Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 Munich (Munich)

 
pic_movie_556   NUM   556  
  DATA E CINEMA   2006.01.29 FIUME (CINEF 43-21)  
  RASSEGNA   CINEFORUM CHAPLIN  
 
     
  REGISTA   Steven Spielberg  
  ATTORI   Eric Bana, Daniel Craig, Geoffrey Rush, Mathieu Kassovitz, Hanns Zischler, Ciarán Hinds, Mathieu Amalric, Michael Lonsdale, Ayelet Zurer, Gila Almagor, Moritz Bleibtreu, Valeria Bruni Tedeschi, Meret Becker, Marie-Josée Croze, Yvan Attal, Ami Weinberg, Lynn Cohen, Amos Lavi, Moshe Ivgy, Michael Warshaviak, Ohad Shahar, Sharon Alexander, Samuel Calderon, Oded Teomi, Alon Aboutboul, Makram Khoury, Yigal Naor, Hiam Abbass, Mouna Soualen, Mostefa Djadjam, Assi Cohen, Lisa Werlinder, Djemel Barek, Dirar Suleiman, Ziad Adwan, Bijan Daneshmand, Rim Turkhi, Jonathan Rozen, Liron Levo, Ohad Knoller, Charley Gilleran, Lyès Salem, Carim Messalti, Hichem Yacoubi, Omar Mostafa, Mahmoud Zemouri, Souad Amidou, Omar Metwally, Nasser Memarzia, Abdelhafid Metalsi, Karim Quayouh, Michael Yannatos, Faruk Pruti, Rad Lazar, Laurence Février, Mehdi Nebbou, Hicham Nazzal, Brian Goodman, Richard Brake, Robert John Burke, Yehuda Levi, Danny Zahavi, Itay Barnea, Elyse Klaits, Karim Saleh, Merik Tadros, Mousa Kraish, Moa Khouas, David Ali Hamade, Ben Youcef, Sami Samir, Guri Weinberg, Sam Feuer, Sabi Dorr, Wojciech Machnicki, David Feldman, Ori Pfeffer, Shmuel Edelman, Ossie Beck, Guy Amir, Haguy Wigdor, Jonathan Avigdori, Kevin Collins, Daniel Bess, Baya Belal, Ula Tabari, Saïda Bekkouche, Fattouma Ousliha Bouamari, Alexander Beyer, Geoffrey Dowell, Rana Werbin, Félicité Du Jeu, Mordechai Ben-Shachar, Sasha Spielberg, Renana Raz, Stéphane Freiss, Arturo Arribas, Jalil Naciri, Martin Ontrop, Joram Voelklein, Michael Schenk, Andreas Lust, Tom Wlaschiha  
  PRODUTTORE   Steven Spielberg, DreamWorks, Amblin Entertainment,  
  SCENEGGIATORE    
  COMPOSITORE   John Williams  
  PAESE   USA  
  CATEGORIA   Drammatico  
  ANNO   2005  
  DURATA   160 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   http://www.35mm.it/film/scheda/frameset/scheda.jsp?idFilm=29817  
 
 
 

DESCRIZIONE   Durante le Olimpiadi di Monaco del 1972, undici atleti israeliani vengono presi in ostaggio e uccisi da un gruppo di terroristi palestinesi denominato Settembre Nero. Il governo di Israele dà ordine ad un gruppo di agenti del Mossad, capitanati da Avner Kauffman, di scovare 11 palestinesi implicati nell'organizzazione dell'attentato e giustiziarli. Kauffman e i colleghi Steve, Carl, Robert e Hans cominciano a muoversi in incognito per l'Europa, raccogliendo informazioni e passando all'azione. Più il sangue versato aumenta, però, più i dubbi si insinuano nel quintetto.Man mano che gli omicidi hanno luogo, Avner si rende conto di quanto intricata e senza scampo sia la situazione. Muoiono Hans, Carl e Robert, lui e Steve tentano di far fuori il più importante tra gli obiettivi, ma falliscono. Avner torna in patria, ma non si fida più di nessuno e rifiuta di tornare al lavorare per lo stato di Israele. Raggiunge moglie e figlia a New York, ma rimane nel dubbio che qualcuno dei nemici che si è procurato per strada - la sua nazione compresa - possa un giorno mettere a repentaglio la sua vita e quella della sua famiglia.
 

COMMENTO   Steven Spielberg gira ormai a ritmo da catena di montaggio. "The Terminal", "La guerra dei mondi" e "Munich" sono arrivati nelle sale nel giro di sedici mesi e - oltre a dare un'idea della trasversalità nell'approccio ai generi dello Spielberg cineasta - danno l'impressione di un regista costretto a correre. Per ragioni economiche, certo (è nota la fine triste della sua Dreamworks), ma in questo caso anche per esigenze espressive. Non è questo il film che rimpinguerà le sue tasche, non è questo un film col quale Spielberg vuole accarezzare il suo pubblico, conquistarlo, persuaderlo. "Munich" è prima di ogni cosa un grande atto di coraggio da parte di un cineasta costantemente in grado di rimettersi in gioco, capace di 'tornare sopra' il suo conclamato ruolo di custode delle 'ragioni ebraiche' a Hollywood per offrire 'qualcosa d'altro'. Questo qualcosa d'altro è uno 'sguardo' che, nel raccontare i misconosciuti risvolti della vendetta israeliana ai danni dei palestinesi dopo l'attentato di Monaco, si sforza sequenza dopo sequenza di restare 'critico', analitico, senza semplificarsi nello sterile balletto del 'con o contro'. Seguiamo cinque 'soldati' di Israele a caccia di informazioni in giro per l'Europa, por poter compiere il 'lavoro' che gli è stato assegnato: uccidere undici palestinesi, tanti quante le vittime di Monaco. Una vendetta 'simmetrica' e quindi sospetta. Seguiamo cinque individui che, a livello differente, riflettono e fanno i conti con le azioni che compiono e gli 'effetti' che producono. Tutti si stanno accapigliando per decidere se Spielberg abbia o meno 'massacrato' la storia, lo svolgimento effettivo degli eventi. A noi piace ribadire l'indipendenza del medium cinematografico nel renderne conto, e Spielberg se ne è ricordato convogliando un quadro geo-politico nelle strutture di un genere, firmando il suo film più politico 'attraverso' le maglie del thriller spionistico. Genere cardine della felice stagione dei 70's, che Spielberg richiama decolorando e sporcando oltremisura le sue inquadrature solitamente perfette. Forse rimane inadatta la faccia di Eric Bana, scelto come capo dei vendicatori, ma la sua 'pulizia' è funzionale al comunicare spaesamento di fronte a quel groviglio di patriottismo e responsabilità morale personale che la vicenda porta in dote. Più che un film lungamente meditato, "Munich", anche per le ragioni 'produttive' in cui è stato sfornato, ha il taglio di un 'instant movie', un film girato di getto, con la pancia più che con la testa, che fotografa una situazione di dolorosa angoscia, un conflitto apparentemente non appianabile, splendidamente suggellato da una sequenza finale che è quanto di meno hollywoodiano in senso stretto si possa immaginare e 'inchioda' i personaggi alle loro inconciliabili posizioni. Potrebbe averlo girato Michael Mann un finale così, lo ha fatto Steven Spielberg: per la salute di un cinema americano che si sforza di tornare adulto è una gran bella notizia. "Munich" è per Spielberg una preghiera di pace; e uno scacco insormontabile, aggiungiamo noi.