Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 Dopo il matrimonio (Efter brylluppet)

 
pic_movie_637   NUM   637  
  DATA E CINEMA   2007.03.09 PINDEMONTE (CINEF 44-20)  
  RASSEGNA   CINEFORUM CHAPLIN  
 
     
  REGISTA   Susanne Bier  
  ATTORI   Mads Mikkelsen, Rolf Lassgård, Sidse Babett Knudsen, Stine Fischer Christensen, Christian Tafdrup, Frederik Gullits Ernst, Kristian Gullits Ernst, Ida Dwinger, Mona Malm, Anne Fletting, Claus Flygare, Meenal Patel, Niels Anders Thorn, Neeral Mulchandani, Troels II Munk, Henrik Larsen, Henning Jensen, Neel Rønholt, Thomas Voss, Julie Ølgaard  
  PRODUTTORE   Zentropa Entertainments  
  SCENEGGIATORE    
  COMPOSITORE   Johan Söderqvist  
  PAESE   Danimarca, Svezia  
  CATEGORIA   Drammatico  
  ANNO   2006  
  DURATA   120 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   http://filmup.leonardo.it/cgi-bin/search.cgi?ps=100&fmt=long&q=Dopo+il+matrimonio&ul=%25%2Fsc_%25&x=60&y=11&m=all&wf=0020&wm=sub&sy=0  
 
 
 

DESCRIZIONE   Dopo aver dedicato la sua vita ai bambini indiani abbandonati, Jacob Petersen, si ritrova impotente di fronte alla chiusura dell'orfanotrofio dove prestava il suo servizio. Inaspettatamente però, un uomo d'affari gli offre la somma di 4 milioni di dollari per continuare a fare il suo lavoro... Naturalmente però, ci sono delle condizioni da rispettare...
________________________________

Jacob, un cittadino danese che per scelta personale non ha rimesso piede in Danimarca da venti anni, lavora per un orfanotrofio in India. Jorgen, uomo d’affari danese multimilionario, contatta Jacob per offrirgli una grossa somma di denaro per l'orfanotrofio, imponendogli come condizione di tornare in Danimarca per firmare il contratto. L'arrivo di Jacob in Danimarca coincide col matrimonio della figlia di Jorgen, e questo che si mostra particolarmente ospitale e sensibile, non esita a invitarlo ai festeggiamenti. Al matrimonio Jacob scopre che la madre della sposa (moglie del suo benefattore) è il suo grande amore del passato, Helene. Jacob si chiede se questo incontro sia frutto del caso o non sia stato pianificato per ragioni tutte da scoprire...
(https://www.comingsoon.it/film/dopo-il-matrimonio/511/scheda/)
 

COMMENTO   Susanne Bier è attualmente senza dubbio la regista scandinava di maggior successo, sia di pubblico che di critica. A due anni di distanza da "Non desiderare la donna d'altri", la Bier torna dietro la macchina da presa per esplorare una volta di più vizi e virtù all'interno di quell'inestricabile matassa che sono i rapporti umani.
Per studiare a fondo le ragioni che stanno dietro pensieri e comportamenti, anche stavolta, come nel film sopraccitato, si serve dell'eccellente contributo del regista sceneggiatore Anders Thomas Jensen (suo è il lodatissimo "Le mele di Adamo").
Al di là dell'intreccio tutto sommato abbastanza banale, fatto di amori ritrovati, incomprensioni, segreti malcelati, gelosie e furibondi scontri di personalità, quello che più sembra interessare la regista danese è la reazione umana a quello che intorno accade. La macchina da presa indugia con scrupolosità quasi maniacale sugli sguardi, sulle pieghe delle bocca, sul muoversi nervoso delle dita, nel vano tentativo di cogliere ciò che invece è per antonomasia inafferrabile, la tormentata psiche dell'uomo.
L'eredità di "Dogma" è ancora fortemente presente, ma il tutto sembra filtrato e mitigato da questa ossessiva ricerca dei volti, e soprattutto di quello che dietro di essi si cela. E a quanto pare c'è più di qualche cosa nascosta. Ecco che allora "Dopo il matrimonio" si può anche interpretare come un film sul valore della parola, sul peso e sul perché di un segreto, su quanto una bugia può cambiare la vita, su quanto una verità può essere usata come strumento di difesa o arma da fuoco.
In qualche passaggio alcuni interessanti spunti di riflessione si perdono per strada, pure perché la Bier si fa ogni tanto prendere la mano dai toni melodrammatici, e diventa un pò ingestibile la carne al fuoco: per fortuna qualche lungaggine di troppo non inficia sul risultato finale, risultato peraltro impreziosito dall'encomiabile lavoro di gruppo del cast, un quartetto di attori scandinavi di tutto rispetto.
Inevitabile fare un riferimento agli intensi drammi da camera bergmaniani. Alla Bier manca l'asciuttezza e la compostezza formale del regista de "Il posto delle fragole", complice una sottile patina di narcisistico compiacimento che non si può non notare, me in questo girotondo di intrecciate emozioni le buone intenzioni ci sono tutte. Di questi tempi non è poco.

La frase: "Ogni conoscente, amico, familiare.. è il tempo che passi con loro che conta. Il resto non conta niente".

Stefano Del Signore