Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 C'è ancora domani (C'è ancora domani)

 
pic_movie_1716   NUM   1716  
  DATA E CINEMA   2023.11.21 KAPPADUE (CINEF 59-08)  
  RASSEGNA   CINEFORUM CHAPLIN  
 
     
  REGISTA   Paola Cortellesi  
  ATTORI   Paola Cortellesi, Valerio Mastandrea, Emanuela Fanelli, Vinicio Marchioni, Giorgio Colangeli, Romana Maggiora Vergano, Francesco Centorame, Lele Vannoli, Paola Tiziana Cruciani, Yonv Joseph, Alessia Barela, Federico Tocci, Priscilla Micol Marino, Maria Chiara Orti, Silvia Salvatori, Mattia Baldo, Gianmarco Filippini  
  PRODUTTORE   Wildside, Vision Distribution  
  SCENEGGIATORE   Furio Andreotti, Giulia Calenda, Paola Cortellesi  
  COMPOSITORE    
  PAESE   Italia  
  CATEGORIA   Drammatico  
  ANNO   2023  
  DURATA   118 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   https://www.comingsoon.it/film/c-e-ancora-domani/63365/scheda/  
 
 
 

DESCRIZIONE   C'è ancora domani, film diretto da Paola Cortellesi e sua opera prima, è ambientato nella seconda metà degli anni '40 a Roma e racconta la storia di Delia (Paola Cortellesi), sposata con Ivano (Valerio Mastandrea), da cui ha avuto tre figli. La donna riveste esclusivamente i ruoli di moglie e madre e tanto basta per definirla.

La Capitale è divisa in due: da una parte c'è la spinta positiva, data dalla Liberazione; dall'altra, invece, la miseria che la guerra si è lasciata alle spalle. Ivano è il capofamiglia, nonché capo supremo e padrone, che lavora duramente per portare qualche soldo a casa. Non perde mai l'occasione per sottolineare la cosa, talvolta con un tono sprezzante e altre volte affermandolo direttamente tramite l'uso della cinghia. L'unica persona per cui nutre rispetto è quella canaglia di suo padre, noto come il Sor Ottorino (Giorgio Colangeli), un anziano rancoroso e spesso tirannico, di cui Delia si occupa come se fosse la sua badante. L'unica in grado di recare sollievo alla donna è l'amica Marisa (Emanuela Fanelli), con la quale si lascia andare a qualche momento di leggerezza e di confidenze intime.

Con l'arrivo della primavera l'intera famiglia è in fermento per il prossimo fidanzamento della primogenita, Marcella (Romana Maggiora Vergano). La giovane spera di convolare a nozze con un bravo ragazzo, proveniente dal ceto borghese, Giulio (Francesco Centorame), liberandosi così dal peso della sua famiglia imbarazzante. Anche Delia ripone le stesse speranza di sua figlia, nonostante abbia accettato per sé la vita che le è toccata, aspira a un matrimonio con un buon partito per sua figlia. Quando le giunge, però, una misteriosa lettera, un forte coraggio nascerà nella donna madre e moglie, determinata a rovesciare quei piani fino ad allora prestabiliti e poter finalmente immaginare un futuro migliore, non soltanto per sé stessa.

PANORAMICA SU C'È ANCORA DOMANI
C'è ancora domani segna il debutto dietro la macchina da presa di Paola Cortellesi, che interpreta anche la protagonista del suo primo film da regista. L’opera è stata presentata in anteprima e in concorso alla Festa del Cinema di Roma 2023, ottenendo diversi riconoscimenti, tra cui il Premio speciale della giuria, una Menzione speciale come miglior opera prima e il Premio del pubblico. Il soggetto del film parte da un’idea della stessa Cortellesi, che ha preso in parte ispirazione dai racconti della propria nonna, vissuta nel secondo dopoguerra a Roma. La sceneggiatura è stata composta dalla regista insieme alla collaborazione di Giulia Calenda e Furio Andreotti, quest’ultimo sceneggiatore di diverse pellicole interpretate dalla Cortellesi, tra cui Come un gatto in tangenziale (2017) e la serie tv Petra (2020). Le riprese hanno avuto luogo a Roma: le scene in esterna sono state girate nel rione Testaccio, mentre quelle interne presso gli storici studi di Cinecittà. Nel cast vediamo la presenza di diversi volti noti del cinema italiano, tra cui Valerio Mastandrea, che interpreta il violento capofamiglia Ivano, nonché Emanuela Fanelli nei panni dell’amichevole Marisa. Al botteghino il film ha ottenuto un successo strepitoso, raggiungendo il ventunesimo posto nella classifica dei film con il maggiore incasso in Italia di sempre.
 

COMMENTO   Paola Cortellesi dedica il suo primo film da regista a tutte quelle donne che, tanto nel secolo scorso, quanto nel presente, affrontano a testa alta le fatiche quotidiane e una società patriarcale che chiude gli occhi di fronte alla violenza domestica, sia essa fisica o psicologica. L'attrice si ritaglia il ruolo principale e mescola abilmente la commedia al dramma. Il suo non è un film manifesto, ma la storia in bianco e nero di una madre e moglie di nome Delia che sogna una vita diversa e a suo modo abbraccia la modernità. Bravissimi e sempre a fuoco Valerio Mastandrea, Giorgio Colangeli ed Emanuela Fanelli. (Carola Proto - Comingsoon.it)
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Ci sono donne che hanno fatto la storia e donne che la storia l'hanno attraversata senza lasciare traccia. Ci sono scienziate, poetesse, scrittrici e sante che sono andate contro corrente, lasciando preziose testimonianze alla posterità, e madri e mogli che sono state eroine della quotidianità, che hanno cresciuto figli e sono rimaste in piedi con il grembiule mentre il resto della famiglia mangiava. Ogni tanto, spalancando la finestra per far entrare la luce, hanno sospirato e sognato un vestito nuovo o un marito affettuoso proprio come Delia di C’è ancora domani, che somiglia alle nostre nonne e bisnonne e che per Paola Cortellesi rappresenta le donne di metà Novecento che non sono state abbastanza celebrate, o forse sarebbe meglio dire ricordate, prima di tutto per aver tenuto duro in un mondo nel quale contavano meno degli uomini e non avevano i loro stessi diritti.

Avendo seguito la carriera di attrice e in particolare di sceneggiatrice della Cortellesi, immaginavamo che avrebbe fatto un primo film dedicato alle donne, perché lo splendido monologo, la sera dei David di Donatello 2020, sulle parole che al maschile hanno un significato e al femminile un altro già conteneva il bisogno dell'attrice di dar voce a chi si è sentita dire "stai zitta, cretina" o "non capisci niente" da un marito, un fidanzato o un padre. C'è ancora domani, però, non è un roboante grido di protesta, una palla di cannone sparata contro l'intera popolazione maschile del pianeta. No, Paola conserva sempre la sua dolcezza di donna e di mamma, e da un lato parla il linguaggio della commedia, che conosce bene, mentre dall'altro colloca la vicenda di Delia e di Ivano - che appena si sveglia dà uno schiaffo alla moglie - nel lontano 1946, in una Roma in cui i soldati americani rimasti regalano ancora la cioccolata e le donne fanno la fila davanti all'alimentari sperando che la pastasciutta del giorno non siano i cannolicchi, che vengono molto meglio in brodo.

Nell'universo popolare e povero di Delia e di suo marito Ivano, le generazioni maschili sonosi somigliano tutte, e ognuna sembra avere un motivo valido per usare la violenza, sia essa fisica o psicologica, perché anche il possesso e il non ascolto sono una forma di violenza sulle donne, oltre che una mancanza di rispetto. Che poi Delia è molto più solida del marito, che è ottuso, indolente, iracondo, che si vergogna di essere povero e giustifica la propria rabbia dicendo: "Ho fatto due guerre". Poi c’è il fidanzato della figlia di Delia, che non vuole che la sua futura sposa si trucchi né che lavori, e Sor Ottorino alias il papà di Ivano, un vecchio tirannico, burbero e chiassoso. A lui, o meglio a Giorgio Colangeli che lo interpreta, è affidata la comicità del racconto, così come all'amica del cuore Emanuela Fanelli, e il cambio di tono serve quasi sempre a stemperare qualcosa che gli occhi non vorrebbero vedere o le orecchie non vorrebbero sentire. Ma questo qualcosa purtroppo c'è, esiste e va mostrato, e può diventare un numero di ballo, una routine mattutina, un livido che all'improvviso scompare, come se fossimo in un racconto fantastico o qualcuno avesse fatto un miracolo. E non a caso nella colonna sonora del film Paola Cortellesi ha voluto La sera dei miracoli di Lucio Dalla, probabilmente perché sulla nave di cui parla la canzone Delia ci salirebbe volentieri, magari insieme al meccanico Nino che l'ha sempre amata o a quel soldato dai denti bianchissimi che si esprime in una lingua incomprensibile. Ma il miracolo, o comunque un cambiamento, significa scardinare un sistema, e farcela da soli è impossibile. Ma il futuro ha fatto una promessa a Delia, solo che non possiamo e non vogliamo dire in cosa consista.

Non è una guerra all'altro sesso in C'è ancora domani, ma solo la presa di coscienza di uno status quo che ancora esiste, e la continuità fra passato e presente è suggerita dalla scelta felice, da parte della regista, di accompagnare il film con brani musicali moderni, sempre coerenti con ciò che si sta narrando ma che, accostati al bianco e nero della fotografia, danno a C’è ancora domani una connotazione pop che lo rende diverso da tutto ciò che abbiamo visto fino a ora. Niente viene lasciato al caso nel film e gli attori sono tutti a fuoco, a cominciare da Valerio Mastandrea, alle prese con un personaggio tutt'altro che facile e simpatico.

È una donna da cui prendere esempio Delia dal cuore grande? Forse un po’ sì, perché è sempre capace di rialzarsi. Di sicuro le Delie di oggi si rialzano con maggiore facilità, perché sono più battagliere e più tutelate dalla legge, però devono fare attenzione a non mettere in discussione i loro desideri e le cose in cui credono, perché a forza di avere accanto uomini sempre pronti a svilirle, umiliarle, mortificarle e svalutarle, perdono perfino la certezza di essere nel giusto. Il film della Cortellesi è dedicato anche a loro. Sarebbe bello se funzionasse un po’ da chiamata alle armi, e se le parole di Delia "C'è ancora domani" diventassero una specie di manifesto come il "Domani è un altro giorno" di Rossella O'Hara in Via col vento. Le due frasi non significano proprio la stessa cosa, ma entrambe invitano a credere nella propria resilienza, a non perdere mai la speranza e ad anelare alla libertà.

di Carola Proto
Giornalista specializzata in interviste
Appassionata di cinema italiano e commedie sentimentali