Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 Ricky - Una storia d'amore e libertà (Ricky - Una storia d'amore e libertà)

 
pic_movie_755   NUM   755  
  DATA E CINEMA   2009.11.12 (CINEF 47-06) FIUME  
  RASSEGNA   CINEFORUM CHAPLIN  
 
     
  REGISTA   François Ozon  
  ATTORI   Alexandra Lamy, Sergi López, Mélusine Mayance, Arthur Peyret, André Wilms, Jean-Claude Bolle-Reddat, Julien Haurant, Eric Forterre, Diego Tosi  
  PRODUTTORE   Teodora Film, Eurowide Film Production, FOZ  
  SCENEGGIATORE    
  COMPOSITORE    
  PAESE   Italia, Francia  
  CATEGORIA   Commedia, Drammatico  
  ANNO   2009  
  DURATA   90 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   http://filmup.leonardo.it/sc_rickyunastoriadamoreeliberta.htm  
 
 
 

DESCRIZIONE   Divisa tra la figlia Lisa e il lavoro in fabbrica, la vita di Katie cambia all'improvviso quando conosce Paco, un collega con cui inizia una relazione piena di passione. Il frutto del loro amore, Ricky, è un bambino con un dono inaspettato: due piccole ali, che crescono giorno dopo giorno. Dopo lo sconcerto iniziale, Katie prova a nascondere al mondo questo segreto, ma le cose si complicano quando la storia finisce in mano ai media: s'impone allora nei confronti del bambino meraviglioso la scelta tra possesso e amore.
 

COMMENTO   Liberamente ispirato al racconto "Moth" di Rose Tremain, che nella versione francese s’intitola "Léger comme l’air", "Ricky - Una storia d’amore e libertà" parte dalla figura di Katie (Alexandra Lamy), la quale, divisa tra il lavoro in fabbrica e la figlia Lisa (Mélusine Mayance), trova l’amore nel collega Paco (Sergi Lopez), finendo per dare alla luce il piccolo Ricky.
Inizialmente, quindi, tra regia nella media che non risparmia comunque colte analogie (si pensi alla bambina che mangia il pollo mentre il fratellino viene allattato), taglio da cronaca sociale e vita da genitori tempestata di biberon e pannolini sporchi, il film di François Ozon – autore di "8 donne e un mistero" e "Swimming pool" – non sembra essere altro che l’ennesimo prodotto destinato agli estimatori della tecnica e dei ritmi narrativi tipici del cinema d’oltralpe lontano da quello proto-stelle e strisce di Luc Besson.
In maniera sorprendente, invece, con un’evoluzione narrativa che sembra a tratti sfiorare perfino l’horror, arriva improvvisamente a tirare in ballo piccole ali che, giorno dopo giorno, crescono sulla schiena del pargolo, fino a permettergli di svolazzare libero nell’aria.
Un inaspettato risvolto fantastico che, concretizzato tramite il prezioso contributo dei riusciti effetti visivi per mano della BUF ("Matrix revolutions" e "Spider-man 3" nel curriculum), punta tutt’altro che al facile intrattenimento da pop corn, conferendo piuttosto al mini-angelo laico e proletario le fattezze dell’ennesimo sinonimo di "diverso", difeso a tutti i costi dalla madre che deve vedersela anche con i soliti giornalisti ficcanaso, interessati a trasformarlo in un fenomeno sforna-denaro (e qui s’intravedono anche riferimenti ai recenti fatti di gossip che hanno avuto per protagoniste fotografie scattate ai figli dei vip).
È quindi la necessità di difendere con tutto il proprio essere la libertà e l’amore il tema centrale di questa a tratti commovente favola moderna che, altamente realistica nonostante l’assurdità dell’argomento trattato, l’autore parigino confeziona aiutato anche dalla buona prova del cast e senza rinunciare a un pizzico d’ironia.
E già in possesso di tutti gli elementi utili agli americani per trasformarla nell’ennesimo remake d’oltreoceano.

La frase: "Dai, non fare la misteriosa, facci vedere il mostriciattolo".
Francesco Lomuscio