel Petrucciani riuscì a sormontare ostacoli incredibili e diventare un artista jazz di rango internazionale. Petrucciani fece il suo primo concerto da professionista all’età di 13 anni. Da lì la sua carriera procedette rapidamente portandolo a suonare con alcuni dei migliori jazzisti del mondo. Nel corso della sua vita, Petrucciani ha venduto oltre un milione e mezzo di LP, suonando in centinaia di concerti nelle maggiori città del mondo. Attraverso una collezione ricchissima di interviste e materiali di archivio "Michel Petrucciani - Body & Soul" ci racconta l’incredibile storia di uomo spinto da un desiderio insaziabile e divorante per tutto quello che la vita ha da offrire – i viaggi, le donne, l’arte – una forza della natura dall’incredibile talento che ha dovuto sconfiggere un handicap fisico pesantissimo per diventare un gigante della musica.
 

COMMENTO   Michael Radford, il regista, tra gli altri de Il postino, ultimo film di Massimo Troisi, grande appassionato della musica e del documentario, decide di cimentarsi in un’operazione già tentata, con sorti alterne, da altri suoi colleghi: rendere cinematograficamente la vita di un musicista. E il suo interesse si concentra su uno dei geni più eccentrici, scostanti, perfino arroganti dei nostri tempi, il pianista Michel Petrucciani. Petrucciani, francese, virtuoso di jazz e musica classica, morto a trentasette anni nel 1999, costituisce per Radford un esempio di genialità che si dicotomizza in due anime, quella jazzistica e quella classica, dando a entrambe, appunto, corpo e anima (soul).
Sfortunato nella nascita, per una osteogenesi imperfetta (la cosiddetta 'Sindrome delle ossa di cristallo') e per conseguente nanismo, Petrucciani seppe superare i suoi handicap, trasferendo tutto il suo essere nel piano e in un’esistenza vissuta con gioia, sempre nel segno del 'cogli l’attimo'. Bambino prodigio, sostenuto dal padre, instancabile viaggiatore e 'assaggiatore' dei sapori della vita, Petrucciani era un individuo ingombrante, difficile da seguire.
Radford tenta l’operazione 'inseguimento' e si affida a materiale di repertorio, interviste ad amici e colleghi, senza mai indicare il nome del testimone, che va intuito, concentrando l’attenzione dello spettatore solo sull’uomo e sull’artista e non sul contorno. Il regista sfrutta le parole dello stesso Petrucciani e la sua musica, naturalmente, per tentare di svelare il mistero di un uomo di eccessi, vampiro della vita, irrefrenabile. Ma il suo ritratto, nonostante il materiale, risulta prevedibile, privo di una qualche verve, girato con linearità scolastica, disarmante: ciò che colpisce lo spettatore è la mancanza di colore e di originalità del regista, che ci regala un film tra i tanti, non memorabile, di cui si può apprezzare la scelta musicale e la capacità di mantenersi lontano dal ritratto agiografico.

La frase:
"Le persone non capiscono che non è necessario essere alti un metro e ottanta per essere umani. Quello che conta è ciò che c’è nella testa e nel corpo. E soprattutto nella propria anima".
a cura di Donata Ferrario