Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 Gomorra (Gomorra)

 
pic_movie_701   NUM   701  
  DATA E CINEMA   2008.06.08 PINDEMONTE  
  RASSEGNA    
 
     
  REGISTA   Matteo Garrone  
  ATTORI   Toni Servillo, Gianfelice Imparato  
  PRODUTTORE   Fandango, Rai Cinema  
  SCENEGGIATORE    
  COMPOSITORE    
  PAESE   Italia  
  CATEGORIA   Drammatico  
  ANNO   2008  
  DURATA   140 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   http://filmup.leonardo.it/sc_gomorra.htm  
 
 
 

DESCRIZIONE   Potere, soldi e sangue. In un mondo apparentemente lontano dalla realtà, ma ben radicato nella nostra terra, questi sono i "valori" con i quali gli abitanti della provincia di Caserta, tra Aversa e Casal di Principe, devono scontrarsi ogni giorno. Quasi sempre non puoi scegliere, quasi sempre sei costretto a obbedire alle regole del Sistema, la Camorra, e solo i più fortunati possono pensare di condurre una vita "normale". Gomorra è un viaggio nel mondo affaristico e criminale della camorra si apre e si chiude nel segno delle merci, del loro ciclo di vita. Le merci "fresche", appena nate, che sotto le forme più svariate - pezzi di plastica, abiti griffati, videogiochi, orologi - arrivano al porto di Napoli e, per essere stoccate e occultate. E le merci ormai morte che, da tutta Italia e da mezza Europa, sotto forma di scorie chimiche, morchie tossiche, fanghi, addirittura scheletri umani, vengono abusivamente "sversate" nelle campagne campane, dove avvelenano, tra gli altri, gli stessi boss che su quei terreni edificano le loro dimore fastose e assurde - dacie russe, ville hollywoodiane, cattedrali di cemento e marmi preziosi - che non servono soltanto a certificare un raggiunto potere, ma testimoniano utopie farneticanti.
 

COMMENTO   L’assonanza tra la camorra e la biblica, corrotta città del titolo indica pure una vicinanza materiale al "Sistema", ovvero il crimine organizzato tra le province di Napoli e Caserta che ha ucciso 4 mila persone in 30 anni, vive (ma il film mostra solo una parte dei vari campi d’interesse) di capi d’alta moda contraffatti, di smaltimento illegale di rifiuti tossici e soprattutto di spaccio di droga, garantisce un reddito alle famiglie degli affiliati detenuti, è protetto dall’obbedienza ai capi.
Dal miscuglio di generi letterari che è l’omonimo libro di Roberto Saviano (ben oltre 1 milione di copie vendute in Italia, tradotto in 33 paesi), 5 sceneggiatori - tra cui lo scrittore e il regista - hanno tratto materiale per 5 vicende. Matteo Garrone ne ambienta un paio dentro le Vele di Secondigliano, scempio urbanistico fatiscente che rispecchia il degrado morale di abitanti interpreti di sè stessi (insieme ad attori teatrali ed ex-carcerati). Se infatti "i soldi sono la prima cosa", gli equilibri saltano a causa dell’invasione della cocaina, portatrice di grossi guadagni e corresponsabile di una violenza cieca e furibonda. La quale è accompagnata, per contrasto, dalle canzoni dei neomelodici napoletani, irrompe fulminea come le pallottole, e porta alla guerra tra due clan in un fortino in cui - venuti meno i codici che un tempo impedivano di toccare donne e bambini - si è messi di fronte a scelte di campo senza ritorno. Un microcosmo dove troviamo concentrati anche i mali del lavoro dell’Italia intera: sfruttamento della manodopera, incidenti, impiego di minori. Senza "conoscenze", un’attività onesta resta un’illusione, al pari della volontà di mettersi in proprio nel bene o nel male. I giovani sono "carne da macello", e la speranza sta in chi ha coscienza e coraggio di sottrarsi al meccanismo. Cronachistico e funereo, "Gomorra" - tra evocazioni simboliche e grottesco - è privo di enfasi ed emotività, testimone etico di una tragica assuefazione. Per Garrone - dai tempi de "l’Imbalsamatore" - un ulteriore, potente salto di qualità e, a memoria, una delle migliori pellicole sulla nostra malavita.

La frase: "Noi risolviamo problemi creati da altri".

Federico Raponi