Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 Oliver Twist (Oliver Twist)

 
pic_movie_553   NUM   553  
  DATA E CINEMA   2006.01.09 KAPPADUE (CINEF 43-11)  
  RASSEGNA   CINEFORUM CHAPLIN  
 
     
  REGISTA   Roman Polanski  
  ATTORI   Ben Kingsley, Barney Clark, Jamie Foreman, Leanne Rowe, Lewis Chase, Edward Hardwicke, Jeremy Swift, Mark Strong, Frances Cuka, Chris Overton, Michael Heath, Gillian Hanna, Alun Armstrong, Paul Brooke, Jake Curran, Ophelia Lovibond, Joseph Tremain, James Babson, Harry Eden, Peter Copley, Andy de la Tour, Liz Smith  
  PRODUTTORE   Claridge Productions, Grafton Productions, Norman Rosemont Productions,  
  SCENEGGIATORE    
  COMPOSITORE   Rachel Portman  
  PAESE   Gran Bretagna/Francia/Italia  
  CATEGORIA   Drammatico  
  ANNO   2005  
  DURATA   130 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   http://www.35mm.it/film/scheda/frameset/scheda.jsp?idFilm=19150  
 
 
 

DESCRIZIONE   Allevato con molti altri trovatelli, il piccolo Oliver Twist, ne condivide la sorte in un terribile orfanotrofio dove è costretto a lavorare "per la patria" in condizioni vergognose. Dopo insopportabili sue 'intemperanze', per cercare di liberarsene, viene mandato a servire presso un fabbricante di bare. Ma, maltrattato e percosso, Oliver scappa, a piedi, in direzione di Londra. Dopo un lungo e faticoso cammino, arriva in città, dove incontra altri ragazzi: una banda di ladruncoli facenti capo ad un vecchio ebreo, Fagin. Ospitato e rifocillato al ragazzo viene insegnato il 'mestiere', ma in occasione del suo 'battesimo del fuoco', benché innocente, Oliver viene arrestato, mentre i ladruncoli riescono a fuggire. Liberato in seguito ad una testimonianza favorevole, viene accolto in casa da un vecchio libraio facoltoso. A questo punto i suoi vecchi compagni fiutano l'affare.Oliver viene rapito e costretto ad aiutare i criminali ad introdursi nella casa del generoso libraio, ma nel tentativo di vanificare l'assalto viene ferito. Durante la degenza forzata, sotto le cure dei suoi 'carcerieri', l'anziano signore non smette di cercarlo, fino a riuscire a portare la polizia sulle tracce sue e dei suoi carcerieri. Morto il crudele capobanda e fuggiti i ladruncoli resta l'ormai malato Fagin a pagare per tutti... In prigione questi però riceve l'ultima visita di Oliver, comunque grato a chi si era occupato di lui nel momento del bisogno.
 

COMMENTO   Che Polanski sia alle prese con una lunga autoanalisi grazie alla quale, attingendo catarticamente alle proprie esperienze infantili, riesca ad inanellare alcuni dei migliori film della sua più recente carriera? Chissà... Non si arriverà all'Oscar de "Il pianista", ma certo questa riedizione dickensiana è un atto d'amore ottimamente riuscito. Non c'è bisogno di sottolineare più del dovuto l'attenzione a una londra segnata dalla miseria e dall'impatto della rivoluzione industriale, ché sono secoli che se ne parla, né la condizione infantile e socioreligiosa su cui l'opera (questa ma in generale quella dello scrittore inglese) si dilunga. Nel lungo percorso di formazione del giovane Twist non mancano tasselli (dal carbonaio al becchino, ai pochi incontri felici e ai tanti personaggi resi il più possibile in modo veridico, anche se spesso caricati e macchiettizzati, soprattutto in alcune figure di contorno) e così l'attenzione viene spesso 'rubata' dalla cornice. Sin dall'inizio - illustrato da Christian Doré - infatti luci ed ombre, colori e 'seppiature' definiscono ulteriormente i vari segmenti della vicenda, 'inquadrata' e diretta in maniera egregia senza tema di unire a una Londra dickensiana stereotipata - fatta di topi, fango, risse e pioggia - variazioni cromatiche e 'fotografiche', sfumature ponderate e grane sabbiose. Un complesso e complessivo 'dipinto', quindi, vero protagonista al pari del giovane Barney Clarke e di Sir Ben Kinglsey, splendido Fagin, personaggio chiave qui riletto e presentato sotto una nuova luce, la stessa che pone l'accento principale sulla gratitudine (e il suo contrario) tra gli esseri umani... Il continuo succedersi di fughe e nuovi inizi del povero orfano e il ritmo con cui si susseguono potrà annoiare molti spettatori o non soddisfare lettori 'moderni', ma siamo di fronte a un romanzo dell'ottocento nel suo sviluppo: ponderoso e pedagogico, piano prepara, piano descrive e piano arriva a conclusione... anche in assenza di rivelazioni audaci. Un unicum avvincente, anche quando non dinamico, sul quale il cinema mostra la corda nei confronti di una buona scrittura... non intendendo con questo 'sceneggiatura', la quale per quanto fedele e ben fatta sia non può competere con il primo Dickens venuto.