Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 The Man Who Cried - L'uomo Che Pianse (The Man Who Cried)

 
pic_movie_357   NUM   357  
  DATA E CINEMA   2000.12.19 DIAMANTE (CINEF 38-09)  
  RASSEGNA   CINEFORUM CHAPLIN  
 
     
  REGISTA   Sally Potter  
  ATTORI   Christina Ricci, Cate Blanchett, John Turturro, Johnny Depp, Oleg Yankovsky, Claudia Lander-Duke, Harry Dean Stanton  
  PRODUTTORE   Universal Pictures, Adventure Pictures, PIE, Working Title Films, Studio Canal+  
  SCENEGGIATORE    
  COMPOSITORE   Osvaldo Golijov  
  PAESE   Francia, Gran Bretagna  
  CATEGORIA   Drammatico  
  ANNO   2000  
  DURATA   97 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   https://www.comingsoon.it/film/the-man-who-cried-l-uomo-che-pianse/44824/scheda/  
 
 
 

DESCRIZIONE   The Man Who Cried - L'uomo che pianse, film drammatico diretto da Sally Potter, segue le vicende di Fegele Abramovich (Claudia Lander-Duke), una bambina di origini ebraiche che vive con la nonna in un piccolo villaggio nella Russia degli anni Trenta. Suo padre (Oleg Yankovskiy) è un bravissimo cantante e ha dovuto lasciarla per trasferirsi in America, con la speranza di trovare lavoro. Quando il paesino viene distrutto, Fegele è costretta ad andare a vivere a Londra in una famiglia benestante, che la chiamerà Suzie (Christina Ricci). La ragazzina non si sente affatto a suo agio e fa fatica a integrarsi a scuola, dove i compagni la prendono in giro soprattutto perché non sa parlare inglese.
Quando diventa una donna, decide di cambiare completamente vita e trasferirsi a Parigi, dove diventa una ballerina di varietà. Qui incontra Lola (Cate Blanchett), con cui va a convivere, dando il via a una serie di avventure, tra cui la storia con Cesar (Johnny Depp), un attraente domatore di cavalli. La loro relazione, tuttavia, non è destinata a durare. Quando i tedeschi occupano la città, Suzie deve fuggire senza esitazioni. C’è solo un posto dove può andare: negli Stati Uniti a cercare quel padre che tanto le è mancato. Arrivata a Hollywood, però, scoprirà a malincuore un’amara verità…
 

COMMENTO   "Claudia Landerduke: sei anni, uno sguardo che nel silenzio imposto dalla sceneggiatura, esprime il dramma dell'abbandono e della solitudine, la perdita di casa, famiglia, padre, la lacerazione dei sentimenti, la diaspora, l'angoscia. Anche nel caso di Sally Potter e del suo The Man Who Cried, l'infanzia ha un ruolo di primo piano e i dieci minuti iniziali di film sono il momento più interessante e cinematograficamente intenso. In questo drammone alla Dickens che la Potter imita senza dirlo e copia forse senza saperlo - non ne ha i presupposti drammatici, le tensioni spirituali, la forza morale - si narra di tanti uomini che piangono in un'epoca che ne distrusse milioni. Nel 1927 una bimba ebrea, Fegele, viene strappata dal suo villaggio in Russia, dopo che il padre è partito per l'America in cerca di fortuna. Inizia così il viaggio alla sua ricerca che la condurrà a Londra, Parigi e infine Hollywood. Col passare degli anni la giovane, ribatezzata Suzie, prende le sembianze di Christina Ricci. I suoi incontri sono, nell'ordine: famiglia inglese cattolica che accoglie orfani e abbandonati; insegnante di scuola gallese che ne esalta a bacchettate le qualità vocali; avvenente ballerina russa tutta intraprendenza, fuggita dal paese d'origine (Cate Blanchett), che parla tanto e fa del suo fascino un'arma sociale; tenore italiano arrogante e opportunista (John Turturro); zingaro affascinante con sorriso sornione sempre seguito da un più espressivo cavallo bianco (Johnny Depp). Cosa ci fanno tutti costoro nella storia della povera Suzie? Quale tipo di frullato drammatico da "Bignami della drammaturgia" ci versa Sally Potter nel calice trasgredendo ad ogni regola di buon senso? Ecco il cahiér de doleance:1. manca un'adeguata ricotruzione storica: tutto è uniforme, indefinito, approssimativo;2. manca una distinzione netta e necessaria tra romanzo d'appendice, dramma storico, melodramma, pièce à sauvetage;3. manca un casting sensato e credibile: John Turturro che canta nel ruolo di Manrico in modo inverosimile, parodia del tenore italiano cui Salvatore Licitra ha inavvertitamente e impudicamente prestato la bella voce;4. manca una adeguata sensibilità musicale: a Parigi, all'Opéra Comique, ve la potete immaginare una recita di Les pêcheurs de perles di George Bizet con Nadir che canta la sua romanza in italiano? E un cavallo vero inserito nella chiusura del III atto di Trovatore?5. manca un confine tra generi, realismo e surrealismo, verità e finzione: Place de la Concorde che accoglie di notte tre zingari a fare evoluzioni circensi poco prima della sua occupazione da parte delle truppe naziste; accenni di commedia e lieto fine col babbo scomparso diventato produttore cinematografico e miliardario, etc. Chi piange veramente, alla fine di questa prova di cinema? (Luca Pellegrini, Rivista del Cinematografo, 3 settembre 2000)."La storia di Susie (...) appartiene al mondo del mélo. Anzi, ne farebbe parte se Sally Potter, che si fida troppo di se stessa come sceneggiatrice, non avesse costruito attorno a Christina Ricci un copione frammentato, in cui, a volo d'uccello, ambiziosamente concentra una storia che ci porta dalla Russia del 1927 a Hollywood negli anni '40 senza mai riuscire a far risuonare un sentimento autentico". (Irene Bignardi, 'la Repubblica', 4 settembre 2000)"Difficile escogitare qualcosa di più prevedibile e rosso. Turturro è fascista, quindi è viscido e spia: sull'approfondimento antropologico che la Potter ha compiuto nell'idearlo, basti sapere che è un meridionale, ma mette il cappello sul letto. E nessun italiano meridionale o no, fascista o no, farebbe una cosa del genere. Soprattutto allora". (Maurizio Cabona, 'Il giornale', 4 settembre 2000)