Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 Ma Che Colpa Abbiamo Noi (Ma Che Colpa Abbiamo Noi)

 
pic_movie_437   NUM   437  
  DATA E CINEMA   2003.02.26 DIAMANTE (CINEF 40-17)  
  RASSEGNA   CINEFORUM CHAPLIN  
 
     
  REGISTA   Carlo Verdone  
  ATTORI   Carlo Verdone, Margherita Buy, Anita Caprioli, Antonio Catania, Lucia Sardo, Stefano Pesce, Massimiliano Amato, Luciano Gubinelli, Sergio Graziani, Raquel Sueiro  
  PRODUTTORE   VITTORIA E MARIO FILM S.R.L., VIRGINIA FILM S.R.L., WARNER BROS. ITALIA  
  SCENEGGIATORE    
  COMPOSITORE   Lele Marchitelli  
  PAESE   Italia  
  CATEGORIA   Commedia  
  ANNO   2002  
  DURATA   120 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   https://www.comingsoon.it/film/ma-che-colpa-abbiamo-noi/37222/scheda/  
 
 
 

DESCRIZIONE   Otto persone, di età e storie diverse, vivono a Roma uniti solo dal fatto di frequentare lo stesso gruppo analitico. Si tratta di tre donne e quattro uomini le cui vicende mostrano in maniera divertente, passando da scene corali ad altre più intimistiche, la fragilità ma anche la voglia di cambiare e la capacità di reagire tipiche dei nostri contemporanei.
 

COMMENTO   "Film corale, capitanato da Verdone nei panni di Gegé, cinquantenne dominato ancora dalla figura ingombrante del padre. Fra gli altri in terapia spiccano Margherita Buy, Anita Caprioli, Antonio Catania. Un bel cast di attori italiani per un autore che cerca di uscire dalle strettoie della gag e di ritrovare il tono giusto della commedia amara e di costume. Verdone tenta la carta della svolta definitiva e il film è dedicato a tutti coloro che hanno nostalgia dell'autore di 'Compagni di scuola' e di 'Maledetto il giorno che ti ho incontrato'". (Piera Detassis 'Panorama', 5 dicembre 2002)"Vitale, divertente, in complesso ottimista, 'Ma che colpa abbiamo noi' è un film tutt'altro che banale o semplificatorio. Nessuno si aspetta da Verdone un trattato sulla psicanalisi, d'accordo: le esigenze dello spettacolo restano in primo piano; a tratti, magari, prendono un po' la mano. (...) Ciò non toglie che le tipologie umane e relative nevrosi siano trattate con sensibilità e autenticità, che lo sguardo posato sulle insicurezze contemporanee appaia maturo, comprensivo, piacevolmente rasserenato. Il tutto, poi, immerso in un bel ritmo da commedia nera, di respiro più internazionale della corrente produzione italiana. Bene assortito il gruppo degli interpreti, che stanno in parte con entusiasmo e convinzione. O sono solo bravi, oppure un po' di terapia di gruppo, durante le riprese, l'hanno fatta davvero". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 11 gennaio 2003) "Ci perdoni Carlo Verdone se proprio non ci riesce di condividere due suoi pallini cinematografici: Margherita Buy e la psicanalisi (ammesso ci sia la differenza). Maledetto il giorno che i tre si sono incontrati e speriamo si perdano di vista: se no lui si fa indurre all'inevitabile ottimismo trionfante che scolora i finali e impedisce la 'melanconicità' (stile 'Compagni di scuola'), lei gorgheggia titubanze perenni, Freud fa sempre capolino in versione acqua e sapone (...) Gag, amarezze, amori cibernetici, etero e gay che spasimano per l'anima gemella altrui, mammoni, bobbisti, forzati del sonno in vagone, adepte del sesso mercenario: tutti uniti per scoprire la psicanalisi e la malattia della quale pretenderebbe di essere la cura". (Alessio Guzzano, 'City', 10 gennaio 2002)"Il 2003 del cinema italiano si apre in modo promettente con questo film: uno spettacolo divertente che non rinuncia all'intelligenza e al buongusto, professionalmente impeccabile, privo di spocchia pur avendo le caratteristiche del prodotto autoriale. Nel gestire la sua popolarità, Verdone non vive di rendita e procede in controtendenza. Anziché buttare un film sull'altro, lavora per mesi alla sceneggiatura e ne cura la realizzazione con meticolosità maniacale. Nel caso in esame si profila poi un valore aggiunto, da talento in perfetta crescita. Incarnando un personaggio parente dello Zeno di Svevo, a disagio con la figura paterna come con le donne e la società, Carlo, pur lavorando assai sulle psicologie, sa menare l'affondo che garantisce la risata. Il tutto all'interno di una scelta che pochi comici accetterebbero: infilarsi in un concertato alla pari". (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 4 gennaio 2003) "Splendido cinquantenne e autore dal fermo e solidissimo mestiere Verdone conferma occhi attenti e sguardi non banali (si pensi, per esempio, all'assai psicoanalitica scena d'apertura: quel dolly che entra nell'antica casa, mentre le voci si rincorrono fuori campo), e una sapientissima maestria nella direzione degli attori, di cui piace segnalare la raggiunta maturità della finora solo bella Anita Caprioli, la riuscita recidività di Margherita Buy e il coraggioso spirito di adattamento della grimaldiana Lucia Sardo. Se c'è un difetto è nella parte centrale, qua è là prolissa, dove par di capire quanto l'autorattore romano non abbia avuto il cuore di tagliare. Per amore dei 'suoi'. E per non dover dire, mi dispiace". (Aldo Fittante, 'Film Tv', 14 gennaio 2003)"Ha impiegato un anno e mezzo Ca