Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 Dancer In The Dark (Dancer In The Dark)

 
pic_movie_374   NUM   374  
  DATA E CINEMA   2001.05.03 PINDEMONTE  
  RASSEGNA    
 
     
  REGISTA   Lars von Trier  
  ATTORI   Bjork, Catherine Deneuve, David Morse, Peter Stormare, Joel Grey, Zeljko Ivanek, Udo Kier, Stellan Skarsgård, Cara Seymour, Vladica Kostic, Jean-Marc Barr  
  PRODUTTORE   ZENTROPA ENTERTAINMENT 4 APS, LEO PESCAROLO PER LANTIA CINEMA, TELE+, MEDIASET, DANISH FILM INSTITUTE, SWEDISH F. I., NORWEGIAN F. I., ICELANDIC F. FUND, FINISH F. FOUNDATION, EURIMAGE, MEDIA PROGRAMME OF E. U.  
  SCENEGGIATORE    
  COMPOSITORE   Bjork  
  PAESE   Danimarca, Francia, Germania  
  CATEGORIA   Drammatico  
  ANNO   2000  
  DURATA   139 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   https://www.comingsoon.it/film/dancer-in-the-dark/2642/scheda/  
 
 
 

DESCRIZIONE   Selma, un'emigrante ceca, è una ragazza madre che lavora in una fabbrica nella campagna americana. La sua grande passione per la musica, specialmente per tutti i pezzi cantati e ballati dei più famosi musical di Hollywood, la aiuta a sopportare il suo grande dolore che nasconde a tutti: sta perdendo la vista e suo figlio Gene subirà la stessa sorte se non potrà sottoporsi ad un costoso intervento chirurgico. Un giorno un suo vicino, altrettanto disperato, la accusa ingiustamente di avergli rubato i suoi risparmi e questo scatenerà il dramma.

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COMMENTO   "Realismo in forma di musical o musical in forma di realismo. Coreografie bellissime, canzoni strepitose. Lars von Trier stupisce ancora e riesce ad arrivare in fondo al film senza che il tono drammatico sia ridicolizzato dagli intermezzi musicali. Il risultato è un film che strazia, sospeso con grazia. (...) Lunghissimo, oltre tre ore, eppure mai noioso, piacerà a chi ha il coraggio di deviare dalla prigione della verosimiglianza, per lasciarsi invadere da compassione". (Piera Detassis, 'Panorama', 24 agosto 2000)."Ma divertirsi a manipolare le aspettative del pubblico vuol dire essere un grande regista? Lasciatemelo dubitare. Almeno fino a quando potrò continuare a credere che il grande cinema è quello dove ogni movimento di macchina ha un senso (Welles), ogni inquadratura risponde a una logica (Lang) e il dovere del regista non è stupire ma aiutare lo spettatore ad aprire gli occhi sul mondo che lo circonda (Rossellini). (Paolo Mereghetti, Io Donna, 28 ottobre 2000)."L'idea globale del film sembra essere quella di combinare il mondo fantastico dei musical hollywoodiani con la vita reale e con i veri sentimenti (...). Ci doveva essere uno scontro fra questi due elementi ma credo che sia insito nel personaggio di Selma. Lei nutre una grande passione per entrambe le dimensioni: ama molto la vita reale, le persone concrete, gli errori, cioè qualunque cosa possa definire gli esseri umani. Ma lei ha pure un grande amore per la stilizzazione dei musical (...). I due elementi coesistono nell'opera, e Selma è convinta che si possono combinare. Ma forse è impossibile e perciò tutto è così tragico. Ciononostante il film riflette la fede della protagonista in quella possibilità". Così Lars Von Trier descrive la protagonista del suo ultimo film, premiato a Cannes con la Palma d'Oro. Quella come migliore attrice l'ha vinta Bjork, la giovane rockstar islandese che sembra un folletto eschimese, al suo contrastato esordio cinematografico con il provocatorio geniaccio del cinema danese. Interpreta una ragazza-madre operaia, emigrata dalla Cecoslovacchia nell'America degli anni sessanta. Sta perdendo la vista e la medesima sorte toccherà a suo figlio. La giovane accetta anche i turni di notte pur di accumulare i soldi necessari per farlo operare agli occhi. Siamo già nel delicato territorio filmico del melodramma. Ma Von Trier spinge l'acceleratore delle disgrazie fino all'insostenibile: un poliziotto, vicino di casa di Selma, le ruba i soldi e poi, al reclamo disperato di lei, l'accusa di essere una ladra. L'uomo viene ucciso dalla vera vittima, che si riprende il denaro. Ma la condannano alla pena capitale. Mentre aspetta in prigione la sua ora, due colleghi (una è la limpida Catherine Deneuve) la pregano di confessare le ragioni del gesto delittuoso, utili come attenuante. Eppure la mamma, oramai cieca, sceglie l'impiccagione per non svelare la verità al figlio, ignaro del proprio pericolo. Qualche istante prima di penzolare dalla forca, la informano del riuscito intervento chirurgico. Ancora una storia di sacrificio d'amore estremo (materno) dopo quello (coniugale) della protagonista di Le onde del destino. L'autore spiega che "Selma è sorella della Bess di Breaking the Waves o della Karen di Idioti: la stessa ingenuità, la stessa determinazione, la stessa forza emotiva." Un remake? Niente affatto. Qui c'è un'invenzione che sorprende e commuove: il musical tragico. Già dal titolo si allude a più elementi. "Dancing in the Dark" era uno dei numeri musicali di Fred Astaire in Spettacolo di varietà ('53) di V. Minnelli. E infatti Selma ha la passione per i musical hollywoodiani (il figlio l'ha chiamato "Gene" in omaggio al grande Kelly). Fuori della fabbrica, partecipa a un laboratorio teatrale che sta preparando il celebre Tutti insieme appassionatamente (The Sound of Music). Ma lei è anche la "ballerina nelle tenebre" della cecità. Un vecchio film di Bergman (un altro "nordico") aveva l'analogo titolo Musica nel buio ('47). Era anch'e