Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 Lourdes (Lourdes)

 
pic_movie_776   NUM   776  
  DATA E CINEMA   2010.04.15 (CINEF 47-22) FIUME  
  RASSEGNA   CINEFORUM CHAPLIN  
 
     
  REGISTA   Jessica Hausner  
  ATTORI   Léa Seydoux, Sylvie Testud, Bruno Todeschini, Irma Wagner, Elina Löwensohn, Gilette Barbier, Gerhard Liebmann  
  PRODUTTORE   Coop 99, Essential, Parisienne de Production, Thermidor  
  SCENEGGIATORE    
  COMPOSITORE    
  PAESE   Austria  
  CATEGORIA   Drammatico  
  ANNO   2009  
  DURATA   95 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   http://filmup.leonardo.it/sc_lourdes.htm  
 
 
 

DESCRIZIONE   Christine ha trascorso la maggior parte della sua esistenza inchiodata a una sedia a rotelle. Decide di recarsi a Lourdes, il leggendario luogo di pellegrinaggio situato nel cuore dei Pirenei, per uscire dall'isolamento. Una mattina, al risveglio, si scopre apparentemente guarita da un miracolo. La guida del gruppo di pellegrini, un affascinante quarantenne membro dell'Ordine di Malta, comincia a mostrare un certo interesse nei suoi confronti. Mentre la sua guarigione suscita gelosia e ammirazione, Christine cerca di afferrare la nuova occasione di felicità che la vita le ha offerto.
 

COMMENTO   "Prima di tutto mi è venuta l'idea di girare un film su un miracolo. Il miracolo rappresenta un paradiso, un'incrinatura nella logica che ci guida verso la morte. L'attesa del miracolo è in un certo senso la speranza che alla fine tutto vada per il meglio e che ci sia qualcuno che veglia su di noi. Durante le mie ricerche sui miracoli mi sono soffermata sul fenomeno particolare di Lourdes, luogo in cui i miracoli avvengono regolarmente. Ho scelto quel luogo per ambientare il mio film perché volevo evidenziare il fatto che i pellegrini vanno con la speranza di vivere un miracolo. In fondo, è questa la suspense della storia".
Con queste parole, la regista Jessica Hausner racconta le motivazioni e la genesi del suo film riguardante un pellegrinaggio a Lourdes, i cui protagonisti sono Christine (Sylvie Testud), inchiodata da molti anni su una sedia a rotelle a causa di una malattia incurabile, la giovane Maria (Léa Seydoux), volontaria dell'Ordine di Malta che si prende cura di lei, e la signora Hartl (Gilette Barbier), brusca sessantenne giunta sul posto nel tentativo di alleviare le sofferenze di un'esistenza interamente trascorsa in solitudine.
Un lungometraggio che, interrogandosi sul modo in cui possiamo dare un senso alla vita attraverso le nostre azioni, attinge dichiaratamente da "Ordet" (1955) di Carl Theodore Dreyer per quanto riguarda il soggetto e dai lavori di Jacques Tati per il tipo di umorismo volto ad affrontare con leggerezza e ironia le questioni esistenziali.
Nel finale, infatti, si canta anche sulle note di "Felicità" di Al Bano e Romina, ma, chi ha avuto modo di vedere il thriller "Hotel" (2004), precedente, sconclusionato lavoro della cineasta viennese, sa bene a cosa rischia di andare incontro.
Quindi, tra regia priva di alcun particolare guizzo e silenzi spesso rotti solo dai rumori di scena, a dominare sono tanto insostenibili quanto lenti ritmi di narrazione; al servizio, oltretutto, di una storia molto più banale di quanto voglia apparire originale.

La frase: "Bisogna prima di tutto guarire nell'anima, soltanto dopo il corpo potrà guarire".
Francesco Lomuscio