Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 Atlantis: L'impero Perduto (Atlantis: The Lost Empire)

 
pic_movie_393   NUM   393  
  DATA E CINEMA   2001.12.30 PINDEMONTE  
  RASSEGNA    
 
     
  REGISTA   Kirk Wise, Gary Trousdale  
  ATTORI   Michael J. Fox, James Garner, Phil Morris, Claudia Christian, Franca Valeri, Claudio Bisio, Leonard Nimoy  
  PRODUTTORE   Walt Disney Pictures  
  SCENEGGIATORE    
  COMPOSITORE   James Newton Howard, Diane Warren  
  PAESE   USA  
  CATEGORIA   Animazione  
  ANNO   2001  
  DURATA   95 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   https://www.comingsoon.it/film/atlantis-l-impero-perduto/41348/scheda/  
 
 
 

DESCRIZIONE   Atlantis: L’impero perduto è un film di animazione del 2001, diretto da Kirk Wise e Gary Trousdale.
Milo Thatch (voce originale Michael J. Fox) è un linguista e cartografo che lavora a Washington D.C in un Istituto di ricerca. Giovane e determinato, non riesce a trovare i fondi per finanziare le ricerche di Atlantide, una città sommersa da un enorme tsunami più di 8000 anni prima. Ad aiutarlo interviene il miliardario Preston B. Whitmore che, dovendo un favore a Thaddeus, esploratore e nonno di Milo, dona al ragazzo il “Diario del Vecchio Pastore”, un manoscritto vichingo che spiega come raggiungere Atlantide.
Milo comincia così la spedizione, finanziata da Whitmore, a bordo di un sottomarino e accompagnato da un esperto equipaggio: fra essi, la bella Helga (voce originale Claudia Christian) e il comandante Lyle (voce originale James Garner). I membri della ciurma, dopo varie peripezie, riescono a trovare l’antica città nei sotterranei della Terra e scoprono con sorpresa che è ancora abitata.
Nonostante il re di Atlantide Kashekim Nedakh (voce originale Leonard Nimoy) non sia d’accordo, la principessa Kida sceglie di aiutare Milo a scoprire i misteri della città. La figlia del re spera infatti che il giovane possa aiutarla ad evitare la lenta decadenza del suo impero. Parlandosi in Atlantidese e aiutandosi a vicenda, i due trovano il “Cuore di Atlantide”: un gigantesco cristallo che per millenni ha protetto gli abitanti, curandoli ed impedendo loro di invecchiare. A Milo resta ancora da scoprire la misteriosa natura della gemma, quando si accorge che qualcuno gli ha teso un tranello…

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COMMENTO   "Una delusione. Uno dei peggiori cartoon prodotti dalla 'casa' negli ultimi anni: indeciso sul tono da tenere per piacere a tutti, ottiene solo il risultato di non essere completamente un film per bambini, né davvero un film per un pubblico adulto. Di seconda scelta anche la grafica, indegna sia della grande tradizione Disney sia degli autori Trousdale e Wise, gli stessi di 'La Bella e la Bestia". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 22 dicembre 2001) "Il Disney-film di Natale, carino e divertente, ha qualcosa di istruttivo e utilitario oltre che di avventuroso e fantastico. (...) Lo stile del disegno risulta meno approssimativo del solito". (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 21 dicembre 2001) "Un film di Indiana Jones rivisto e corretto per i cartoni animati, nel bene e nel male. Nel bene, la procedura fumettistica e neo pop art di una vicenda avvincente che, muovendo dal 1914, porta il linguista cartografo alla scoperta del mistero di Atlantide (...) Nel male la piatta stesura delle immagini che invitano sempre a ricordare il colossal di fiction hollywoodiana, con le sue costruzioni metalliche e le grandiosità di campo lungo. Ventimila leghe sotto i mari il cinema è riuscito ad andarci da un pezzo. Non piace poi, ma è una questione di gusti, la colorazione smunta dei corpi e delle facce, che ricorda un po' l'anoressia di tutto il prodotto. Per mettere insieme un'oretta e mezza ci hanno lavorato per più di un quinquennio". (Silvio Danese, 'Il Giorno', 21 dicembre 2001)"'Atlantis' è stato accolto dalla critica con perplessità: in questa specie di Indiana Jones in versione cartone animato si parla troppo, le scene d'azione arrivano tardi creando una moderata suspense e manca il delizioso bestiario che fa la gioia dei piccini. Vero è che da qualche tempo l'animazione cerca nuove strade solleticando i gusti di un pubblico più adulto, ma allora perché usare un disegno tanto simile (orrore!) a quello giapponese dei Pokemon? (...) Iniziato in chiave di commedia, il cartone si trasforma in un film d'avventura e su uno sfondo scenografico pieno di reminiscenze fra l'ecologico e il new age, il bene trionfa. Il tutto non sarà particolarmente innovativo, ma ha una sua suggestione e di questi tempi il discorso su come sia facile per una civiltà autodistruggersi risulta quanto mai tempestivo". (Alessandra Levantesi, 'La Stampa', 20 dicembre 2001)