Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 Un colpo di fortuna (Coup de chance)

 
pic_movie_1727   NUM   1727  
  DATA E CINEMA   2023.12.26 KAPPADUE (CINEF 59-12)  
  RASSEGNA   CINEFORUM CHAPLIN  
 
     
  REGISTA   Woody Allen  
  ATTORI   Sara Martins, Lou de Laâge, Melvil Poupaud, Elsa Zylberstein, Niels Schneider, Arnaud Viard, Bárbara Goenaga, Valérie Lemercier, Grégory Gadebois, William Nadylam, Guillaume De Tonquédec, Yannick Choirat, Naidra Ayadi, Jeanne Bournaud, Philippe Uchan, Anne Loiret  
  PRODUTTORE   Gravier Productions, Perdido Productions  
  SCENEGGIATORE   Woody Allen  
  COMPOSITORE    
  PAESE   Francia, USA  
  CATEGORIA   Commedia, Drammatico, Sentimentale  
  ANNO   2023  
  DURATA   93 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   https://www.comingsoon.it/film/un-colpo-di-fortuna-coup-de-chance/62898/scheda/  
 
 
 

DESCRIZIONE   Un Colpo di Fortuna - Coup de Chance, il film diretto da Woody Allen, è ambientato a Parigi e dintorni e racconta la storia di Fanny e Jean (Lou de Laâge e Melvil Poupaud), una coppia all'apparenza perfetta. I due sono molto soddisfatti della loro vita, vivono in un bellissimo appartamento in uno dei migliori quartieri della città e, nonostante del tempo sia passato, sembrano innamorati come il primo giorno. Quando Fanny incontra Alain (Niels Schneider), un suo ex compagno del liceo, rimane completamente affascinata da lui. I due iniziano a incontrarsi con molta frequenza, cosa che li porterà ad avvicinarsi sempre di più...

PANORAMICA SU UN COLPO DI FORTUNA - COUP DE CHANCE
Con un Colpo di Fortuna, Woody Allen giunge alla sua cinquantesima pellicola, questa volta girata interamente in lingua francese e nella città di Parigi. L’opera è stata diretta, scritta e sceneggiata dal regista statunitense, che dopo Rifkin's Festival (2020) torna a parlare delle dinamiche di coppia. Il lungometraggio è stato presentato fuori concorso alla Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia 2023. Nella troupe di Allen appaiono alcuni nomi del panorama cinematografico internazionale, con cui ha già collaborato in precedenza: alla direzione della fotografia torna il romano Vittorio Storaro - già vincitore di tre premi Oscar per film del calibro di Apocalypse Now (1979) e L'ultimo imperatore (1987) - e ai costumi la spagnola Sonia Grande.
 

COMMENTO   Parigi, un amore di coppia che diventa ossessivo e l'irruzione di un vecchio amico che incrina un idillio solo apparente. Ingredienti che Woody Allen maneggia ormai con una cura assoluta, costruendo una storia elegante e gustosa, sulla falsariga di Match Point ma riservando al destino beffardo il ruolo più ironico in un film che non è strettamente una commedia. Un cast molto ben scelto, tutto francese, per una nuova parabola sul crimine e il senso di colpa. Woody is back, tutto il resto è brusio di sottofondo. (Mauro Donzelli - Comingsoon.it)
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Non ci piace ammetterlo, ma il caso, il destino, chiamiamolo come vogliamo, gioca un ruolo cruciale nella vita di tutti noi, anche se non lo ammettiamo. Un tema e un monito che Woody Allen ha affrontato molte volte nella sua carriera, dall’alto della sua caustica ironia da ebreo di nascita, convertito a un ateismo rigoroso. Per il suo cinquantesimo film si avventura negli stessi territori di Match Point, ma da Londra si sposta a Parigi, girando per la prima volta in francese e con un cast tutto locale. È un Allen ormai impossibilitato a girare nella sua New York, che ha contribuito a rendere capitale dell’immaginario cinematografico degli ultimi cinquant’anni, oltre a tutto il resto.

L’Europa ormai è il luogo in cui racconta le sue storie e si nota subito come a Parigi si trovi a suo agio, ben più di Roma, per dire. in Coup de chance, Fanny (Lou de Laâge) e Jean (Melvil Poupaud) sono una coppia perfetta. Almeno così appaiono a tutti: belli, ricchi, innamorati, con un lavoro che amano. Vivono in un quartiere esclusivo, in un appartamento molto bello. Ma anche un po’ algido. Un piccolo indizio che forse dietro alla superficie non tutto fila liscio, o almeno Fanny inizia a rendersi conto di aver abbandonato qualche sogno e molte ambizioni per fare da “bella statuina” al marito in società. Una percezione che non solo viene confermata ma diventa insinuante e impossibile da scansare quando incontra per caso Alain (Niels Schneider), un compagno di scuola di quando entrambi vivevano a New York. Un periodo che Fanny rievoca con nostalgia, e qui magari il buon Woody Allen ha messo anche qualche grammo di emozioni personali.

Iniziano a pranzare insieme ogni tanto, lui è uno scrittore che gira per il mondo, e le confessa subito che all’epoca era innamorato follemente di lei. Sono passeggiate fra parchi e viali, fotografati da Vittorio Storaro con dei colori ben più caldi rispetto all’appartamento, che sembra sempre più una prigione di extra lusso. Ci sarà anche qualche luogo comune sulla magia di Parigi, per carità, pur se ben radicato nella realtà, ma Alain non poteva che aver affittato temporaneamente, per il suo periodo in città a scrivere un nuovo romanzo, una mansarda sotto il tetto di un palazzo haussmaniano. I due si avvicinano, inutile dirlo, mentre il marito dimostra una gelosia sempre più incontrollata. Allen ama dire di non saper scrivere bene i ruoli maschili, ma in realtà è abilissimo a scriverne di negativi o meschini, come il possessivo Jean. Inutile dire che la sua Fanny è un gioiello di equilibrio fra charme, intelligenza e una sana dose di ansia alleniana.

Ma il vero personaggio preso di peso dalla sua filmografia, in un cast impeccabile, è quello della madre di lei, in visita a Parigi ma di casa ancora a New York, che adora il marito della figlia, anche in contrapposizione al precedente coniuge bello squattrinato. Ha ovviamente, almeno all’inizio, paura che questo scrittore possa essere della stessa pasta. In questo Misterioso omicidio a Parigi, Valérie Lemercier è una sontuosa versione transalpina di Diane Keaton.

Crimine e senso di colpa, idillio contrapposto con il brusio dei pettegolezzi di chi ruota intorno alla coppia, altro marchio di fabbrica, per un film lontano dall’essere senile, nonostante i quasi 88 anni del regista, che dimostra di aver acquisito una misura assolutamente essenziale e priva di sbavature. Un classicismo capace di ritornare su situazioni, tematiche e personaggi affrontati in passato, ma dandogli una veste molto godibile, alimentando il piacere di trovarsi contemporaneamente in luoghi conosciuti e di poter seguire una nuova storia. Come fosse un romanzo di Agatha Christie o di Simenon, citato nel film. Il contributo dell’età che avanza è una maggiore dose di noir e minore di battute comiche. Del resto, ce lo ricorda con un titolo alla fine di Coup de chance, contro la morte niente è efficace. Meglio non pensarci.

di Mauro Donzelli
critico e giornalista cinematografico
intervistatore seriale non pentito