Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 La Nobildonna E Il Duca (L'anglaise Et Le Duc)

 
pic_movie_396   NUM   396  
  DATA E CINEMA   2002.01.21 KAPPADUE (CINEF 39-12)  
  RASSEGNA   CINEFORUM CHAPLIN  
 
     
  REGISTA   Eric Rohmer  
  ATTORI   Lucy Russell, Jean-Claude Dreyfus, François Marthouret, Léonard Cobiant, Carolin Morin, Alain Libolt, Héléna Dubiel, François-Marie Banier, Georges Benoit, Serge Renko, Daniel Tarrare, Charlotte Very, Eric Viellard, Laurent Le Doyen, Marie Rivière, Serge Wolfsperger, Rosette, Michel Demierre, Christian Ameri  
  PRODUTTORE   FRANCOISE ETCHEGARAY PER COMPAGNIE ERIC ROHMER - PATHE IMAGE  
  SCENEGGIATORE    
  COMPOSITORE    
  PAESE   Francia  
  CATEGORIA   Storico  
  ANNO   2001  
  DURATA   125 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   https://www.comingsoon.it/film/la-nobildonna-e-il-duca/41325/scheda/  
 
 
 

DESCRIZIONE   TRAMA BREVEDurante la rivoluzione francese una bella dama inglese Grace Elliot, fedele al sovrano, intrattiene rapporti affettuosi, ma a volte anche tempestosi, con il cugino del Re Luigi XVI, il duca di Orléans che, invece, sta dalla parte dei rivoluzionari. Il duca, divenuto il deputato "Egalité" si farà convincere dalla nobildonna a salvare un proscritto ma non a risparmiare la vita del Re.TRAMA LUNGANobildonna di antica famiglia scozzese, lady Grace Elliott è a Parigi negli anni bui della rivoluzione. Arrivata in Francia nel 1786 come amante del principe Filippo, duca d'Orléans, all'inizio delle sommosse Grace ha ormai chiuso questa relazione ma, nonostante divergenti opinioni politiche, i due sono rimasti legati da amicizia. Nell'agosto 1792, il giorno dell'assalto alle Tuileries da parte del popolo, Grace riesce a lasciare la città e a raggiungere la casa di campagna a Meudon. Nel settembre, dietro l'insistenza di un'amica, Grace torna a Parigi per aiutare un fuggitivo. Si tratta di Champcenetz, governatore proprio delle Tuileries. Questi è acerrimo nemico del duca d'Orléans, Grace stessa non lo stima, eppure insiste nel nasconderlo a casa sua, anche a rischio della vita. Nel gennaio 1793 Grace non riesce ad impedire che il duca d'Orléans voti a favore della morte del Re. Lo scontro tra i due sembra consumato. Una riconciliazione arriva solo nel mese seguente, quando Filippo cerca invano di procurare un passaporto di uscita per Grace. Nell'aprile 1793, in seguito al tradimento del generale Dumouriez, la famiglia d'Orléans viene bandita. Ricevuta a casa la visita della guardia nazionale, Grace viene arrestata. La sua permanenza in prigione dura poco, fin quando una lettera e un intervento di Robespierre arrivano a scagionarla. Le teste continuano a cadere, ma lei sopravvive.
 

COMMENTO   "Il nocciolo di 'La nobildonna e il duca' va cercato nella fedeltà alle proprie convinzioni morali, anche ai puntigli personali, perfino in situazioni estreme; nella fedeltà a un rapporto affettivo che è scivolato nell'amicizia e che al momento della verifica, torna a imporsi in quanto amore". (Francesco Bolzoni, 'Avvenire', 8 settembre 2001) "Tutto è un assoluto incanto. Per la freschezza della testimonianza, per la grazia della regia, che fonde tecniche antiche e modernissime inserendo elettronicamente gli attori su fondali dipinti; per il punto di vista eccentrico e rivelatore (...) Un capolavoro che solo i faziosi potranno piegare alla logica angusta del cui prodest". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 8 settembre 2001) "Il film racconta la Rivoluzione secondo la nobildonna, non la Rivoluzione secondo Rohmer: ma al di là del punto di vista il film girato interamente in digitale è splendido, con magnifici attori e magnifiche scenografie che ricorrono per gli esterni parigini a una tela di fondo dipinta che dà distanza, richiama l'iconografia dell'epoca e il cinema muto". (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 28 settembre 2001)"Certo l'angolatura dalla quale l'ottuagenario maestro Eric Romer ha scelto di raccontare la rivoluzione francese è singolare.(...) Ma sarebbe volgare pensare a una svolta reazionaria di Rohmer, il quale ha continuato a ripetere a Venezia, dove ha ricevuto il Leone d'oro alla carriera, che ama "fare cinema e non politica". Se è vero che la storia la scrivono i vincitori, altrettanto vero è che la storia vissuta dai perdenti è più affascinante, ambigua, artisticamente ricca. Valeva per 'La guardia bianca', magnifico romanzo d'esordio di Michail Bulgakov, il primo a parlare della rivoluzione d'ottobre dal punto di vista di una famiglia zarista, vale per quest'opera straordinaria e rivoluzionaria nello stile, almeno rispetto al cinema che circola nelle sale. Rohmer rovescia i luoghi comuni del grande cinema di ambientazione storica, usa la telecamera digitale e pochissimi movimenti, mescola pittura e teatro, s'affida a una recitazione semplice quanto intensa." (Curzio Maltese, D di Repubblica, 16 ottobre 2001)