Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 La passione (La passione)

 
pic_movie_795   NUM   795  
  DATA E CINEMA   2010.11.05 (CINEF 48-05) FIUME  
  RASSEGNA   CINEFORUM CHAPLIN  
 
     
  REGISTA   Carlo Mazzacurati  
  ATTORI   Silvio Orlando, Giuseppe Battiston, Corrado Guzzanti, Cristiana Capotondi, Stefania Sandrelli, Kasia Smutniak  
  PRODUTTORE   Fandango, Rai Cinema  
  SCENEGGIATORE    
  COMPOSITORE    
  PAESE   Italia  
  CATEGORIA   Commedia  
  ANNO   2010  
  DURATA   106 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   http://filmup.leonardo.it/sc_lapassione.htm  
 
 
 

DESCRIZIONE   Passati cinquant'anni, essere un regista emergente diventa un problema. Ne sa qualcosa Gianni Dubois (Silvio Orlando), che non fa un film da anni, e adesso che avrebbe la possibilità di dirigere una giovane stella della tv non riesce nemmeno a farsi venire in mente una storia. Come se non bastasse, una perdita nel suo appartamento in Toscana ha rovinato un affresco del Cinquecento nella chiesetta adiacente. Per evitare una denuncia e una pessima figura, Gianni deve accettare la bizzarra proposta del sindaco del paese: dirigere la sacra rappresentazione del venerdì santo in cambio dell'impunità. Così si ritrova a passare una settimana nella Toscana più profonda nel tentativo di mettere in piedi una specie di Via Crucis, con gli apostoli, Ponzio Pilato, la crocifissione, e un pessimo e vanitosissimo attore locale nella parte di Cristo (Corrado Guzzanti). Ma deve anche pensare al film per Flaminia Sbarbato (Cristiana Capotondi), la diva del piccolo schermo che non ne può più di aspettare. Quando tutto sembra sfuggirgli di mano, Gianni incontra Ramiro, un ex galeotto appassionato di teatro, pieno di buona volontà e spiantato quanto basta. Le cose sembrano prendere la strada giusta, ma non per molto: un brutto litigio con Flaminia manda all'aria il film, mentre Ramiro svanisce rapidamente nel nulla lasciandolo solo. Grazie ad un ultimo colpo di scena, però, Gianni Dubois riuscirà per una volta a combinare qualcosa di buono.
 

COMMENTO   Regista a cinquant’anni passati, Gianni Dubois, cui concede anima e corpo Silvio Orlando, non fa un film da molto tempo e, proprio quando gli viene offerta la possibilità di dirigere la giovane stella televisiva Flaminia Sbarbato alias Cristiana Capotondi, non riesce a farsi venire in mente una storia.
Parte quindi dalla crisi d’ispirazione artistica il lungometraggio di Carlo Mazzacurati, il cui protagonista, al fine di evitare una denuncia e una pessima figura dopo che una perdita nel suo appartamento in Toscana ha rovinato un affresco del Cinquecento nella chiesetta adiacente, accetta – su bizzarra proposta del sindaco del paese – di dirigere la sacra rappresentazione del venerdì santo in cambio dell’impunità.
E, con il mai disprezzabile Giuseppe Battiston nei panni di un ex galeotto appassionato di teatro e Corrado Guzzanti in quelli di un pessimo attore locale impegnato a fare da meteorologo e coinvolto nella rappresentazione per ricoprire il ruolo di Cristo, è nella bella fotografia dell’ottimo Luca Bigazzi che Mazzacurati immerge una vicenda dolce-amara dal sapore vagamente (???) autobiografico.
Una vicenda che, oltre a parlare della paura di creare e del blocco che nasce da ciò, inscena un’Italia sempre bisognosa di toccare il fondo per trovare la forza e le idee utili al riscatto, puntando su un tanto divertente quanto malinconico Orlando contornato da un cast decisamente in forma, al cui interno troviamo anche il veterano Gianfranco Barra nei panni di un medico.
Però, mentre apprendiamo in maniera ironica, tra l’altro, che la gommapiuma ha ucciso il teatro italiano, pur ridendo in diverse occasioni non fatichiamo ad avvertire una certa debolezza da parte del soggetto, il quale fa anche scomparire improvvisamente e senza spiegazione il personaggio di Flaminia.
Soggetto scritto dallo stesso regista insieme a Umberto Contarello ("Questione di cuore"), Doriana Leondeff ("Cosa voglio di più") e Marco Pettenello ("La giusta distanza"), il quale, pur delineando un racconto tutto sommato godibile, risulta in fin dei conti banale, testimoniando che ad avere bisogno d’ispirazione non sia soltanto Dubois, ma anche l’autore di "Un’altra vita" (1992) e "L’amore ritrovato" (2004).

La frase: "A questo mondo nessuno è indispensabile, anche Gesù può essere sostituito".
Francesco Lomuscio