Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 Il Divo (Il Divo)

 
pic_movie_707   NUM   707  
  DATA E CINEMA   2008.09.29 DIAMANTE  
  RASSEGNA    
 
     
  REGISTA   Paolo Sorrentino  
  ATTORI   Toni Servillo, Anna Bonaiuto, Giulio Bosetti, Flavio Bucci, Carlo Buccirosso, Giorgio Colangeli, Piera Degli Esposti, Alberto Cracco, Lorenzo Gioielli, Paolo Graziosi, Gianfelice Imparato, Massimo Popolizio, Aldo Ralli, Giovanni Vettorazzo  
  PRODUTTORE   Indigo Film, Lucky Red, Parco Film, Babe Film  
  SCENEGGIATORE    
  COMPOSITORE    
  PAESE   Italia  
  CATEGORIA   Drammatico  
  ANNO   2008  
  DURATA   110 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   http://filmup.leonardo.it/sc_ildivo.htm  
 
 
 

DESCRIZIONE   Il film parla di una stagione della vita di Giulio Andreotti, e precisamente del periodo che va dalla fine della sua settima presidenza del consiglio, con all'orizzonte la massima carica istituzionale del paese, all'inizio del processo che lo vede accusato di associazione mafiosa. Impeccabile ed impenetrabile come nessuno, il senatore a vita affronta questa fase della sua esistenza, superando alla fine tutte le prove che la quotidianità, di volta in volta gli proponeva.
 

COMMENTO   Apertura con glossario "italiano", che ha lo scopo di guidare lo spettatore nelle terminologia e cronologia della politica italiana degli anni Novanta; chiusura con lo scorrere delle sentenze dei processi a carico di Giulio Andreotti, senatore a vita, ora ottantanovenne.
Scritte rosso cupo, il colore del sangue verrebbe da dire, perché gli anni Novanta, da cui il film di Paolo Sorrentino prende il via, furono anni tragici per l’Italia, di omicidi e suicidi, di nodi del passato che vennero al pettine, di Tangentopoli, della mafia, di Giovanni Falcone. Anni che si aprono ne Il divo con il VII Governo Andreotti e con un inizio folgorante: una musica vivace e ritmata, orecchiabile, accompagna con piglio surreale una catena di uccisioni, con fiotti di sangue vivo che rammentano le scritte di pochi istanti prima.
Sorrentino concentra il suo sguardo sugli anni che vanno dal 1992 ai processi per collusione con la mafia, tutti conclusi con l’assoluzione, a carico del senatore. Dopo la presentazione della "corrente andreottiana", uno dei momenti più riusciti, per originalità e senso del grottesco, del film, in cui vediamo sfilare, nome e cognome e soprannome, i personaggi che furono lo scudo di quegli anni attorno ad Andreotti, il film miscela pubblico e privato, fornendoci un ritratto dell’uomo politico più potente e longevo, cercando di sondare il mistero Andreotti. Un tutto tondo che, ovviamente, non riesce a penetrarne il segreto, a scalfirne le risposte lapidarie, di un’ironia feroce, di colui che è stato, come disse Indro Montanelli o "il più scaltro criminale o il più grande perseguitato della storia d’Italia".
Paolo Sorrentino, regista e sceneggiatore con la consulenza del giornalista Giuseppe D’Avanzo, ne Il divo riesce (cinematograficamente) quando, con il suo personalissimo stile e una commistione di musiche e immagini, con riprese di primi piani e un uso serrato della macchina da presa, utilizza come chiave di lettura il grottesco, in questo caso forse l’unica chiave interpretativa. Di un uomo, colto nel privato e umanizzato, del Potere che incarnava e che maneggiava.
Fallisce quando cade nelle banalizzazioni degli sketch, delle gag, che paiono una commistione del Bagaglino, e dei fratelli Guzzanti: ma mentre la satira, per essere efficace, deve essere fulminante, una scarica elettrica che arriva e lascia il segno, il prolungamento di certi siparietti da cabaret per 110 minuti alla fine perde il graffio e la forza e, alla lunga, può risultare stancante, senza più impatto.
Un film che lascia malinconici, con questa galleria di personaggi e corruzioni, di morti e stragi e che ci fa uscire dalla sala vergognosi, più che divertiti.

La frase: "Ho la coscienza di essere di statura media, ma se mi giro attorno non vedo giganti".

Giulia Baldacci