Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 Soul Kitchen (Soul Kitchen)

 
pic_movie_775   NUM   775  
  DATA E CINEMA   2010.03.25 (CINEF 47-21) FIUME  
  RASSEGNA   CINEFORUM CHAPLIN  
 
     
  REGISTA   Fatih Akin  
  ATTORI   Adam Bousdoukos, Moritz Bleibtreu, Birol Ünel, Wotan Wilke Möhring, Jan Fedder, Peter Lohmeyer, Dorka Gryllus, Lukas Gregorowicz, Catrin Striebeck  
  PRODUTTORE   Corazón International  
  SCENEGGIATORE    
  COMPOSITORE    
  PAESE   Germania  
  CATEGORIA   Commedia  
  ANNO   2009  
  DURATA   99 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   http://filmup.leonardo.it/sc_soulkitchen.htm  
 
 
 

DESCRIZIONE   Zinos, giovane proprietario del ristorante "Soul Kitchen", sta attraversando un periodo sfortunato. Nadine, la sua ragazza, si è trasferita a Shanghai, i suoi clienti abituali boicottano il nuovo chef e ha problemi alla schiena! La situazione sembra migliorare quando un giro giusto di persone abbraccia la sua nuova filosofia culinaria, ma non basta a guarire il cuore spezzato di Zinos. Decide di volare in Cina per raggiungere Nadine, consegnando il ristorante all'inaffidabile fratello Illias, un ex detenuto. Entrambe le decisioni si riveleranno catastrofiche: Illias si gioca il ristorante che finisce nelle mani di un losco agente immobiliare e Nadine si è trovata un nuovo amante! Ma, forse, i fratelli Zinos e Illias hanno un'ultima possibilità di riprendersi il Soul Kitchen, sempre che riescano a smettere di litigare e si decidano a fare un gioco di squadra.
 

COMMENTO   Soul Kitchen, del giovane regista tedesco Fatih Akin è stato il film più divertente, sorprendente e allegro del 66 Festival del cinema di Venezia. Qual’è il segreto di questa rinfrescante sorpresa? Sicuramente l’approccio entusiasta e coinvolgente alla regia del giovane Fatih Akin, già vincitore dell’Orso d’oro a Berlino nel 2004 con "La sposa turca" e qui al suo esordio con la commedia "pura".
Questa pellicola ruota intorno a un ristorante di Amburgo che si chiama, per l’appunto, Soul Kitchen. Nessuna sorpresa dunque che il gestore di un locale da questo nome così evocativo sia una ragazzone capelluto dotato di un’incredibile somiglianza con Jim Morrison. Assieme a lui troviamo un fratello detenuto in semi-libertà e tanti altri personaggi coloratissimi che si muovono in questo ambiente che sembra attrarre sfortuna, disavventure e una certa dose di psichedelia. Uno dei protagonisti è uno straordinario chef, completamente folle e animato dalla visionaria missione di rendere il mondo migliore attraverso il gusto, a qualunque prezzo questo sia necessario, anche minacciando il proprietario a colpi di coltello se necessario.
Con così tanti personaggi, ciascuno animato da una propria motivazione, Soul Kitchen presenta una sceneggiatura di straordinaria complessità, ricca di snodi narrativi e di colpi di scena, di situazioni comiche che vanno dal leggero al grottesco più spinto. Il lieto fine, davvero liberatorio, è peraltro molto delicato, appena tratteggiato nel presentare quello che non deve essere un necessario "e vissero felici e contenti" ma semplicemente una possibilità di felicità, un atto di fede nella speranza.
Il pregio principale di Soul Kitchen risiede principalmente nei ritmi serrati, in una regia tagliente e in umorismo che non teme di presentare anche gli eccessi in un’aura di normalità, rendendo la comicità di questi momenti ancora più straniante. Speriamo di cuore che questo gioiellino arrivi al più presto in Italia.

La frase: "Hai 40 piatti nel menù e hanno tutti lo stesso sapore".
Mauro Corso