Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 Il Grande Dittatore (The Great Dictator)

 
pic_movie_438   NUM   438  
  DATA E CINEMA   2003.03.07 PINDEMONTE (CINEF 40-20)  
  RASSEGNA   CINEFORUM CHAPLIN  
 
     
  REGISTA   Charlie Chaplin  
  ATTORI   Charlie Chaplin, Jack Oakie, Reginald Gardiner, Henry Daniell, Billy Gilbert, Grace Hayle, Carter De Haven, Paulette Goddard, Maurice Moskovich, Emma Dunn, Bernard Gorcey, Paul Weigel, Florence Wright, Leo White, Nita Pike, Lucien Prival, Lynn Hayes, Hank Mann, Esther Michelson, Eddie Gribbon, Richard Alexander, Chester Conklin, Robert O. Davis, Eddie Dunn  
  PRODUTTORE   Charles Chaplin Productions  
  SCENEGGIATORE    
  COMPOSITORE   Charlie Chaplin, Meredith Willson  
  PAESE   USA  
  CATEGORIA   Commedia  
  ANNO   1940  
  DURATA   126 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   https://www.comingsoon.it/film/il-grande-dittatore/27763/scheda/  
 
 
 

DESCRIZIONE   Il grande dittatore è un film del 1940 scritto, diretto, prodotto e interpretato da Charlie Chaplin.
Durante la Prima Guerra Mondiale un barbiere ebreo (Charlie Chaplin), militare nell'esercito della Tomania come addetto al funzionamento dell’artiglieria pesante di terra, riesce eroicamente a salvare la vita del pilota Schultz (Reginald Gardiner), che nonostante sia rimasto ferito riesce a farlo salire a bordo di un aereo militare e a decollare con lui. Durante il volo si capovolgono e precipitano schiantandosi in un terreno di campagna.
L’incidente provoca al barbiere una perdita di memoria che lo costringe in un ospedale militare per molti anni. Un giorno, senza l’approvazione dei medici, l'uomo abbandona la clinica e ritorna alla sua bottega nel ghetto ebreo, ignorando però il cambiamento avvenuto dopo una rivolta in Tomania, che ha portato al potere il dittatore Adenoid Hynkel (Charlie Chaplin), con la conseguente privazione della libertà degli abitanti.
Giunto alla sua bottega, convinto che siano trascorse solo poche settimane anziché anni, l'uomo si sorprende quando dei militari, intenti a imbrattare i vetri del suo negozio, lo aggrediscono. Reagisce al sopruso suscitando le simpatie di Hannah (Paulette Goddard), una bella ragazza del ghetto, insofferente alle angherie e alle miserabili condizioni di vita a cui è costretta a vivere da tempo.
La reazione del barbiere ai militari prevederebbe l'impiccagione, ma interviene a suo favore il comandante Schultz, il quale riconosce nell'uomo il soldato che tanti anni prima gli aveva salvato la vita. Per il ghetto arriva una temporanea pace quando Hynkel decide di rivolgersi a un banchiere ebreo per ottenere finanziamenti per aggredire militarmente l'Ostria, una nazione limitrofa. Intanto Schultz si rifiuta di portare avanti l'invasione e così finisce confinato in un campo di concentramento, dal quale però riesce a fuggire per poi nascondersi nel ghetto.
Nasce allora una cospirazione per eliminare il dittatore Hynkel da parte di Schultz e il barbiere insieme agli altri ebrei, ma purtroppo senza raggiungere l’obiettivo. Il comandante e il barbiere vengono quindi imprigionati, ma un fortuito scambio di persona stravolgerà le sorti dell'imminente invasione bellica contro l'Ostria...
 

COMMENTO   "Torna il gran film antinazista che negli Usa isolazionisti e ancora assai morbidi col Terzo Reich nessuno voleva fare, vuoi per connivenza, vuoi per non peggiorare la situazione degli ebrei (questa era la scusa 'nobile'), vuoi per il timore di un fiasco al botteghino (fu invece fra i massimi successi di Chaplin, che finanziò tutto di tasca propria girando e rigirando per quasi due anni, da inguaribile perfezionista). (...). Da vedere e rivedere, magari con i bambini. Spiegando loro chi c'era dietro Hynkel, dittatore coi baffetti, e chi era Benzino Napaloni, dittatore mangiaspaghetti con moglie impresentabile. Perché quel film parla anche di noi". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 20 dicembre 2002)"Ritorna, in copia integrale, il morso di satira del grande Chaplin alle dittature europee che trascinarono il mondo in guerra. (...) La memorabile scena del mappamondo basta a far tornare la voglia di vederlo in dimensioni extra-large. La destra lo tacciò di comunismo, la sinistra di superficialità. Ai posteri l'ardua sentenza. E i posteri siamo noi". (Alessio Guzzano, 'City', 10 gennaio 2002)