Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 36 - Quai Des Orfèvres (36 Quai Des Orfèvres)

 
pic_movie_529   NUM   529  
  DATA E CINEMA   2005.05.03 DIAMANTE (CINEF 42-25)  
  RASSEGNA   CINEFORUM CHAPLIN  
 
     
  REGISTA   Olivier Marchal  
  ATTORI   Daniel Auteuil, Gérard Depardieu, André Dussollier, Roschdy Zem, Valeria Golino, Daniel Duval, Francis Renaud, Catherine Marchal, Guy Lecluyse, Alain Figlarz, Vincent Moscato, Anne Consigny, Stéphane Metzger, Solene Biasch, Aurore Auteuil, Ivan Franek, Christophe Rouzaud, Denis Sylvain, Laurent Olmedo, Frederic Maramber, Patrick Medioni, Serge Beuchat, Thierry Guerrib, Cyrille Hertel, Stephane Orsolani, Anna D'Annunzio, Jean-Louis Bihoreau, Lena Jam-Panoi, Christian Geffroy, Stephanie Coubard, Jo Prestia, Eric Defosse, Mylène Demongeot, Ludovic Berthillot, Olivier Marchal, Philippe Chaubet, Christine Chansou  
  PRODUTTORE   Gaumont, LGM Productions  
  SCENEGGIATORE    
  COMPOSITORE   Erwann Kermorvant, Axelle Renoir  
  PAESE   Francia  
  CATEGORIA   Drammatico, Poliziesco  
  ANNO   2004  
  DURATA   110 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   https://www.comingsoon.it/film/36-quai-des-orfevres/6984/scheda/  
 
 
 

DESCRIZIONE   36 - Quai des Orfèvres, film diretto da Olivier Marchal, segue le vicende tra il poliziotto Leo Vrinks (Daniel Auteuil), capo dell’unità investigativa, e il collega Denis Klein (Gérard Depardieu), responsabile della squadra anticrimine. Un tempo grandi amici, adesso i due agenti sono nemici giurati e avversari per ottenere il posto come capo della polizia, ora vacante. L’ambita promozione sarà però concessa soltanto a chi riuscirà ad acciuffare la violenta gang che da tempo terrorizza la capitale francese con efferate rapine.
La competizione tra Vrinks e Klein raggiunge livelli inimmaginabili, superando i limiti della moralità e della legalità, finché non sembra esserci più alcuna differenza tra loro e i criminali di cui sono alla caccia. I fatti precipitano irrimediabilmente quando Vrinks e il suo informatore Hugo Silien (Roschdy Zem) restano coinvolti in un omicidio. Klein coglie la palla al balzo e fa arrestare il collega, ma poi commette un errore, coinvolgendo nel caso Camille (Valeria Golino), la moglie di Vrinks. Dopo sette anni di carcere, Vrinks è finalmente libero e pronto a ottenere la sua vendetta...
 

COMMENTO   ""Il titolo è l'indirizzo della questura di Parigi e la storia di questo polar (il noir alla francese) è purtroppo tutta vera. (...) Può sembrare un giallo come tanti. Invece '36, Quai des Orfèvres' è un polar di brutale iperrealismo girato da un ex-poliziotto che conosce il milieu come le sue tasche e dà a ogni immagine potenza e precisione impressionanti. Immaginate un Michael Mann francese (modello dichiarato è 'Heat') che però racconti da dentro miti e riti, intrighi e miserie della polizia. Di qui le scene migliori: l'addio al collega che va in pensione con i flic sbronzi che fanno il tiroasegno su un topo, le esequie del flic ucciso per una carognata di Depardieu, i gesti folli dei banditi. Peccato che pur rielaborando storie vere e dettagli di prima mano, 36 sterzi poi verso una truculenta vendetta stile 'Conte di Montecristo'. Anche perché Marchal, così dotato per azione e ambientazione, sul fronte dei sentimenti ha la mano assai meno felice." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 21 gennaio 2005)"Regista è l'ex poliziotto Olivier Marchal che racconta in diretta sulla sua pelle. Storie di feroci rapine e di sbirri senza pietà, di infiltrati, di corruzioni e di carognate. (...) Ottimo il ritmo, straordinari i personaggi: basta invitare un flic a bere una birra per avere mille storie, dice l'autore. Poliziesco con un lato di melodramma virile: Bene e Male hanno ruoli divisi & complementari. Il film corre veloce anche per la presenza di una coppia di sbirri capaci di produrre plus valore di emozione, Depardieu e Auteuil." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 22 gennaio 2005)"Scritto e diretto da un ex poliziotto, Olivier Marchal, un noir crepuscolare e straziante per il quale, in Francia, qualcuno ha speso il nome di Jean-.Pierre Melville. Esagerando, francamente. Eppure, basta pensare alle serie sulla polizia diffuse dal piccolo schermo per vederlo come un antidoto alle banalità con cui i modelli correnti distribuiscono bene e male. Diversamente dalla tv, qui il confine è dolorosamente vago, incerto: guardie e ladri, amicizia e odio, lavoro e vita privata si mescolano, spingendo gli individui alla deriva. Quel che delude, in parte, è che da tali premesse Marchal imbocchi poi la via di un melodramma alla 'Conte di Montecristo', commentato da una musica tonitruante fino a rimbambirti e montato con tale scrupolo dimostrativo da ripetere, tre o quattro volte, le stesse cose." (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 21 gennaio 2005)