Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 Il maestro giardiniere (Master gardener)

 
pic_movie_1731   NUM   1731  
  DATA E CINEMA   2023.12.29 FIUME  
  RASSEGNA    
 
     
  REGISTA   Paul Schrader  
  ATTORI   Joel Edgerton, Sigourney Weaver, Quintessa Swindell, Eduardo Losan, Esai Morales, Rick Cosnett, Victoria Hill, Amy Le, Jared Bankens, Matt Mercurio, Samuel Ali, Erika Ashley  
  PRODUTTORE   Curmudgeon Films, Kojo Studios  
  SCENEGGIATORE   Paul Schrader  
  COMPOSITORE   Devonté Hynes  
  PAESE   USA  
  CATEGORIA   Thriller  
  ANNO   2022  
  DURATA   107 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   https://www.comingsoon.it/film/il-maestro-giardiniere/62174/scheda/  
 
 
 

DESCRIZIONE   Il maestro giardiniere, il film diretto da Paul Schrader, racconta la storia di Narvel Roth (Joel Edgerton), un meticoloso orticoltore che cura i giardini e i terreni della magnifica e storica tenuta di Gracewood Gardens. Oltre a occuparsi degli esterni della proprietà, l'uomo cerca anche di assecondare sempre i bisogni della sua datrice di lavoro, la signora Norma Haverhill (Sigourney Weaver), una ricca vedova. Quando quest'ultima gli chiede di prendere la sua ribelle nipote Maya (Quintessa Swindell) come nuova apprendista, la tranquilla e mite esistenza di Narvel precipita nel caos, portando a galla oscuri segreti provenienti da un passato che sembrava sepolto per sempre...

PANORAMICA SU IL MAESTRO GIARDINIERE
Dopo First Reformed - La creazione a rischio (2017) e Il collezionista di carte (2021), il regista Paul Schrader conclude la sua trilogia incentrata su personaggi in preda alla solitudine e in cerca della redenzione con Il maestro giardiniere, presentato in anteprima fuori concorso alla Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia 2022. Sia regista che sceneggiatore, Paul Schrader ha creato il protagonista Narvel Roth - un suprematista bianco pentito - prendendo ispirazione da alcuni show sul giardinaggio, notando quanto sia un lavoro perfetto per chi vuole passare inosservato. L’attore scelto per la parte è stato l’australiano Joel Edgerton, noto per i suoi ruoli in film come Star Wars: Episodio II - L'attacco dei cloni (2002) e Il grande Gatsby (2013). La ricca vedova Norma Haverhill è interpretata dalla celebre Sigourney Weaver, mentre la giovane Maya da Quintessa Swindell (anche se inizialmente si era pensato a Zendaya). Le riprese si sono svolte in Louisiana, tra New Orleans e St. Francisville.

CURIOSITÀ SU IL MAESTRO GIARDINIERE
Zendaya è stata la prima scelta di Paul Schrader per interpretare Maya, ma non sono riusciti a raggiungere un accordo sul compenso.

FOCUS SU IL MAESTRO GIARDINIERE
Proud Boys è un'organizzazione americana di estrema destra, composta principalmente da persone di sesso maschile. Nonostante il gruppo non si identifichi come razzista, esso è stato spesso accusato di incitare all’odio etnico e di avere inclinazioni nazifasciste.
 

COMMENTO   Uno straordinario capitolo di una carriera in crescendo superati i 70 anni, Master Gardener è il film di Paul Schrader presentato fuori concorso al Festival di Venezia dopo aver ricevuto il Leone d'oro alla carriera. La recensione di Mauro Donzelli.
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Non è mai stato un ottimista, Paul Schrader, e non lo è neanche tutt’ora, a 76 anni. Ma indaga da tutta la sua carriera sulla colpa e la redenzione e crede nella metafore, se non addirittura nel futuro, visto che “il giardinaggio significa credere nel futuro, che il cambiamento arriverà a tempo debito”. Se non è ottimismo ci assomiglia parecchio, e contempla il perdono nel suo straordinario Master Gardener, girato in diciotto giorni, con totale libertà creativa.

La storia è quella di un orticoltore profondamente meticoloso, Narvel Roth (Joel Edgerton), che esprime tutta la sua arte acquisita negli anni nei Gracewood Gardens, terreni e giardini che circondano la proprietà antica della ricca vedova Norma Haverhill (Sigourney Weaver). I due si intrattengono in conversazioni quotidiane, fra il servitore custode della bellezza alla vista e una sempre più inquietante regina dall’ordine totalitario, che tiene sotto controllo ogni seme, foglia, pianta o persona che lavori nella sua proprietà. Durante una di queste colazioni la signora chiede di assumere, e in prospettiva valutare come sua erede, una giovane pronipote, Maya, a cui insegnare il mestiere e far progredire le sue competenze da apprendista a “Master Gardener” anche lei. La quiete dell’universo regolato dalla pazienza, l’ordine assoluto, la cura con cui ogni pianta viene accudita in base alla propria natura, viene sconvolta dal caos. L’irruzione di un moto agitato che risveglia il passato tribolato di Narvel, sopito da tempo ma ancora ribollente in sonno.

Una metafora antica per l’uomo, quella del giardino, dall’Eden in poi, liberandosi dell’erba cattiva. Un intreccio difficile da organizzare, fra spontaneità della crescita e costrizione all’interno di stili diversi, da quello inglese, al selvatico, al francese. Sono anche specchio dei cambiamenti sociali nei secoli, da strumento utile e rustico a status, esibizione di ricchezza. Le stagioni impongono un cambiamento improvviso, ma limitato nel tempo, la fioritura dai colori cangianti alternata a un ridimensionamento autunnale a invernale. Ha un’energia paziente e spiazzante fin dalla prima inquadratura, Master Gardener, capace di ipnotizzare con la pacatezza delle sue descrizioni botaniche, delle sue visioni filosofiche, sulla potenza organico del contatto dei piedi nudi, delle mani sulle foglie, un rapporto sensoriale, non solo tattile, per la “più accessibile delle arti”.

Inutile dire che non è certo tutto qui, che proprio mentre siamo cullati dal buon ritiro dei giardini Gracewood inizia a emergere una deviazione dalla retta via disegnata dal calvinista Schrader, cultore ossessionato della redenzione e della colpa come materia primigenia di vita; e di morte. Le piante si rigenerano, è nella loro natura. Ma l’uomo?

Master Gardener è un capolavoro di maestria e di equilibrio, un film benedetto dalle imperfezioni dell’anima umana che trasforma in tensione sublime fra giusto e sbagliato, dipendenza e violenza, odio del diverso e perdono per i propri peccati indelebili. “Sono solo un giardiniere, che un tempo era qualcos’altro”.

di Mauro Donzelli
critico e giornalista cinematografico
intervistatore seriale non pentito