Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 Le Invasioni Barbariche (Les Invasions Barbares)

 
pic_movie_498   NUM   498  
  DATA E CINEMA   2004.08.12 FIUME  
  RASSEGNA    
 
     
  REGISTA   Denys Arcand  
  ATTORI   Rémy Girard, Stéphane Rousseau, Marie-Josée Croze, Marina Hands, Dorothée Berryman, Johanne-Marie Tremblay, Pierre Curzi, Yves Jacques, Louise Portal, Dominique Michel, Sophie Lorain, Toni Cecchinato, Mitsou Gelinas, Denis Bouchard, Markita Boies, Yves Desgagnes, Isabelle Blais, Jean-Marc Parent, Dominic Darceuil, Jean-René Ouellet, Lise Roy, Gaston Lepage, Sebastien Huberdeau, Rose-Maité Erkorea, Sylvie Drapeau, Gilles Pelletier, Micheline Lanctot, Roy Dupuis, Daniel Brière, Macha Grenon  
  PRODUTTORE   Cinemaginaire Inc., Production Barbares Inc., Pyramide Productions, Astral Films, Centre National De La Cinematographie, Harold Greenburg Fund, Le Studio Canal+, Societe' Radio-canada, Societe' De Developpment Des Entreprises Culturelles, The Harold Green  
  SCENEGGIATORE    
  COMPOSITORE   Pierre Aviat  
  PAESE   Canada, Francia  
  CATEGORIA   Commedia, Drammatico  
  ANNO   2003  
  DURATA   99 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   https://www.comingsoon.it/film/le-invasioni-barbariche/42283/scheda/  
 
 
 

DESCRIZIONE   Le invasioni barbariche, è un film drammatico del 2003 scritto e diretto da Denys Arcand. Il cinquantenne Rémy (Rémy Girard), professore di storia con il vizio delle relazioni extraconiugali, è malato di cancro e viene ricoverato in ospedale. Al suo fianco c’è l’ex moglie Louise (Dorothée Berryman), madre del suo unico figlio Sébastien (Stéphane Rousseau).
Padre e figlio non hanno mai avuto buoni rapporti, il figlio incolpa il padre di aver distrutto la loro famiglia con i suoi continui tradimenti e il padre non ama la strada intrapresa dal figlio, lontana dalla politica e dalla cultura accademica. Quando la madre Louise chiama Sébastien per informarlo della malattia di Rémy e chiedergli di raggiungerla al suo capezzale, lo trova, infatti, a Londra, impegnato con la sua carriera di successo nel mondo della finanza.
In un primo momento, Sébastien non è molto convinto ma,poi, accetta di rivedere il padre e, a poco a poco, si lascia pienamente coinvolgere dalle drammatiche circostanze. Dopo aver accompagnato Rémy in un viaggio nel Vermont per ricevere cure mediche, tornati nel disorganizzato ospedale del Quebec, Sébastien tenta di corrompere i dottori per dare al padre delle cure migliori.
Intanto chiama tutti i più cari amici di Rémy e li invita nella casa dove il malato sta trascorrendo i suoi ultimi giorni per far sì che possa avere intorno tutte le persone che hanno avuto un significato nella sua vita.
Poi scopre che l’eroina è molto più potente della morfina nelle cure palliative per i malati terminali e contatta per procurargliela Nathalie (Marie-Josée Croze), una tossicodipendente della zona. Non sa però che Nathalie è figlia di Diane (Louise Portal), una delle tante ex fiamme di Rémy...
 

COMMENTO   "Punto a sorpresa per i canadesi. Viene da Montréal la prima commedia cinica sul dopo 11 settembre, 'Les invasions barbares', irriverente quanto basta a strappare alla sala stampa lacrime, risate e fin troppi applausi. Un gradimento simile comunque va registrato. Anche perché Denys Arcand riesce a riprendere, capovolgendone l'assunto, un suo successo dell'86, 'Il declino dell'impero americano'. (...) Abile ma disinvolto fino alla furbizia e sorretto da un'amoralità di comodo, 'Les invasions barbares' giustifica il titolo con stoccate allo strapotere Usa e al genocidio degli Indiani. E' la parte ideologica, la più facile. Ogni mezzo è lecito, un'immagine vale l'altra, pure l'aereo che si schianta contro le Twin Towers può servire a illustrare la tesi di fondo. I 'nuovi barbari' non sono arabi o emigranti, siamo noi occidentali, chi non è o non vuol essere americano è antiamericano. Il tono semifarsesco maschera insomma un de profundis per valori e stili di vita sepolti col Novecento". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 22 maggio 2003) "Che sollievo sentire la Sala Lumière contrappuntare di continue risate la proiezione di un film finalmente non quaresimale; e che sconcerto constatare che 'Le invasioni barbare' contrabbanda la sua dose massiccia di buonumore facendo la cronaca di un'agonia. Regista originalissimo, il franco-canadese Denys Arcand è prima di tutto uno straordinario drammaturgo; e il copione di questa sua fatica, che riprende personaggi e interpreti del precedente 'Il declino americano' (1987), si vorrebbe goderselo in lettura come capita quando si è vista una bella commedia a teatro". (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 22 maggio 2003)"Via di mezzo fra 'Amici miei II' di Monicelli e 'Il grande freddo' di Kasdan, 'Les invasions barbares' ha del primo il disincantato sguardo sulla gioventù; del secondo, l'ambientazione americana - lato canadese e francofono della frontiere - e l'occasione d'incontro per i personaggi: un'agonia, se non proprio un funerale. (...) Arcand mette perfino troppo spunti nel film (Primo Levi, Pio XII, Cioran), ma almeno non gli mancano le idee. Il suo valore s'era visto anche con 'Stardom', film di chiusura del Festival di Cannes 2000. Commovente e inatteso l'omaggio a 'Cielo sulla palude', il bel film con Ines Orsini nei panni di Maria Goretti diretto da Augusto Genina (1949) che il protagonista ha visto a scuola dai preti. E col cui ricordo chiude gli occhi per sempre". (Maurizio Cabona, 'Il Giornale', 22 maggio 2003)"Potreste pensare a un 'Grande freddo' con morto ancora vivo, o ad un film comunque tetro. Nulla di tutto ciò. 'Le invasioni barbariche' è prima di tutto una commedia crudelmente divertente. Inoltre, vivaddio, è un film 'politicamente scorretto' in modo esuberante e selvaggio. Vi basti vedere il ruolo - tutt'altro che sgradito - che hanno le droghe, leggere e pesanti, nell'alleviare le sofferenze psichiche e fisiche di Remy. Girard è un attore gigantesco, ma tutti i suoi vecchi partner sono bravissimi. E fra i giovani Marie-Josèe Croze è talmente in gamba da aver meritato, a Cannes 2003, il premio come migliore attrice." (Alberto Crespi, 'L'Unità', 5 dicembre 2003)"Arcand si è scritto anche il testo, l'ha congegnato in modo da darvi spazio con meditata intelligenza anche all'umorismo. Nel disegno del carattere di Remy e di tutti quegli amici che sono tornati al suo fianco, negli episodi, sia pure spesso anche malinconici, che si affacciano ad ogni momento dell'azione, nei graffi con cui si disegna la corruzione dei tanti ambienti che i personaggi attraversano, lasciando che sia soprattutto il protagonista a tirare a più riprese tra l'aggressivo ed il caustico le somme di quei 'declini' tutti intorno che, nelle invasioni barbariche, ormai alle porte, non possono non far sentire i primi campanelli d'allarme. Senza mai pedanteria, comunque, e con guizzi polemici che si intuiscono soltanto tra le pieghe di quel dramma privato enunciato sempre con levità straordin