Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 In un mondo migliore (Hævnen)

 
pic_movie_809   NUM   809  
  DATA E CINEMA   2011.01.31 KAPPADUE (CINEF 48-14)  
  RASSEGNA   CINEFORUM CHAPLIN  
 
     
  REGISTA   Susanne Bier  
  ATTORI   Mikael Persbrandt, Wil Johnson, Trine Dyrholm, Ulrich Thomsen, Camilla Gottlieb, Eddie Kihani, Emily Mglaya, Satu Helena Mikkelinen  
  PRODUTTORE   Zentropa Entertainments16  
  SCENEGGIATORE    
  COMPOSITORE    
  PAESE   Danimarca  
  CATEGORIA   Drammatico  
  ANNO   2010  
  DURATA   113 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   http://  
 
 
 

DESCRIZIONE   Il dottor Anton (Mikael Persbrandt), che opera in un campo profughi in Sudan, torna a casa nella monotona tranquillità di una cittadina della provincia danese. Qui si incrociano le vite di due famiglie e sboccia una straordinaria e rischiosa amicizia tra i giovani Elias (Markus Rygaard) e Christian (William Jøhnk Nielsen). La solitudine, la fragilità e il dolore, però, sono in agguato e presto quella stessa amicizia si trasformerà in una pericolosa alleanza e in un inseguimento mozzafiato in cui sarà in gioco la vita stessa dei due adolescenti.
 

COMMENTO   Dopo aver rischiato di vincere l'Oscar come miglior regista con "Noi due sconosciuti" (2007) e "Dopo il matrimonio" (2006), Susanne Bier torna sul grande schermo - e al Festival del Cinema di Roma - con una storia potentissima.
Anton è un medico del Darfur diviso tra Africa e Danimarca, dove ha lasciato moglie e figli. Proprio il più grande dei due piccoli, Elias, fa la conoscenza di un ragazzino difficile trasferitosi da poco nella comunità, Christian. I due bambini stringono amicizia, ma il disagio giovanile di Christian, dovuto alla perdita della madre, porterà i ragazzini a mettersi nei guai. Anton cercherà di insegnare loro a stare al mondo...
Quello che SusanneBier riesce a fare con astuto mestiere e grande ispirazione artistica è quello di amalgamare due film distinti e renderli un’unica entità. Da una parte abbiamo la situazione del Darfur, con la situazione dei medici che cercano di tamponare una ferita profonda del Mondo. Dall'altra abbiamo un panorama completamente diverso, la tranquilla e agiata Danimarca, con la vicenda di bullismo che lega i due giovani protagonisti. A unire due trame e due situazioni così profondamente diverse è il protagonista Anton che riesce a trovare una risposta morale al problema esistenziale che aleggia nell'aria. Rispondere alla violenza con la violenza? C'è un'altra via? Se sì, come applicarla.
Forse si dirà che la pellicola pecchi di buonismo, e potrà apparire vagamente ingenua. Ma al contrario quello della Bier, oltre che essere un film girato in modo impeccabile, è un messaggio importante.
Esiste un'altra strada. Esiste un mondo migliore ancora possibile.

La frase: "Lui non mi fa paura".
Diego Altobelli