Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 Parlami d'amore (Parlami d'amore)

 
pic_movie_680   NUM   680  
  DATA E CINEMA   2008.02.17 FIUME  
  RASSEGNA    
 
     
  REGISTA   Silvio Muccino  
  ATTORI   Silvio Muccino, Aitana Sánchez-Gijón, Carolina Crescentini, Andrea Renzi, Flavio Parenti, Max Mazzotta, Giorgio Colangeli, Geraldine Chaplin  
  PRODUTTORE   Cattleya  
  SCENEGGIATORE    
  COMPOSITORE    
  PAESE   Italia  
  CATEGORIA   Commedia, Romantico  
  ANNO   2008  
  DURATA   115 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   http://filmup.leonardo.it/sc_parlamidamore08.htm  
 
 
 

DESCRIZIONE   Sasha è un ragazzo di venticinque anni che si affaccia timidamente nel mondo. È cresciuto in una comunità di recupero per tossicodipendenti, figlio di due drogati: il padre è morto presto, la madre l'ha abbandonato in quel girone infernale dove Sasha ha trovato una specie di equilibrio. Lontano dalla vita vera. Estraneo anche al mondo nel quale è stato condannato a formarsi, unico sano tra i malati. E lì, a Borgo Fiorito, ha imparato a prendersi cura dei dolori della gente e si è affezionato a Riccardo - il capo della comunità - come a un padre putativo. E, soprattutto, ha conosciuto Benedetta, una ragazzina sua coetanea, figlia di uno dei benefattori esterni, che ogni domenica va in visita a Borgo Fiorito, portandogli una ventata di quel mondo vero che a lui sembra negato. E inevitabilmente, Sasha si è innamorato di Benedetta. Ora, diventato adulto, è uscito per la prima volta dalla comunità. Sta facendo i primi passi in quel mondo che era un riflesso di Benedetta. E non c'è nient'altro che lei nei suoi pensieri, niente di più confortante, familiare. E Sasha - dopo aver ottenuto dal padre di Benedetta l'incarico di restaurare la grande villa di famiglia - sa di non poter amare nessun altro. Nicole è una donna che ha passato la quarantina. Bella, intelligente, ironica. Ma dopo che l'uomo che amava è morto suicida, Nicole è scappata dalla Francia, ha sposato Lorenzo e ha fatto di tutto per dimenticare chi era e cosa voleva. Si è nascosta alla vita. Ha soffocato i suoi sentimenti. Ha deciso di controllare ogni attimo della sua esistenza. Ha cancellato dalla sua visuale ogni sorpresa. Ma la vita è prepotente. Non tiene conto della volontà degli esseri umani. Lo scontro tra le due macchine è impressionante. Sasha e Nicole sono vivi per miracolo. E forse questa vicinanza con la morte, forse la necessità di prendersi cura di una bastardina che è rimasta coinvolta nell'incidente, costringe Sasha e Nicole a uscire allo scoperto. A mostrarsi. L'uno all'altra. Così come sono.
 

COMMENTO   Prima dei titoli di testa, accompagnati dalla storica “For what it’s worth” dei Buffalo Springfield, assistiamo allo scontro notturno tra due automobili i cui rispettivi conducenti finiscono per prendersi cura di una bastardina rimasta coinvolta nell’incidente.
Lei, francese che ha passato la quarantina e risposatasi in Italia dopo la morte per suicidio del marito, è Nicole, con il volto di Aitana Sánchez-Gigón (“Io non ho paura”); lui, venticinquenne cresciuto in una comunità di recupero per tossicodipendenti, è Sasha, interpretato dallo stesso Silvio Muccino (“Che ne sarà di noi”) che, fratello del noto regista Gabriele, esordisce qui dietro la macchina da presa, portando sullo schermo proprio “Parlami d’amore”, romanzo scritto insieme a Carla Vangelista.
Immersa nella bella fotografia di Arnaldo Catinari (“Come te nessuno mai”), prende quindi forma una storia di educazione sentimentale che vede la donna impegnata nell’insegnamento della seduzione al ragazzo, segretamente innamorato della coetanea Benedetta, cui concede anima e soprattutto corpo Carolina Crescentini (“Notte prima degli esami oggi”).
Un agglomerato di celluloide che, a partire dall’incontro di due solitudini, tira in ballo non pochi argomenti, dalla droga alla febbre del gioco a carte, passando per i contrasti tra diverse classi sociali e senza dimenticare colte citazioni cinefile (si va dalla visione de “L’Atalante” in un cinema a evidenti omaggi kubrickiani, tra un occhio truccato in stile “Arancia meccanica” e una festa in maschera che richiama “Eyes wide shut”), al solo fine di comunicare che non esiste donna che non possa essere conquistata.
Peccato, però, che, accanto a una manciata di dialoghi ridicoli, sia proprio questo eccesso di carne al fuoco a rappresentare il principale difetto della pellicola, ulteriormente appesantito dalla piattezza con cui Muccino jr tende ad amalgamare il tutto, nonostante la riuscita di alcuni momenti (si veda il romantico ballo sulle note di Chet Baker).
E, mentre sullo schermo sfilano nomi del calibro di Max Mazzotta (“Arrivederci amore, ciao”), Giorgio Colangeli (“Cardiofitness”) e un’insignificante Geraldine Chaplin (“Il dottor Zivago”), a fare stancamente da traino provvedono note canzoni buttate qua e là (“Sunny” di Bobby Hebb e “Believe” dei Chemical brothers nel mucchio), testimoniando più di ogni altra cosa che il volenteroso Silvio, il quale non ci risparmia grotteschi isterismi, non solo avrebbe potuto affidare la parte del protagonista a qualcun altro, ma farebbe anche meglio a prendere ripetizioni di tecnica cinematografica dal fratello, nella speranza di farci assistere prima o poi a una più coinvolgente opera seconda.

La frase: "La seduzione è un’arma sottile, che parte da lontano".
Francesco Lomuscio