Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 Concorrenza Sleale (Concorrenza Sleale)

 
pic_movie_371   NUM   371  
  DATA E CINEMA   2001.03.22 PINDEMONTE (CINEF 38-22)  
  RASSEGNA   CINEFORUM CHAPLIN  
 
     
  REGISTA   Ettore Scola  
  ATTORI   Diego Abatantuono, Sergio Castellitto, Gérard Depardieu, Jean-Claude Brialy, Sabrina Impacciatore, Gioia Spaziani, Paola Giannetti, Augusto Fornari, Giorgio Colangeli, Walter Dragonetti, Simone Ascani, Rolando Ravello, Elio Germano, Bruno Cariello, Emanuele Salce, Federica Bonavolontà, Fausto Ennio Di Cesare, Carlo Molfese, Ivinne Ekman, Anita Zagaria, Eliana Miglio, Claude Rich, Antonella Attili, Claudio Bigagli, Sandra Collodel  
  PRODUTTORE   MEDUSA FILM REALIZZATA DA FRANCO COMMITTERI PER MASSFILM SPA  
  SCENEGGIATORE    
  COMPOSITORE   Armando Trovajoli  
  PAESE   Italia  
  CATEGORIA   Drammatico  
  ANNO   2000  
  DURATA   110 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   https://www.comingsoon.it/film/concorrenza-sleale/44420/scheda/  
 
 
 

DESCRIZIONE   Nel 1938 due commercianti di stoffe hanno i propri negozi nella stessa strada romana. Fanno lo stesso lavoro, hanno famiglie simili, appartengono alla stessa classe sociale. Dapprima sono divisi da una rivalità professionale che alimentano con furbizia, ma poi diventano amici quando uno dei due, di religione ebraica, è privato delle libertà fondamentali dalle leggi razziali.TRAMA LUNGAUna strada di Roma, nel 1938. Il milanese Umberto ha un negozio di sartoria, e proprio a fianco c'è la merceria di Leone, romano, estroverso, simpatico. I due non convivono tranquillamente, anzi si detestano. Umberto vede che quando abbellisce la vetrina o attacca dei cartelli promozionali, subito Leone sfrutta quelle idee a proprio vantaggio. Se i genitori sono in contrasto, i figli invece si frequentano: quelli piccoli vanno a scuola insieme e giocano; i grandi (il figlio di Umberto e la figlia di Leone) si innamorano e vorrebbero fidanzarsi. Un giorno dopo l'ennesima lite, Umberto apostrofa Leone: "Voi ebrei siete tutti uguali". Leone si ritira nel negozio con l'anziano padre. Di lì a poco il Governo promulga le leggi razziali contro gli ebrei. Leone e famiglia devono restituire la radio, licenziare la cameriera ariana e il piccolo è costretto a lasciare la scuola. Quando Leone si ammala, Umberto va a casa a trovarlo, e tra i due nasce una istintiva complicità. Ma ormai il meccanismo si è messo in moto. Poco dopo essere tornato in negozio, Leone è costretto a chiudere. Una mattina carica mobili e masserizie, fa salire la famiglia poi si siede accanto a loro. Il camion si allontana. Umberto lo saluta con sguardo preoccupato.
 

COMMENTO   "Ettore Scola ha fatto un bel film, sobrio e toccante, delicato e divertente, per raccontare come e quanto gli italiani possano essere razzisti, anche se di sé pensano il contrario. Due famiglie di commercianti rivali, una ebrea e l'altra no, sono testimoni di cosa accadde nel 1938, l'anno in cui vennero promulgate le leggi fasciste contro gli ebrei, a Roma città di Mussolini e di quel Vaticano che rimase inerte di fronte alla legalizzazione dell'antisemitismo. La vicenda è discontinuamente vista con gli occhi (e con i disegni) di un bambino. Diego Abatantuono è, tra gli interpreti italiani e francesi, il più eloquente, il più bravo". (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 23 febbraio 2001)"Il soggetto di Furio Scarpelli parte da uno spunto originale: la concorrenza di due negozi contigui, una sartoria di tradizione in calo gestita da Umberto e una merceria emergente sotto la spinta di Leone, che si trasforma ben presto (forse troppo) in una solidarietà quando interviene la campagna razziale. I rivali sono Diego Abatantuono e Sergio Castellitto ed entrerà nelle antologie la scena in cui scoppiano a ridere sulla disavventura di un parente fascista che si è sparato al piede. In un film che tende a privilegiare la descrizione sulla narrazione, Scola si conferma un maestro nel far rivivere al naturale gli ambienti e i personaggi dell'epoca che già illustrò nel suo capolavoro 'Una giornata particolare'. 'Concorrenza sleale' è prodotto alla grande da Franco Committeri, con una strada che sembra vera creata dallo scenografo Luciano Ricceri, una espressiva fotografia di Franco Di Giacomo e un commento musicale 'firmato' al pianoforte dal grande Armando Trovajoli". (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 24 febbraio 2001)"Da 'Una giornata particolare' a un angolo de' Roma nel sedicesimo anno dell'era fascista. Sempre per raccontarci la solidarietà tra gli esclusi e il rifiuto di marcare i 'diversi' da parte delle anime semplici. In 'Concorrenza sleale' c'è in più un tentativo di coralità, in meno tutto il resto. Scola si avvale di un soggettista-sceneggiatore della vecchia guardia, Furio Scarpelli, e gli affianca due figli d'arte. L'intento evidente è quello di tessere a più mani, attorno ai due personaggi centrali - titolari di negozi d'abbigliamento attigui - una serie di quadretti d'ambiente che un po' alla volta facciano sbalzare il profilo drammaturgico della storia. Questo però non avviene. Soltanto i duetti tra il burbero milanese Umberto, gestore della premiata sartoria Melchiorri, e il merciaio Leone, ebreo col senso dell'umorismo de' noartri, raggiungono momenti toccanti e di buona tenuta spettacolare. Così la storia dei due acerrimi concorrenti in commercio che scoprono nell'ingiustizia la molla della conciliazione fa l'effetto di una minuscola perla preziosa incastonata nell'ottone. Abbonda invece il macchiettismo: nella famiglia ariana c'è addirittura un cognato fannullone simil-Amarcord, e i piccoli Lele e Pietruzzo eleggono la moglie del profumiere a Gradisca di turno. Imperdonabile è soprattutto il personaggio del prof Depardieu, fratello d'Abatantuono, buttato là a sobillar le coscienze e non degnato di un cenno di commiato". (Alfredo Boccioletti, 'Il Resto del Carlino', 25 febbraio 2001)"Ettore Scola torna alla 'giornata particolare' delle leggi razziali fasciste del '38, ma espande l'unità temporale, focalizza il racconto su due commercianti e manifesta, purtroppo quasi in forma didattica e picaresca, l'infelice ordine nuovo che portò alla deportazione ebraica. Nel 'quasi', però, ci sono i margini positivi della visione: il quartiere-set dove, tra negozi, vicini di casa, posto di polizia e osteria, ricrea l'Italia solidale e ignara rotta e divisa dalla partecipazione alla 'soluzione finale'; il duo mattatoriale, equilibrato e rattenuto, composto dal sarto d'altri tempi Diego Abatantuono e l'esercente ebreo d'abiti confezionati Sergio Castellitto. Sono invece segnatamente accattivanti e convenzionali, lo stratage