Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 Il Cuore Altrove (Il Cuore Altrove)

 
pic_movie_442   NUM   442  
  DATA E CINEMA   2003.03.21 PINDEMONTE (CINEF 40-22)  
  RASSEGNA   CINEFORUM CHAPLIN  
 
     
  REGISTA   Pupi Avati  
  ATTORI   Neri Marcorè, Vanessa Incontrada, Giancarlo Giannini, Anna Longhi, Alfiero Toppetti, Nino D'Angelo, Giulio Bosetti, Edoardo Romano, Sandra Milo, Chiara Sani  
  PRODUTTORE   Duea Film, Rai Cinemafiction  
  SCENEGGIATORE    
  COMPOSITORE   Riz Ortolani  
  PAESE   Italia  
  CATEGORIA   Drammatico, Sentimentale  
  ANNO   2003  
  DURATA   107 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   https://www.comingsoon.it/film/il-cuore-altrove/37226/scheda/  
 
 
 

DESCRIZIONE   Il cuore altrove, film diretto da Pupi Avati, racconta le vicende amorose del trentacinquenne Nello Ballocchi (Neri Marcoré), timido professore di latino e greco. Siamo nei primi anni Venti del Novecento: figlio del sarto di Papa Pio X a Roma, l’impacciato Nello viene spedito dal padre Cesare (Giancarlo Giannini) a insegnare in un liceo a Bologna, nella speranza che trovi finalmente una donna con cui sposarsi e fare figli.
Arrivato nella città romagnola, il docente alloggia in una locanda gestita da Arabella (Sandra Milo), una signora saggia che già è a conoscenza della situazione del giovane. Nell’ostello condivide la stanza con Domenico (Nino D’Angelo), un barbiere proveniente da Napoli, grazie a cui conosce Angela (Vanessa Incontrada), donna bella, dal carattere esuberante, ma sfortunatamente cieca. Nello s’innamora perdutamente della giovane, con cui inizia a frequentarsi e spera un giorno di sposarsi: tuttavia i genitori di entrambi non approvano questa relazione, consapevoli del tremendo temperamento di Angela...
 

COMMENTO   "Date a Pupi Avati una finestra aperta su Bologna e l'Appennino; dategli una classe di alunni degli anni Venti; un preside, un verso latino; dategli una figura d'uomo inadeguato alla felicità in balia di una splendente civetta che abusa delle sue verginità affettivo/corporali; dategli modo di struggersi nella sua morale di sempre; anche la finzione può essere bella: dategli il vostro sorriso amarognolo di fronte ad uno champagne destinato ad essere sempre illusione e delusione. Lui ne farà melassa d'autore ammiccando alla vostra commozione. Quando l'azzecca, c'è da leccarsi i baffi. Qui l'azzecca, complice un superlativo Neri Marcorè. E continua la gita scolastica alla ricerca del ricordo al quale ancorare una vita". (Alessio Guzzano, 'City', 24 gennaio 2003)"Un giovanottone colto e impacciato spedito dal padre a Bologna perché conosca le donne. Una bellissima ragazza cieca, che gli uomini se li rigira come vuole. E l'Italietta degli anni '20, padri premurosi o felloni, la sartoria pontificia dove lavorano i genitori del ragazzo, concentrato di cinismo romano venato di poesia (peccato che Giannini prema sul pedale del grottesco...). E' 'Il cuore altrove', con cui Pupi Avati torna alla sua vena migliore scavando nella memoria di un Paese e di una mentalità scomparsi". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 23 gennaio 2003)"Storia d'amour fou' tra diversi, affidata a un cineasta contadino che la distende come una dolceamara educazione sentimentale. Cercando nel passato, tra un racconto della madre e il suo stile della rimembranza, Avati ritrova le radici di uno sguardo audiovisivo insieme incantato e critico sulle pene d'amore e la negligenza della vita quando ci si spinge col 'cuore altrove'. (?) Con qualche frecciata sociale brillante e un cast quasi azzeccato, è un'eroicomica del cinico Ferreri nella biografia intima del caldo Avati". (Silvio Danese', Il Giorno', 24 gennaio 2003) "Dopo la bellissima e sfortunata prova de 'I cavalieri che fecero l'impresa', Pupi Avati torna al cinema intimista (?) La delicatezza, l'umorismo leggero, la sensibilità, il divertimento e la malinconia sono alcune delle caratteristiche di Avati che fanno la qualità del film". (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 24 gennaio 2003) "Per ciò che racconta, 'Il cuore altrove' ha un retrosapore malinconico, perfino amaro; mai triste, però. Anzi, fa ridere spesso: grazie ai 'caratteri' del barbiere Nino D'Angelo e del padre di Nello, alias un Giancarlo Giannini così esuberante da mettere un po' in ombra il suo, pur bravo, rampollo Neri Marcorè. Il gemellaggio fra malinconia e comicità funziona a dovere; come nel cinema popolare di buona memoria, ma col tocco dell'autore in più". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 26 gennaio 2003)