Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 Wonka (Wonka)

 
pic_movie_1728   NUM   1728  
  DATA E CINEMA   2023.12.26 PINDEMONTE  
  RASSEGNA    
 
     
  REGISTA   Paul King  
  ATTORI   Timothée Chalamet, Calah Lane, Hugh Grant, Keegan Michael Key, Paterson Joseph, Matt Lucas, Mathew Baynton, Olivia Colman, Sally Hawkins, Rowan Atkinson, Jim Carter, Natasha Rothwell, Richard Fulcher, Rakhee Thakrar, Tom Davis, Kobna Holdbrook-Smith, Simon Farnaby  
  PRODUTTORE   Heyday Films, Warner Bros.  
  SCENEGGIATORE   Simon Farnaby, Paul King  
  COMPOSITORE   Joby Talbot  
  PAESE   USA  
  CATEGORIA   Commedia, Avventura  
  ANNO   2023  
  DURATA   116 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   https://www.comingsoon.it/film/wonka/59806/scheda/  
 
 
 

DESCRIZIONE   Wonka, film diretto da Paul King, è un prequel che mostra come Willy sia diventato il proprietario della rinomata Fabbrica di Cioccolato. Il film ripercorre la giovinezza di Willy Wonka, interpretato da Timothée Chalamet, la cui vita era stata sino a ora un mistero. Oltre a raccontare la sua infanzia e come un semplice ragazzo sia riuscito a diventare il possessore di un'azienda di dolciumi nota in tutto il mondo, il film mostra come Willy Wonka abbia incontrato per la prima volta i fidati Umpa Lumpa (Hugh Grant).

Willy Wonka è un aspirante mago e un inventore, in grado soprattutto di realizzare del cioccolato buono e che capace di fare altro. Il sogno del giovane Willy, infatti, è quello di aprire una cioccolateria alle Galeries Gourmet, dove si recherà per farsi conoscere vendendo i suoi cioccolatini, che permettono di volare a chi li mangia. I tre principali cioccolatieri della galleria, Slugworth, Prodnose e Fickelgruber (Paterson Joseph, Matt Lucas e Mathew Baynton), notando come Wonka attiri i clienti, fanno sì che la polizia confischi i guadagni ottenuti nel corso della giornata dal ragazzo.
Impossibilitato a pagare l'affitto della sua stanza a causa anche delle alte clausole che l'ingenuo giovane non aveva notato durate la firma del contratto, Willy inizia a lavorare nella lavanderia di proprietà della padrona di casa, la signora Scrubbit (Olivia Colman). Qui incontra altre persone, che come lui sono rimaste incastrate dalla Scrubbit, ma lega soprattutto con l'orfana Noodle (Calah Lane), alla quale racconterà come è nato il suo amore per il cioccolato. Sarà proprio la sua nuova amica a spiegargli come funziona il business dei dolciumi, controllato dal famigerato "cartello del cioccolato" e cercherà di aiutarlo a realizzare il suo sogno di aprire una cioccolateria. Come riuscirà Willy Wonka ad abbattere la spietate concorrenza nelle Galeries Gourmet? E perché gli Umpa Lumpa diventeranno i suoi operai? Ma soprattutto come arriverà Willy ad aprire l'enorme fabbrica Wonka?

PANORAMICA SU WONKA
Finora lo abbiamo visto interpretato da Gene Wilder e da Johnny Depp: ora il celebre cioccolataio Willy Wonka torna al cinema grazie a Timothée Chalamet. La regia è di Paul King, che prosegue la sua collaborazione con il produttore David Heyman dopo il successo di Paddington (2014) e Paddington 2 (2017). Il film vuole essere un prequel che narra le origini del personaggio nato dalla penna dello scrittore Roald Dahl, ripercorrendo tutte le peripezie affrontate in gioventù per riuscire a coronare il sogno di aprire una fabbrica di cioccolato. Ad ostacolare i piani dell’imberbe Willy Wonka c'è un manipolo di ostili cioccolatieri, tra cui figura anche Matt Lucas, noto per aver partecipato all’irriverente serie tv Little Britain e per aver interpretato i gemelli Panco Pinco in Alice in Wonderland (2010) di Tim Burton. Altro attore di origini comiche presente nel film è Rowan Atkinson - ossia il famoso Mister Bean - che veste i panni di un prete. Un’altra star che figura nel cast è Hugh Grant, che si cala nei panni di un Umpa Lumpa, una piccola creatura dalla pelle arancione che ama cantare e aiutare Wonka a ideare le sue strabilianti creazioni di cioccolato. Le riprese del film si sono tenute in diverse location nel Regno Unito nel 2021: secondo alcune fonti, sia il regista che l’attore protagonista hanno sofferto di ripetuti mal di pancia a causa dei troppi dolciumi ingeriti sul set.
 

COMMENTO   Paul King, l'inglese autore dei due ottimi film su Paddington, firma da sceneggiatore e regista la origin story di Willy Wonka, affidando il ruolo di protagonista - già di Gene Wilder e Johnny Depp - all'idolo dei giovanissimi Timothée Chalamet. Al contrario di quelli che lo hanno preceduto, questo Willy Wonka qui non ha un briciolo di cinismo, alcun lato oscuro, nulla di nulla di inquietante o perturbante: è l'emblema di un buonismo a tutto campo, forse un pelo stolido, e di un ottimismo ignaro di ogni pragmatismo. King riscrive il personaggio di Roald Dahl con la mente rivolta a Charles Dickens, a certo cinema Disney in live action degli anni Sessanta, a certe opere di Wes Anderson. Ignora del tutto, come non fosse esistito, il film di Tim Burton e si riaggancia casomai a quello degli anni Settanta. Dimostra di avere un immaginario personale e magico, ma tende a esagerare in un sentimentalismo che si fa stucchevole. Hugh Grant nei panni del singolo Umpa Lumpa del film è sempre una garanzia, anche se si vede che recita con la mano sinistra. (Federico Gironi - Comingsoon.it)
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Quando nel Talento di Mr. C., il film con Nicolas Cage che fa Nicolas Cage, il personaggio di Pedro Pascal confessa a Cage quale sia il suo film preferito assieme a Face/Off e Il gabinetto del dottor Caligari, e dice che quel film è Paddington 2, Cage reagisce in maniera inequivocabile: “Bullshit!”, dice nella versione originale.
Uno stacco di montaggio, e ecco i due davanti a uno schermo sul quale scorre Paddington 2, con il nostro Nicolas in lacrime che esclama "Paddington 2 è incredibile!”.
Non è solo uno sketch divertente. Paddigton 2 è davvero un grandissimo film (e Nicolas Cage pensa davvero sia incredibile), come lo è il precedente Paddington.
Logico quindi, con queste premesse, che da Wonka, nuovo film scritto e diretto dall’autore dei due Paddington, l’inglese Paul King, uno si aspettasse molto. E che magari fosse disposto a passare sopra alla presenza nel ruolo di Willy Wonka di Timothée Chalamet, che sarà anche l’idolo di ragazzini e ragazzine, ma che magari non ti sta proprio simpatico.

L’impatto non è stato dei più facili: King apre il suo Wonka con una canzone, rendendo chiaro film dal primo momento che il suo, se musical in tutto e per tutto non lo si può certo definire, va in maniera decisa e spericolata nella direzione di film alla Mary Poppins. E non solo nella musica: anche per quanto riguarda una certa qual propensione estetica che rifugge il realismo per un gusto del fantastico tratteggiato a tinte pastello. Certo, anche Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato, il primo dei film che ha raccontato al cinema il personaggio scritto da Roald Dahl, quello con Gene Wilder protagonista, era pieno di canzoni. E certo, quel film lì, e le sue musiche, esplicitamente citate, sono i soli riferimenti di questo Wonka che, invece, fa finta che la (bellissima) versione di Tim Burton non sia nemmeno esistita.
Però, c’è un però. Andiamo per gradi.

Quella di Wonka è dichiaratamente una origin story, che come detto espelle del tutto dal suo orizzonte ogni possibile riferimento al papà dentista cattivo del Willy di Depp, e che invece si concentra sul rapporto del personaggio di Chalamet con una mamma morta troppo presto, ma che aveva fatto comunque a tempo a trasmettergli la passione per il cioccolato e il coraggio di inseguire i propri sogni. Così, il giovane Willy, personaggio a metà tra un prestigiatore e un saltimbanco, sbarca in una città che pare nascere dalla fusione ideale tra Londra, Parigi e Vienna (o comunque, di una mitteleuropa in stile Grand Budapest Hotel). Lì vuole realizzare il suo sogno, aprire il suo negozio di cioccolataio: un sogno che però va sbattere contro gli intrighi di tre rivali che hanno il monopolio dei dolciumi e formano un corrottissimo “Cartello del cioccolato”, e contro un debito che contrae per leggerezza (e ignoranza: il giovane Willy non sa scrivere) che lo fa diventare in pratica lo schiavo di due lestofanti mascherati da cortesi locandieri che sembrano usciti da "Oliver Twist". E che, difatti, lo rinchiudono a lavorare nella loro lavanderia. Sarà lì che Willy farà conoscenza con gli altri personaggi del film: la giovane Noodle e altri, buggerati come lui da dalla malvagia coppia. E va da sé che, siccome l’unione fa la forza, e la magia di Willy è pur sempre magia, il nostro giovane protagonista riuscirà tra mille peripezie a realizzare il suo sogno.

In questo Wonka Paul King ricalca in maniera piuttosto evidente la trama del secondo Paddington, raccontando anche di macchinazioni e prigionie, evasioni e rimonte disperate, ma soprattutto dimostra che quanto fatto nei suoi due film precedenti non era frutto di un caso fortunato: è innegabile il gusto di questo autore per il fantastico e il magico, per i marchingegni e gli incastri narrativi, la sua visione idealmente analogica del cinema, e la sua capacità di rendere anche visivamente la sua chiara inclinazione per la stravaganza e la bizzarria. Molti dettagli (e alcune scene) di Wonka sono notevoli proprio a partire dalla loro resa visiva, per la fantasia eccentrica che dimostrano, per la loro voglia di piazzarsi a un crocevia quasi impossibile nel quale si vanno a incontrare certe idee di Michel Gondry, la live action Disney degli anni Sessanta, gli Harry Potter di Chris Columbus e perfino alcuni immaginari alla Tim Burton.
Ed è proprio qui, però, che nascono alcuni problemi.

Se in Paddington la dolcezza buonista del protagonista era funzionale non solo allo stesso personaggio, ma all’intera architettura del racconto, in Wonka - che non è solo buonista e dolce, ma sdolcinato e financo melenso - l’esasperato e esasperante ottimismo incarnato nel protagonista e nel suo sempiterno sorriso finiscono per diventare stucchevoli, e sbilanciare tutto il film.

Dal citato Burton, King può aver preso molto, ma non il lato dark e malinconico, e di certo non ha preso dall’opera di Roald Dahl il suo nemmeno troppo sotterraneo cinismo, la sua consapevolezza del male che è nel mondo e nelle persone. Che si pensi a quello di Wilder o a quello di Depp cambia poco: il Willy Wonka di Dahl è un personaggio complesso, quasi bipolare, inquietante, ricco di oscurità, capace di compiere con la stessa disinvolura gesti incredibilmente magnanimi e crudeltà da brividi. Il Wonka di Chalamet e King, invece, è un ragazzino dalla faccia pulita sotto la quale è nascosto un cuore ancora più puro. Un Candido solo appena più astuto e navigato che appare comunque inerte, artificioso, forse anche non particolarmente brillante sul piano intellettivo.

Il fatto che il film di King abbia spesso e volentieri un’estetica fin troppo artificiale e zuccherosa non aiuta a scrollarsi di dosso la sensazione di essere di fronte a una versione omogeneizzata e edulcorata della storia di Dahl, dove solo occasionalmente si libera lo spazio per uno stupore sincero. King sembra quasi, se non ripudiare Dahl, volerlo riscrivere in maniera dickensiana, senza però avere dalla sua la forza della sua epopea romanzesca, e senza realizzare che quel geniale e grandissimo scrittore era capace di uno spessore ben diverso nella caratterizzazione di personaggi, trame e psicologie. Sarà un caso, allora, ma i momenti in cui ci si diverte di più sono quelli in cui sono coinvolti i "cattivi": Olivia Colman e Tom Davis sono notevoli nei panni dei due locandieri-schiavisti, e perfino il trio composto da Paterson Joseph, Mathew Baynton e Matt Lucas (i tre del Cartello del cioccolato) regala qualche soddisfazione in più, perfino in un numero musicale che è il migliore del film, e nel quale i tre corrompono a forza di cioccolato il capo della polizia locale.

Poi certo, ci sono gli Umpa Lumpa.
Uno solo, in realtà. Che ha un ruolo tutto sommato marginale, quasi da spalla comica, con una notevole e distratta eccezione nel finale. Un Umpa Lumpa interpretato da Hugh Grant, per il quale in molti già si stracciano le vesti. Capisco bene che, in questo contesto, e faccia a faccia con Chalamet, quel grande attore di Grant possa suscitare entusiasmi, ma, ecco: le recenti dichiarazioni fatte dall’attore, che dice di aver accettato la parte solo per ragioni alimentari, sono da sole abbastanza esplicative della resa sullo schermo. Un Grant che recita con la mano sinistra, quello di Wonka, mentre Chalamet ci mette tutto sé stesso, quello è certo, ma rimane, almeno ai miei occhi, un fenomeno davvero inspiegabile.

di Federico Gironi
Critico e giornalista cinematografico
Programmatore di festival