Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 Foglie al vento (Kuolleet lehdet)

 
pic_movie_1733   NUM   1733  
  DATA E CINEMA   2023.12.31 KAPPADUE (CINEF 59-14)  
  RASSEGNA   CINEFORUM CHAPLIN  
 
     
  REGISTA   Aki Kaurismäki  
  ATTORI   Alma Pöysti, Jussi Vatanen, Alina Tomnikov, Sakari Kuosmanen, Janne Hyytiäinen, Martti Suosalo, Maria Heiskanen, Nuppu Koivu, Matti Onnismaa, Alma  
  PRODUTTORE   Sputnik, Oy Bufo Ab  
  SCENEGGIATORE   Aki Kaurismäki  
  COMPOSITORE    
  PAESE   Finlandia, Germania  
  CATEGORIA   Commedia, Drammatico  
  ANNO   2023  
  DURATA   81 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   https://www.comingsoon.it/film/foglie-al-vento/63023/scheda/  
 
 
 

DESCRIZIONE   Foglie al Vento, il film diretto da Aki Kaurismäki, racconta le solitudini di Holappa e Ansa (Jussi Vatanen e Alma Pöysti), un uomo e una donna che si incontrano una notte a Helsinki. I due hanno vite difficili segnate dal disagio e dalla precarietà. Passano da un contratto di lavoro all’altro senza la minima garanzia sociale, e i problemi economici sono una preoccupazione quotidiana. Per svagarsi trascorrono le loro serate nei bar a ubriacarsi e cantare al karaoke, ed è proprio in una di queste occasioni che i loro destini si incrociano. Decidono di andare al cinema per il loro primo appuntamento e da quel momento inizia una travagliata storia d’amore. Tra alcolismo e famiglie disfunzionali, in un continuo rincorrersi, Holappa e Ansa devono imparare ad amare di più loro stessi e la vita…

PANORAMICA SU FOGLIE AL VENTO
Foglie al Vento è un film scritto, diretto e prodotto dal regista finlandese Aki Kaurismäki. Si tratta dell’ultimo capitolo della quadrilogia dedicata al proletariato, composta da Ombre nel paradiso (1986), Ariel (1988) e La fiammiferaia (1990). Il film è una coproduzione finlandese e tedesca ed è stato presentato in concorso al Festival di Cannes 2023, vincendo il Premio della giuria, oltre ad ottenere una nomination per la Palma d’oro. L’opera è stata anche selezionata per i prossimi Academy Awards 2024 ed è in lizza per l’Oscar al miglior film in lingua straniera. Le riprese del film hanno avuto luogo nel 2022 a Kallio, quartiere di Helsinki. La direzione della fotografia è stata affidata a Timo Salminen, noto per la sua pluridecennale collaborazione con Aki Kaurismäki, iniziata con il documentario La sindrome del lago Saimaa (1981). Nell’opera sono presenti diversi riferimenti ad altri film, tra cui I morti non muoiono (2019) di Jim Jarmusch, Breve incontro (1945) di David Lean e Luci della ribalta (1952) di Charlie Chaplin.
 

COMMENTO   Fallen Leaves è piccolo, semplice, grande film del regista finlandese. Aki Kaurismäki offre allo spettattore un cinema sempre più minimale, sempre più essenziale, sempre più pieno di sentimento e di gentilezza, ma anche sobrio in toni, parole, sentimento. Un cinema che si avvicina tanto, tantissimo, alla poesia: la poesia del vivere quotidiano. Dallo squallore del mondo emergono personaggi luminosi grazie al loro essere così pieni di umanità, di rispetto, di amore. Le foglie cadono, ma la speranza, quella, non muore. Procede con fatica, magari, ma non muore. (Federico Gironi - Comingsoon.it)
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Ci sono un Lui e una Lei. Non importa come si chiamino: a lungo ignorano persino loro l’una il nome dell’altra. Importa che sono due perdenti, due proletari. Lui fa l’operaio, dorme in una baracca, beve troppo. Lei lavora in un supermercato, ma la licenziano perché si è portata a casa un panino scaduto destinato al cassonetto dei rifiuti. Anche Lui, finirà senza lavoro, colpa dell’alcool. In un modo o nell’altro andranno avanti. Soprattutto, in un modo o nell’altro s’incontreranno, continueranno a incontrarsi grazie al destino, e per colpa del destino saranno destinati a perdersi, ritrovarsi, perdersi ancora. Lui e Lei si muovono in silenzio, con fatica ma determinazione, nel mondo di Aki Kaurismäki, sempre più minimale, sempre più essenziale, sempre più pieno di sentimento.

“Una tragicommedia gentile”, si è detto di questo film.
Una gentilezza che si avvicina tanto, tantissimo, alla poesia. La poesia del vivere quotidiano. Una tragicommedia che, inesorabilmente, ti porta a fare il tifo per questa improbabile coppia, così sfortunata e così dignitosa, così provata dalla vita ma così imperturbabile nella sua silenziosa rassegnazione a sopportare ogni colpo inflittole. Un tifo che tiene col fiato sospeso, che ti fa agitare sulla poltrona all’ennesima beffa del caso, nemmeno fossi lì a gridare “Voltati” a Julie Christie nel finale del Dottor Zivago.

Fallen Leaves è un film dove lui e lei vanno a vedere The Dead don’t Die di Jim Jarmusch e un altro spettatore, uscendo dal cinema dice “Mi ha ricordato Diario di un curato di campagna di Bresson”. “A me Fino all’ultimo respiro di Godard”, gli risponde un amico. Perché Fallen Leaves è anche una commedia. E Fallen Leaves è un film in cui il cui Lei adotta un cane. Lo chiama Chaplin. Non sono stati messi lì a caso, i nomi di questi quattro registi (e se ne potrebbero citare altri grazie a delle locandine piazzate a arte). Se Kaurismäki lì ha messi nel suo film è perché nel suo film, magari a tratti, magari in qualche sfumatura, c’è anche, in parte, il loro cinema. L’essenza, l’aroma del loro cinema.

Poi certo, c’è Kaurismäki.
Inconfondibile nello stile, nei volti, nelle atmosfere che è capace che creare. Inconfondibile nel racconto di un’umanità marginale e magari squallida, che però dallo squallore del mondo emerge luminosa proprio grazie al suo essere così piena di umanità. Di gentilezza, di rispetto, di amore. Con una sobrietà che non è alcoolica, sicuro (anche se, qui, qualcosa cambia), ma che è di toni, parole, sentimenti. Le foglie cadono, ma la speranza, quella, non muore. Procede con fatica, magari, ma non muore. Anche se la radio parla di continuo della tragedia della guerra, anche se il capitalismo è sempre più spietato, anche se il caso ci mette del suo e i vizi e le paure che ci portiamo appresso rischiano di rovinare tutto. Con un po’ di gentilezza, con un po’ di amore, la speranza non muore.
E alla fine, alla fine di 80 esemplari minuti fatti semplicità, cinema e bellezza, c’è anche da asciugare qualche lacrima.

di Federico Gironi
Critico e giornalista cinematografico
Programmatore di festival