Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 Water (Water)

 
pic_movie_614   NUM   614  
  DATA E CINEMA   2007.01.12 (CINEF 44-12) PINDEMONTE  
  RASSEGNA   CINEFORUM CHAPLIN  
 
     
  REGISTA   Deepa Mehta  
  ATTORI   Lisa Ray, Seema Biswas, Kulbhushan Kharbanda, Waheeda Rehman, Raghuvir Yadav, Vinay Pathak, Rishma Malik  
  PRODUTTORE   Deepa Mehta Films, Flagship International, David Hamilton Productions, Echo Lake Productions, Noble Nomad Pictures Ltd., Téléfilm Canada  
  SCENEGGIATORE    
  COMPOSITORE    
  PAESE   Canada, India  
  CATEGORIA   Drammatico, Romantico  
  ANNO   2005  
  DURATA   114 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   http://filmup.leonardo.it/sc_water.htm  
 
 
 

DESCRIZIONE   India. La storia parla di tre vedove Hindi, che dopo la morte dei loro mariti vanno a vivere in una casa lungo il fiume dove vivono di elemosina, ma alcune sono costrette a prostituirsi perchè il denaro non basta. Tra le vedove, una bambina di soli otto anni, vittima dei matrimoni infantili, che viene portata dal padre nella casa sul fiume, ma che, essendo ancora piccola, non riesce a capire bene quello che le sta accadendo...
 

COMMENTO   Fuoco, Terra, Acqua. Tre i film dedicati agli elementi dalla regista indiana Deepa Mehta (laurea in filosofia, il suo primo lungometraggio "Sam & Me" vinse la Camera d'Or al Festival di Cannes del '91), e quest'ultimo è quello dalla genesi più sofferta. Problemi già c'erano stati per "Fire" (storia di lesbismo), allorquando il gruppo fondamentalista indù Shiv Sena attaccò vari cinema del paese che lo programmavano, sebbene in seguito al ritiro dalle sale il titolo divenne il DVD pirata più venduto in India. Le cose sono andate anche peggio per "Water": una folla organizzata dal partito BJP allora al potere a Nuova Delhi distrusse il set del film, gettò a fiume le attrezzature e minacciò di morte la Mehta e le attrici. Il governo interruppe la produzione per questioni di "pubblica sicurezza" e ci sono voluti quattro anni per ripartire con le riprese, effettuate in Sri Lanka segretamente.
Secondo tradizione, le vedove - protagoniste della pellicola - hanno tre possibilità: ardere col cadavere del marito, sposare il fratello minore del defunto (sempre che la famiglia sia d'accordo) o diventare intoccabili, rasate e chiuse in un'Ashram da cui uscire solo per elemosinare. La vicenda è ambientata nel 1938, ma le reazioni suscitate dall'opera dimostrano l'attualità di un dramma riguardante milioni di donne in India. Sulla condizione femminile più in generale, la cineasta tira in ballo pure i matrimoni combinati e la prostituzione di bambine, e punta poi il dito contro i corresponsabili anelli della catena, quali ad esempio la megera a capo della casa che specula sulla sofferenza delle poverette o "liberali" bramini che grazie alla propria posizione sociale ne approfittano sessualmente, uomini di "scarsa moralità abituati a interpretare i testi sacri a loro vantaggio". La speranza è incarnata da Gandhi, che vuole liberare le vedove e considera i "Paria" figli di dio, perciò ad un giovane illuminato cui è affidata una piccola dal destino imposto non resta che salire sul treno del Mahatma e lasciarsi quel mondo alle spalle. Lo stile è di un manierato esotismo, ma qui la funzione pubblica dell'arte viene prima.

La frase: "Un familiare in meno da sfamare, un sari, un letto, più spazio dentro casa. Una questione di soldi in nome della religione. Come sempre".

Federico Raponi