Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 Ferrari (Ferrari)

 
pic_movie_1725   NUM   1725  
  DATA E CINEMA   2023.12.23 FIUME  
  RASSEGNA    
 
     
  REGISTA   Michael Mann  
  ATTORI   Adam Driver, Penélope Cruz, Shailene Woodley, Patrick Dempsey, Michele Savoia, Jack O'Connell, Sarah Gadon, Gabriel Leone, Valentina Bellè, Brett Smrz, Erik Haugen, Tommaso Basili, Lino Musella, Giuseppe Bonifati, Andrea Dolente, Samuel Hubinette, Leonardo Caimi, Andrea Bruschi, Giuseppe Attanasio  
  PRODUTTORE   Forward Pass, Iervolino & Lady Bacardi Entertainment, Moto Productions  
  SCENEGGIATORE   Michael Mann, Troy Kennedy-Martin  
  COMPOSITORE   Daniel Pemberton  
  PAESE   USA  
  CATEGORIA   Biografico, Drammatico  
  ANNO   2023  
  DURATA   130 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   https://www.comingsoon.it/film/ferrari/62353/scheda/  
 
 
 

DESCRIZIONE   Ferrari, il film diretto da Michael Mann, è ambientato nell'estate del 1957 e racconta il periodo di profonda crisi vissuto dall'ex pilota Enzo Ferrari (Adam Driver), dopo che la bancarotta ha fatto capitolare l'azienda fondata da lui e sua moglie Laura (Penélope Cruz) soltanto dieci anni prima.
In questo clima così delicato Ferrari crede una cosa possa sanare le ultime dolorose sconfitte della vita: scommettere tutto ciò che ha in una gara automobilistica, che percorre tutta l'Italia in 1000 miglia, passata poi alla storia, appunto, come Mille Miglia.

Nel cast del film sono presenti anche Shailene Woodley nei panni di Linda Lardi e Patrick Dempsey in quelli del pilota Piero Taruffi.

PANORAMICA SU FERRARI
Dopo quasi dieci anni dal tecno thriller Blackhat (2015), Michael Mann torna alla regia, questa volta di un biopic incentrato sulla figura di Enzo Ferrari, il fondatore di una delle case automobilistiche italiane più note al mondo. La storia è ambientata negli anni Cinquanta, nello specifico nel 1957, anno di grande crisi generale per l’imprenditore modenese. La sceneggiatura, realizzata da Troy Kennedy Martin, si basa sul libro biografico Enzo Ferrari: The Man and the Machine, scritto da Brock Yates nel 1991. Ed è proprio agli inizi degli anni Novanta che risale l’idea di Michael Mann di girare un film intorno al mondo delle corse automobilistiche: pare che già nel 1993 il regista stesse sviluppando il progetto con Robert De Niro come protagonista, dopo la collaborazione ne L'ultimo dei Mohicani (1992). Il progetto ha subito continui cambiamenti e rinvii nel corso di oltre vent’anni, fino a giungere al via delle riprese nell’aprile 2021, che si sono svolte interamente in Italia (tra i comuni interessati citiamo Brescia, Modena, Reggio Emilia e alcune aree montane abruzzesi). Al fianco di Adam Driver nei panni di Enzo Ferrari, vediamo Penelope Cruz che interpreta la moglie Laura, mentre Shailene Woodley è l’amante Lina Lardi.
 

COMMENTO   Enzo Ferrari raccontato da Michael Mann. Un progetto da molti anni in cantiere, in cui saggiamente si sceglie un periodo limitato per raccontare il grande creatore del mito del cavallino rampante. Il 1957 rappresenta un momento di grande crisi personale e per l'azienda, con un matrimonio a rotoli e un figlio morto giovanissimo. Adrenalinico e appassionante, sintetizza bene un mondo e un sogno, una passione e i rischi sempre dietro l'angolo. E che poesia il motore dell'epoca così ben utilizzato.(Mauro Donzelli - Comingsoon.it)
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Sempre questione di velocità, di concentrare il rischio e tanti gesti in pochi istanti e compiere scelte decisive attraverso il puro istinto. Enzo Ferrari era un corridore, prima di diventare un’icona e sicuramente prima di portatore come imprenditore verso la gloria del mito un marchio con il suo nome. Dopo molti anni di tentativi abortiti, Michael Mann a 80 anni compiuti presenta finalmente la sua visione di biopic. Ma non definitelo così che potrebbe non prenderla bene, e con ragione. Proprio come quando i suoi piloti si lanciavano a piena velocità, Ferrari condensa il destino di un uomo, molte delle emozioni umane che tanti di noi spalmano in una vita intera in pochissimo tempo. La passione per la velocità e le auto da corsa, ovviamente, ma anche il dolore, la perdita e la crisi della sua creatura.

L’anno cruciale è il 1957, quando Ferrari, ormai ex pilota dedito alla costruzione di auto da corsa sempre più celebri, in piena competizione con Lamborghini dalla sua Modena, sta vivendo una profonda crisi professionale, con la casa di Maranello in grave difficoltà con il rischio concreto di non superare il decimo anno dalla fondazione, e personale, con le grandi difficoltà del matrimonio con la moglie Laura. Il tutto acuito dal dolore per la perdita del loro unico figlio, Dino, l’anno prima, e la scoperta della moglie dell'esistenza del piccolo Piero, bambino nato da una relazione extra coniugale ma stabile di Ferrari con un’altra donna. Come uscire da questo tunnel di negatività? Come nel suo stile, vincendo alla grande la Mille Miglia di quell’anno, storica e popolare corsa per le strade del paese.

Mann si avvicina con molto rispetto e attenzione alla vicenda, con la cura di un antropologo che affronta i misteriosi segreti di un quadrilatero di pochi chilometri e molta passione, in cui la velocità, le automobili e il tentativo di emergere con l’ingegno e l’eccellenza dalla crisi della guerra creano una fertile instabilità permanente. Le auto sono ricostruite con attenzione, uguali alle originali, i motori non potevano che essere quelli dell’epoca, su tutti il mitico v12 raccolto da molti microfoni, capace di ruggire con poesia e una certa arroganza minacciosa. Le scene della Mille Miglia sono allo stesso tempo appassionanti e credibili, ma anche capaci di rendere l’epoca lontana, con qualche scattosa imperfezione ad ampliare il rischio di un’era pioneristica dell’automobile sportiva, in cui le protezioni erano praticamente inesistenti e si veniva catapultati subito in aria e lontano, anche perché la cintura di sicurezza era ritenuta controproducente. Si temeva soprattutto il rischio che prendesse fuoco l’abitacolo.

Il mondo raccontato è quello dell’Italia di provincia degli anni ’50, in cui la condizione femminile era relegata al supporto o all’attività domestica nell’ombra, che fossero la madre, implacabile e ben poco empatica nei confronti della moglie (Penelope Cruz) o dell’amante “regolare”, e presto nota anche dalla consorte, interpretata da Shailene Woodley. Tanto Adam Driver introietta in pieno la carrozzeria apparentemente inscalfiibile del volto di Ferrari, mascella serrata e muscoli facciali raggelati, quanto la moglie si riserva con irritazione il ruolo di rispondere al telefono a chi cerca il marito assente e di lanciargli stoccate senza appello una volta tornato. Fino a che la crisi diventa finale, mette a rischio anni di amore sincero e l’esistenza stessa della coppia e dell’azienda. A quel punto l’istinto di protezione interviene, in uno dei pochi dialoghi che va in profondità in un film con molti ruggiti e silenzi. Un momento - molto bello - in cui la parola prende il proscenio e rivendica un passato insieme da non sprecare.

Girato con la consueta sapienza da Mann, il film alimenta con frenetica alternanza le tante relazioni di Ferrari, in preda a una frenesia del fare amplificata sicuramente dalla disperazione tutta interiore per la perdita del figlio. Costruito come un melodramma, senza scadere nei luoghi comuni dell’americano nella terra dell’opera lirica, appassiona e sconvolge. Come quando una passione come quella per le auto lanciate in velocità lascia spazio al suo lato oscuro, al dramma e alla morte come continua presenza sul sedile accanto, pronta a smorzare sogni di gloria e deliri di onnipotenza.

di Mauro Donzelli
critico e giornalista cinematografico
intervistatore seriale non pentito