Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 Le vite degli altri (Das Leben Der Anderen)

 
pic_movie_646   NUM   646  
  DATA E CINEMA   2007.05.18 PINDEMONTE (CINEF 44-27)  
  RASSEGNA   CINEFORUM CHAPLIN  
 
     
  REGISTA   Florian Henckel von Donnersmarck  
  ATTORI   Martina Gedeck, Ulrich Mühe, Sebastian Koch, Ulrich Tukur, Thomas Thieme, Thomas Arnold, Werner Daehn, Herbert Knaup, Volkmar Kleinert, Marie Gruber, Charly Hübner, Matthias Brenner, Hans-Uwe Bauer, Ludwig Blochberger  
  PRODUTTORE   Bayerischer Rundfunk, Creado Film, Wiedemann & Berg Filmproduktion  
  SCENEGGIATORE    
  COMPOSITORE   Stéphane Moucha, Gabriel Yared  
  PAESE   Germania  
  CATEGORIA   Drammatico  
  ANNO   2006  
  DURATA   137 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   http://filmup.leonardo.it/sc_levitedeglialtri.htm  
 
 
 

DESCRIZIONE   Anni 80'. Georg Dreyman, drammaturgo, e Christa-Maria Sieland, sua compagna ed attrice famosissima, si trasferiscono a Berlino Est. I due sono considerati fra i più importanti intellettuali dal regime comunista anche se non sempre sono in sintonia con le azioni intraprese dal partito. Quando il ministro della cultura, vede uno spettacolo di Christa-Maria, se ne innamora e darà l'incarico ad un suo fidato agente di seguire la coppia ed osservare i loro interessi.
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Le vite degli altri, è un film del 2006 opera prima del regista F.H. Von Donnersmarck. Siamo nella Berlino Est del 1984, il muro ancora divide la Germania, la DDR (Repubblica Democratica Tedesca) continua ad essere sotto l'influenza dell'Unione Sovietica e il Ministero per la Sicurezza di Stato, meglio conosciuto come Stasi, controlla le attività dei propri concittadini, in modo da poter impedire il sorgere di moti contro il governo autoritario della Germania Est.
Geog Dreyman (Sebastian Koch) scrittore teatrale e la sua compagna Christa-Maria Sieland (Martina Gedeck), famosa attrice di teatro, sono considerati dalla DDR tra i più importanti intellettuali del regime comunista e sono tenuti in grande considerazione, malgrado in cuor loro, non siano sempre in linea con le idee del partito di unità socialista di cui fanno parte.

Un giorno, il nuovo ministro della cultura Bruno Hempf, durante uno spettacolo posa gli occhi sulla bella attrice e vieta ad Albert Jerska, amico di Dreyman e regista delle sue opere, di continuare con il suo lavoro a causa delle divergenti idee politiche. La sera stessa parla con il tenente colonnello Anton Grubitz, il quale chiede a Gerd Wiesler (Ulrich Mühe), professore universitario e valoroso agente della Stasi, di mettere sotto controllo Dreyman. Viene organizzata così una squadra che, dovrà installare a casa della coppia, l’apparecchiatura necessaria per sorvegliare Dreyman: microfoni, ricetrasmittenti e telecamere. Allestita una postazione d’ascolto all’ultimo piano dello stesso palazzo, ogni loro discorso, situazione e spostamento verrà trascritto 24 ore su 24 come rapporto da presentare al capo Grubitz. Intanto il ministro Hempf costringe la bella Christa a concedersi ai suoi capricci in cambio di una luminosa carriera teatrale. Dreyman viene sconvolto dal suicidio dell’amico regista e dissidente politico Jerska e come se non bastasse, scopre il tradimento-violenza della moglie. Decide così di iniziare un’anonima campagna di denuncia al regime scrivendo un articolo sull'alta e anomala percentuale di suicidi nella DDR. Con l’aiuto di un amico ed un giornalista, l'articolo verrà pubblicato su una rivista importante della Germania Ovest. Lo scrittore non sospetta di essere in realtà ascoltato giorno e notte da Wiesler. Wiesler è una persona sola e ligia al dovere, che rimane affascinata dallo spirito libero e dalle relazioni sentimentali, d'amore e d'amicizia della coppia di artisti e pian piano si sottrae all'incarico di trovare materiale compromettente, e anzi non fa nulla per ostacolare Dreyman dai suoi intenti. Wiesler infatti lo proteggerà indirettamente, cercando di insabbiare l'intrigo il più a lungo possibile. Anche nelle persone più ossequiose e dedite al lavoro può germogliare un risveglio della coscienza, e gli eventi possono prendere strade imprevedibili.
(https://www.comingsoon.it/film/le-vite-degli-altri/623/scheda/)
 

COMMENTO   Le vite degli altri
Da ormai qualche anno la Germania sta facendo i conti col proprio passato attraverso il cinema: "Goodbye Lenin", "La rosa bianca - Sophie Scholl", "La caduta - Gli ultimi giorni di Hitler" e ora "Le vite degli altri", premiato oltretutto agli Oscar 2007 come migliore film straniero. A Berlino est, nel 1984, il capitano Gerd Wiesler (Ulrich Muhe) è un agente della Stasi specializzato in interrogatori e sorveglianza di sospettati politici. Il suo credere fermamente nel socialismo però vacillerà quando gli toccherà controllare la vita di una coppia di artisti: l'autore teatrale Georg Dreyman (Sebastian Koch visto recentemente in Black Book) e l'attrice Christa Maria Sieland (Martina Gedeck)...

Il giovane regista tedesco (dell'ovest, ma con genitori fuggiti dall'est) Florian Henckel Von Donnersmarck, scrive e dirige una storia di dramma e spionaggio che è anche un piccolo pamphlet sui regimi autoritari (quello comunista nello specifico) che usano il controllo totale come forma di soffocamento delle idee. E così non solo il pensiero, ma anche lo "spazio" diventa proprietà dello Stato, annullando di fatto qualsiasi "intimità" (sia essa mentale o anche di oggetti) del cittadino. Non c'è tortura, ma semplice logoramento dell'uomo affinché desista da qualsiasi proposito sovversivo e chiuda gli occhi davanti le ingiustizie.

In un mondo in cui si è indottrinati a pensarla in un certo modo, solo negli ambienti dell'arte e della cultura si riesce a sviluppare uno spirito critico. Ed è infatti venendo a contatto con questo che Gerd Wiesler comincia a perdere la fede nel "sistema". Le vite sono altro, sono amore e non distruzione, passione e non razionalità, sono quelle "degli altri" e non la sua, a questo punto sacrificabile.
Ne emerge sicuramente una critica all'impostazione dello Stato della DDR("E gente come lei ha governato questo Paese?"), ma Von Donnersmarck, nell'ultima scena ambientata dopo la caduta del muro, inquadrando una libreria intitolata a Karl Marx, il padre del comunismo e quindi di tutto quello che è venuto dopo, ricorda come la Germania sia sempre stata e continui ad essere una cosa sola: il passato dell'est appartiene anche all'ovest.
Un film profondo, intenso, importante tanto a livello sia storico che artistico, che si avvale delle grandi performance del terzetto di protagonisti. Su tutti Ulrich Muhe: intenso, duro e al contempo fragile nel sul lento cambiamento. La sua seconda moglie fu al tempo, una collaboratrice della Stasi. In Germania alla presentazione del film, gli hanno chiesto come si fosse preparato per il suo personaggio. La sua risposta è stata: "Ho ricordato".

La frase: "Le persone non cambiano così facilmente, succede solo nelle commedie".

Andrea D'Addio

[da http://filmup.leonardo.it/levitedeglialtri.htm]