Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 Paul, Mick E Gli Altri (The Navigators)

 
pic_movie_390   NUM   390  
  DATA E CINEMA   2001.11.26 KAPPADUE (CINEF 39-07)  
  RASSEGNA   CINEFORUM CHAPLIN  
 
     
  REGISTA   Ken Loach  
  ATTORI   Joe Duttine, Steve Huison, Tom Craig, Dean Andrews, Venn Tracey, Sean Glenn, Andy Swallow  
  PRODUTTORE   PARALLAX PICTURES - ROAD MOVIES - TORNASOL/ALTA FILMS, CHANNEL 4 TV - DIAPHANA - BIM - CINEART  
  SCENEGGIATORE    
  COMPOSITORE   George Fenton  
  PAESE   Gran Bretagna  
  CATEGORIA   Drammatico  
  ANNO   2001  
  DURATA   92 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   https://www.comingsoon.it/film/paul-mick-e-gli-altri/41326/scheda/  
 
 
 

DESCRIZIONE   Una squadra di ferrovieri di Sheffield accetta un'indennità speciale per "lavoratori dismessi" quando la British Rail viene privatizzata. Tutti loro tentano la sorte prestando servizio occasionale attraverso un'agenzia. Dopo un primo momento di ottimismo si rendono conto che la realtà è più dura del previsto e costringe a scelte dure. Tutti loro sono convinti che l'amicizia maturata in anni di lavoro comune sopravviverà e cercano di resistere ma poi ognuno farà scelte diverse a seconda della propria situazione familiare. Un incidente lungo i binari farà loro comprendere che la necessità di non perdere il lavoro li può costringere anche a mettere a rischio la vita di un amico.
 

COMMENTO   Dalle note di regia: "Il passaggio da un posto fisso a una situazione di prestazione occasionale mette i lavoratori in condizione di competere l'uno con l'altro e in questo modo si distrugge la solidarietà. Ormai, in Europa, sta succedendo in tutti i settori. E' questo che mi interessa in modo particolare.""Anche se non è uno dei migliori Loach degli ultimi anni, conserva, intatta, la sincerità e la ruvida tenerezza dell'ultimo regista disposto a mettere in scena le classi lavoratrici. A paragone 'My name is Joe', le parti che riguardano il privato appaiono accessorie, un po' di maniera. Ma il film intende essere soprattutto un manifesto di denuncia raccontato attraverso alcuni casi emblematici e, in ciò, Loach coglie nel segno senza la minima ombra di ambiguità." (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 4 settembre 2001) "Nella sua cronaca, piuttosto asciutta, poco emotiva e con qualche spunto umoristico, Loach illustra la 'deregulation' di un gruppo precedentemente omogeneo, cadute e tradimenti sempre in agguato, con una solidarietà che si fiacca e, a poco a poco, accetta dei compromessi. Anche gravi (...) Loach elenca prove di un disagio, constata le conseguenze della svolta. Ci convince razionalmente. Ma poco ci coinvolge. Come se la materia narrativa altre volte partecipata con tensione si fosse in lui come scolorita". (Francesco Bolzoni, 'Avvenire', 4 settembre 2001) "Quale migliore occasione per la Mostra approdata all'ultima spiaggia della gestione di centrosinistra di suggellare con il Leone d'Oro una stagione significativa? Del resto il film è una spanna al di sopra dei migliori visti finora in concorso (...) Però Loach non è soltanto un regista al servizio delle verità sociali, possiede il dono di raccontare con sapienza drammaturgica, umorismo e pietà". (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 4 settembre 2001) "La sostanza è amara, ma la struttura da commedia è quella del miglior Loach. Gag e battute a cascata, incredulità divertita degli operai, che sulle prime vedono il lato comico della faccenda, conseguenze drammatico-esilaranti sui precari equilibri domestici dei ferrovieri. Con tale dovizia di dettagli e di umanità che il film sembra scritto dai suoi stessi protagonisti". (Fabio Ferzetti, 'Il messaggero', 4 settembre 2001) "La forza, la sobrietà, il calore di Ken Loach sono ammirevoli, e facendo riflettere, chiarendo il significato di quanto accade, addolora profondamente". (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 4 settembre 2001)"Dopo tanto girovagare (il Nicaragua, la Spagna della guerra civile, l' America delle ingiustizie), Loach torna al suo primo amore e ci racconta, con levità e ironia, la vita di un gruppo di addetti alla manutenzione delle ferrovie britanniche al tempo della privatizzazionie. Lotte sindacali e private, compromessi, dilemmi morali. Ken fa da sempre la cosa giusta e siamo felici che non si stanchi di lottare. Ma se provasse a raccontarci un'altra storia"? (Paola Piacenza, Io Donna, 8 settembre 2001).