Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 Viaggio in Giappone (Sidonie au Japon)

 
pic_movie_1749   NUM   1749  
  DATA E CINEMA   2024.01.27 DIAMANTE  
  RASSEGNA    
 
     
  REGISTA   Élise Girard  
  ATTORI   Isabelle Huppert, August Diehl, Tsuyoshi Ihara  
  PRODUTTORE   10:15! Productions, Film-In-Evolution, Lupa Film  
  SCENEGGIATORE   Maud Ameline, Élise Girard  
  COMPOSITORE    
  PAESE   Francia  
  CATEGORIA   Drammatico, Sentimentale  
  ANNO   2023  
  DURATA   95 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   https://www.comingsoon.it/film/viaggio-in-giappone/63533/scheda/  
 
 
 

DESCRIZIONE   Viaggio in Giappone, film diretto da Élise Girard, racconta la storia di Sidonie Perceval (Isabelle Huppert), una scrittrice francese di successo, che dopo la morte del marito, ha smesso di scrivere. Quando il suo primo libro che subisce una riedizione, Sidonie viene inviata in Giappone per la sua promozione. Qui viene accolta dall'editore locale, che la porta a visitare Kyoto, la città ricca di santuari e templi. Mentre i due viaggiano attraversando i panorami giapponesi tra i ciliegi in fiore, la donna si apre lentamente a lui, fino a intrecciare con l'uomo una relazione. Il fantasma del marito, però, la perseguita e la donna dovrà imparare a lasciar andare il suo passato per poter amare di nuovo.

CURIOSITÀ SU VIAGGIO IN GIAPPONE
- Presentato nella Selezione ufficiale in Concorso alle Giornate degli Autori 2023.
 

COMMENTO   C'è qualcosa di autobiografico in Viaggio in Giappone di Elise Girard, e lo si capisce dal modo in cui la protagonista Sidonie trova l'incanto in luoghi e persone che sulle prime le sembrano estranei. Il film è sì una storia d'amore, ma con lucidità e grande poesia la regista parla anche del mistero della creazione artistica, del potere salvifico della scrittura, dell'elaborazione del lutto e di un senso da dare (o non dare) alla vita. Isabelle Huppert è piccola, fragile e solare, Tsuyoshi Ihara solido, statuario e sensibilissimo. Poi ci sono i fantasmi, squisito patrimonio del paese del sol levante. (Carola Proto - Comingsoon.it)
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C'è un paese dove il visibile e l'invisibile coesistono, e dove incontrare un fantasma non è poi tanto insolito. Gli scrittori di questo paese, infatti, così come i registi, raccontano storie in cui i protagonisti si imbattono nei propri cari ormai defunti e con loro stabiliscono un dialogo, oppure fanno tranquillamente amicizia con altri esseri a cavallo fra l’aldilà e l’aldiqua. Succede, per esempio, in quasi ogni romanzo di Haruki Murakami, e accade anche in un piccolo film francese con Isabelle Huppert. Stiamo parlando del Giappone, naturalmente, ma di un Giappone strano, tranquillo, quasi monotono, nel quale l’antico ha la meglio sull’ipermoderno e le grandi città con le insegne al neon, i karaoke bar e i distributori automatici di pupazzetti colorati cedono il passo alla campagna, ai templi, alle foreste, ai fiumi e ai ciliegi in fiore, perché non possono non esserci i ciliegi in fiore in un film sentimentale. Qui fanno addirittura pendant con il cappottino rosa della Huppert, che sembra avvisarci che la scrittrice Sidonie Perceval, che ancora piange la morte del marito, ha dentro di sé una bambina che ha bisogno di essere amata e protetta: la stessa che, in un colpo solo, ha perso i genitori e il fratello in un incidente automobilistico. Ma Sidonie sta per rinascere, anche se all’inizio non lo sa, e ha quindi bisogno di diventare una crisalide da cui possa uscire una donna nuova, libera e felice.

Ha un magnifico ritmo lento Viaggio in Giappone, lo stesso del viaggio interiore di Sidonie e della sua elaborazione del lutto, o meglio della conquista di una forza che si manifesta solo quando abbiamo mostrato la nostra vulnerabilità e che comporta l’accettazione dello status di persona sopravvissuta alla sofferenza. Il film, però, è anche la storia di Kenzo e della fine del suo matrimonio. "Sono assente e noioso" - dice all'inizio il personaggio, al quale la star Tsuyoshi Ihara? dà una morbida malinconia, una quieta sensualità, una dolcezza che diventa rassegnazione, una saggezza che sconfina nel pessimismo. Anche Kenzo è un grumo di dolore e, dichiarando la sua imperfezione, diventa un’anima bella.

Con delicatezza la regista Elise Girard avvicina sempre più Sidonie e Kenzo, creature inquiete ma in ascolto che si tengono per mano mentre attraversano il paese per il tour promozionale della riedizione del primo libro di Sidonie. Perché Sidonie, guarda caso, scrive romanzi, ed è importante che li scriva perché consente alla Girard di interrogarsi sul mistero della creazione artistica e di parlare del potere taumaturgico della scrittura, che Sidonie definisce "Ciò che resta quando non si ha più niente".

Nonostante una serie di immagini gioiose - le belle giornate, le camicie a fiori della protagonista, le sue nuove scarpe da ginnastica dalla suola fosforescente - la morte è sempre presente in Viaggio in Giappone, ma perfino quando è brutta e violenta, non è uno spauracchio ma semplicemente una parte dell’esistenza, e invece di rimuoverla attraverso il gioco balordo degli incontri, è meglio accarezzarla, vivendo la vita senza fretta e abbracciando la quiete e la contemplazione di un paesaggio. In fondo è ciò che fa Sidonie, donna solare che arriva a fondersi con Kenzo fino a formare un "noi" fluido e avvolgente. Lontana da casa, Sidonie riesce a essere l’alito di una giovinezza ritrovata, di una leggerezza che è poi quella della regista, che ha voluto mettere in Viaggio in Giappone anche il suo amore per Colette e per l'Eric Rohmer di Pauline alla spiaggia, quasi a creare un’interessante contrapposizione fra la verbosità francese e i silenzi giapponesi.

Strizzando l’occhio a Lost in Translation, Elise Girard non ha dimenticato di mettere un po’ di commedia nel film, mostrando un allegro scontro di civiltà ogni qual volta Sidonie approda in un nuovo albergo, dove lotta con le finestre o il condizionatore. Isabelle Huppert, del resto, padroneggia perfettamente la commedia, e le buffe situazioni in cui si trova danno una squisita verve al film, che, a pensarci bene è pieno di vita e di speranza, di piccoli fremiti, gesti impercettibili e, per dirla con Francesco Piccolo, di momenti di trascurabile felicità. Viaggio in Giappone è infine un invito ad abbracciare ciò che non ci appare immediatamente comprensibile ma che d’istinto ci sembra adatto a noi, a cominciare da un incontro.

Incontro è anche il titolo di una struggente canzone di Francesco Guccini, in cui un uomo e una donna si ritrovano dopo anni per poi salutarsi di nuovo. Come in Viaggio in Giappone c’è un treno, e la donna guarda dal finestrino proprio come fa Sidonie, e come Sidonie ha perso il compagno. Dondolata dal vagone, la donna della canzone si domanda cosa rimanga dei momenti che ha vissuto e dei sentimenti che ha provato. Ecco la risposta che il cantautore ha immaginato per lei, e che senza dubbio piacerebbe a Sidonie:

«Restano i sogni senza tempo
Le impressioni di un momento
Le luci nel buio di case intraviste da un treno
Siamo qualcosa che non resta
Frasi vuote nella testa e il cuore di simboli pieno»

di Carola Proto
Giornalista specializzata in interviste
Appassionata di cinema italiano e commedie sentimentali