Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 Operazione Valchiria (Valkyrie)

 
pic_movie_745   NUM   745  
  DATA E CINEMA   2009.06.25 PINDEMONTE  
  RASSEGNA    
 
     
  REGISTA   Bryan Singer  
  ATTORI   Tom Cruise, Eddie Izzard, Kenneth Branagh, Stephen Fry, Bill Nighy, Tom Wilkinson, Carice van Houten, Terence Stamp, Thomas Kretschmann, Halina Reijn  
  PRODUTTORE   United Artists, Achte Babelsberg Film, Bad Hat Harry Productions  
  SCENEGGIATORE    
  COMPOSITORE    
  PAESE   U.S.A.  
  CATEGORIA   Drammatico, Storico, Thriller  
  ANNO   2008  
  DURATA   120 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   http://filmup.leonardo.it/sc_valkyrie.htm  
 
 
 

DESCRIZIONE   Tratto da una stupefacente storia vera, Operazione Valchiria, è la cronaca del coraggioso e ingegnoso piano per eliminare uno dei più perversi tiranni che il mondo abbia mai conosciuto. Orgoglioso della divisa che indossa, il colonnello Stauffenberg è un ufficiale leale che ama il suo paese, ma che è stato costretto ad assistere con orrore all'ascesa di Hitler e alla Seconda guerra mondiale. Ha continuato a servire nell'esercito, sempre con la speranza che qualcuno trovasse il modo per fermare Hitler prima che l'Europa e la Germania fossero distrutte. Quando si rende conto che il tempo stringe, Stauffenberg decide di entrare in azione e nel 1942 cerca di persuadere i comandanti del fronte orientale a rovesciare Hitler. Poi, nel 1943, mentre si sta riprendendo dalle ferite subite in combattimento, si unisce a un gruppo di uomini inseriti nei ranghi del potere che cospirano contro il tiranno. La loro strategia prevede di usare lo stesso piano di emergenza di Hitler per consolidare il paese nell'eventualità della sua morte - l'Operazione Valchiria - per assassinare il dittatore e rovesciare il governo nazista. Con il futuro del mondo e il destino di milioni di persone, oltre alla vita della moglie e dei figli, appesi a un filo, Stauffenberg da oppositore di Hitler diventa l'uomo che deve uccidere Hitler.
 

COMMENTO   Il venti luglio del 1944, dopo essere scampato all’ennesimo attentato, Adolf Hitler disse la famosa frase: “Vedo in questo una conferma del compito, affidatomi dalla provvidenza, di proseguire l'obiettivo di tutta la mia vita, esattamente come ho fatto fino ad oggi”. È una citazione celebre, un’affermazione che spesso si ricorda perché sottolinea più che mai l’arroganza, e soprattutto quell’idea di una grandezza predestinata per la Germania, su cui il fuhrer fondò i suoi progetti di conquista. Per lui continuava quel sogno da cui non poteva più tornare indietro (la guerra sembrava ormai invincibile per i tedeschi), per molti altri a persistere fu l’incubo di un una sorta di suicidio collettivo. Era stato proprio per porre fine a quella che ormai era diventata una gestione avventata e senza via di uscita, che era stato preparato l’attentato del venti luglio, quello che tuttora è ricordato come “la lunga notte della valchiria” e che vide il coinvolgimento di molte delle più alte cariche dell’esercito tedesco.
Con “Operazione Valchiria” gli amici, e già autori assieme di “I soliti sospetti”, Bryan Singer (regista) e Cristopher McQuarrie (sceneggiatore), coadiuvati da Nathan Alexander (sceneggiatore anche lui), ci raccontano quindi una storia ispirata a fatti veri, un’azione eroica che avrebbe potuto cambiare l’epilogo della seconda guerra mondiale. Grande sforzo produttivo, massima ricerca di realismo (nelle location, con tanto di coda polemica sui permessi di girare in una Germania dove essere membri di una setta come Scientology è quasi reato), per un film che non è certamente una pacchianata americana come molte acide anticipazioni di giornalisti e cinebloggers hanno predetto, ma che neanche emerge per particolari meriti. Il limite principale è nella struttura narrativa: come si può costruire un thriller che dovrebbe avere l’apice della suspanse nel finale, quando si sa già che, causa realismo, è stato tutto un buco nell’acqua? Non si capiscono poi se i ravvedimenti dei cospiratori, finalmente contro Hitler dopo anni di servilismo e scalata sociale, siano legati alla preoccupazione di una sconfitta sempre più ingente, o ad una presa di coscienza sui valori etici infranti dal nazismo. Manca lo scavo nel dramma individuale, l’enfasi viene messa sull’azione nonostante si tratti di un thriller da camera, i personaggi (salvo qualcuno di contorno), rimangono monocordi (Tom Cruise poi in questi ruoli da bravo eroe non è più credibile, tanto più se mono-occhio. Quando capirà che deve concentrarsi in ruoli più complessi, meglio se cattivi?), non decollano così come non decolla tutta la storia. Si segue, senza dubbio, e da un punto di vista divulgativo è anche interessante portare attenzione sull’episodio, ma non basta a farne qualcosa di più di un film sufficiente.

La frase: "Lunga vita all’amata Germania!".
Andrea D'Addio