Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 Giù al nord - Bienvenue chez les ch'tis (Bienvenue chez les Ch'tis)

 
pic_movie_719   NUM   719  
  DATA E CINEMA   2008.12.04 (CINEF 46-10) PINDEMONTE  
  RASSEGNA   CINEFORUM CHAPLIN  
 
     
  REGISTA   Dany Boon  
  ATTORI   Kad Merad, Dany Boon, Michel Galabru, Line Renaud, Zoé Félix, Philippe Duquesne, Lorenzo Ausilia-Foret, Anne Marivin, Guy Lecluyse  
  PRODUTTORE   Pathé Renn Productions  
  SCENEGGIATORE    
  COMPOSITORE    
  PAESE   Francese  
  CATEGORIA   Commedia  
  ANNO   2008  
  DURATA   106 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   http://filmup.leonardo.it/sc_bienvenuechezleschtis.htm  
 
 
 

DESCRIZIONE   Philippe Abrams, un responsabile dell'ufficio postale di Salon-de-Provence, una adorabile cittadina del sud della Francia, cerca di ottenere a tutti i costi un trasferimento, in una città sulla costa, per andare incontro alla moglie che sta attraversando un periodo di depressione. Purtroppo per lui, ottiene sì il trasferimento, ma in una città sulla costa del nord della Francia, dove gli abitanti, per la maggior parte rozzi agricoltori, parlano un dialetto incomprensibile e passano le giornate ad ubriacarsi...
 

COMMENTO   Un record nazionale di tutti i tempi: circa 21 milioni, in Francia, gli spettatori di "Giù al Nord", e a sorprendere è il fatto che abbia un cast senza stelle. L’autore e co-protagonista Dany Boon (pseudonimo di Daniel Hamidou), infatti, ha una carriera di comico che al cinema si è tradotta in alcune interpretazioni per pellicole commerciali conosciute anche in Italia, ma mai da mattatore. Evidentemente le ragioni del successo stanno nell’aver affrontato con toni da commedia i diffusi pregiudizi negativi del resto del paese verso le terre del Nord-Pas-de-Calais (siamo a Bergues), viste come zona fredda e di miniere, abitata dai "Ch’tis", persone rozze e burbere che parlano il quasi incomprensibile piccardo. Boon l’idea di girare un lavoro sulla sua regione d’origine e sulla sua gente l’aveva in testa ancor prima di dirigere il film precedente, quello d’esordio, e si è dedicato al testo da solo per un anno, provando ad un certo punto il desiderio di condividere l’impegno con altri. Talmente legato al progetto, quindi, da esserne sceneggiatore, regista e attore.
Considerata l’attenuante di un doppiaggio infelice – ancorché complicato - che ricorre ad un idioma di fantasia, ridicolizzato, il momento più divertente è nella messinscena degli abitanti impegnati a mostrare un sobborgo povero e sudicio, con anziane scontrose, ragazzini che tirano sassi agli sconosciuti, omoni che sparano col fucile ai gatti per farli alla brace, vicini di casa che litigano con urla, barbecue dove si mangia con le mani, a bocca aperta e ruttando.
Però, seppure nelle intenzioni sia un’opera "popolare d’autore" (solo il primo termine è ineccepibile), e nonostante l’edificante lezione sulla reciproca conoscenza quale migliore antidoto all’ignoranza intollerante (il senso è tutto compreso in un proverbio: "uno straniero che va nella regione degli Ch’tis piange due volte: quando arriva e quando riparte") e sulle menzogne perdenti nei rapporti sentimentali, la comicità - sostenuta da idee stiracchiate - è canonica e modesta, con mimiche facciali e personaggi caricaturali.

La frase: "Lui spara al soffitto per calmare la moglie".
Federico Raponi