Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 Si può fare (Si può fare)

 
pic_movie_718   NUM   718  
  DATA E CINEMA   2008.11.27 (CINEF 46-09) PINDEMONTE  
  RASSEGNA   CINEFORUM CHAPLIN  
 
     
  REGISTA   Giulio Manfredonia  
  ATTORI   Claudio Bisio, Anita Caprioli, Bebo Storti, Giuseppe Battiston, Giorgio Colangeli, Carlo Giuseppe Gabardini, Pietro Ragusa, Maria Rosaria Russo  
  PRODUTTORE    
  SCENEGGIATORE    
  COMPOSITORE    
  PAESE   Italia  
  CATEGORIA   Commedia  
  ANNO   2008  
  DURATA   111 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   http://filmup.leonardo.it/sc_sipuofare.htm  
 
 
 

DESCRIZIONE   Nello, un imprenditore milanese che ha perso la propria posizione, si ritrova a dirigere una cooperativa di ex pazienti di ospedali psichiatrici, dopo l'entrata in vigore della legge Basaglia. Credendo fortemente nella dignità del lavoro, Nello spinge ogni socio della cooperativa a imparare un mestiere per sottrarsi alle elemosine dell'assistenza, inventando per ciascuno un ruolo incredibilmente adatto alle sue capacità ma finendo per scontrarsi con inevitabili quanto umanissime e tragicomiche contraddizioni.
 

COMMENTO   Provincia milanese, primi anni '80. Sono i primi tempi di applicazione per la legge 180 sui trattamenti sanitari, quella comunemente chiamata con il nome del suo promotore, lo psichiatra Franco Basaglia e che abolì di fatto i manicomi, almeno per come erano allora intesi. Per molte persone un tempo riunite in quelle strutture, lo sbocco furono associazioni e cooperative di vario tipo, il più delle volte tali solo nei nomi, ma non nei fatti visto che il lavoro o la vita sociale che doveva esserne la base veniva mitigata da troppo intense dosi di sedativi. Una premessa da cronaca (drammatica) sembrerà inadatta per questo film che, nonostante il contesto, ha i toni della commedia, ma è importante per sottolineare la bravura dei suoi autori.
La capacità con cui Fabio Bonifacci (sceneggiatore) e Giulio Manfredonia (regista e co-sceneggiatore) sono riusciti a raccontare una storia dai tanti personaggi e dalle mille sfumature, in maniera così credibile e avvincente è cosa rara. Ancor più perché evitano di utilizzare i possibili eccessi dei "malati" per snodi narrativi o per rifugiarsi nei colpevoli occhi degli esterni. Si parla di persone e su queste viene ad essere costruito anche un interessante discorso sul lavoro e il capitalismo, un argomento che oggi come allora ha difficoltà a trovare un equilibrio. Non c'è ideologia, tutto viene raccontato senza idealismi o estremi, ma con semplicità, facendo sempre pensare che non ci sia soluzione diversa per i personaggi, si scava così tanto che non si può non accettare quanto accada. Il fatto che l'ispirazione sia reale (come appare nella didascalia finale), che davvero ci siano stati, e ci sono tuttora, lavoratori altrove messi ai margini, protagonisti di una cooperativa che monta parquet è solo l'ennesima conferma che si stia parlando della realtà, già prima si crede alla storia.
Buona parte del cast ha lavorato per un mese prima di mettersi davanti alla macchina da presa. Si vede. Manfredonia, con il suo lavoro, ricorda così che la professionalità paga. Speriamo lo faccia anche il botteghino.

La frase: "Sei uscito da Tuttocittà, queste strade non esistono, devi rientrare nel Tuttocittà!".
Andrea D'Addio