Lista visioni cinematografiche di Luciano


 
 Felicità (Felicità)

 
pic_movie_1705   NUM   1705  
  DATA E CINEMA   2023.09.25 FIUME  
  RASSEGNA    
 
     
  REGISTA   Micaela Ramazzotti  
  ATTORI   Micaela Ramazzotti, Max Tortora, Anna Galiena, Matteo Olivetti, Sergio Rubini  
  PRODUTTORE   Lotus Production con Rai Cinema  
  SCENEGGIATORE   Micaela Ramazzotti, Isabella Cecchi, Alessandra Guidi  
  COMPOSITORE   Carlo Virzì  
  PAESE   Italia  
  CATEGORIA   Drammatico  
  ANNO   2023  
  DURATA   104 minuti  
  LINGUA    
  SOTTOTITOLI    
  URL   https://www.comingsoon.it/film/felicita/61879/scheda/  
 
 
 

DESCRIZIONE   Felicità, film diretto da Micaela Ramazzotti, incentrato sulla battaglia che si deve affrontare quando ci si vuole salvare da legami familiari disturbati. Racconta la storia di una famiglia disfunzionale, composta da genitori egoisti e manipolatori, che formano una sorta di mostro a due teste, che priva i propri figli di ogni possibile speranza di libertà futura. L'unica che può salvare Claudio da questo destino è sua sorella Desirè, decisa a combattere contro ogni convinzione e privazione in nome dell'unica forma di amore che conosce e pur di raggiungere un briciolo di felicità.
Nel cast del film, oltre alla stessa Micaela Ramazzotti, troviamo Max Tortora, Anna Galiena, Matteo Olivetti e Sergio Rubini.
 

COMMENTO   Un personaggio che somiglia a molti altri interpretati in passato come attrice, quello di Desiré, con cui Micaela Ramazzotti esordisce dietro la macchina da presa. La storia di una sorella e un fratello che si portano dietro il trauma di una famiglia manipolatoria e egoista, in cerca di costruirsi una loro identità e la libertà di esprimere quando per troppo tempo soffocato. Molta carne al fuoco, qualche urla di troppo, ma una sincerità ammirevole nelle interpretazioni e nell'umanità della storia. (Mauro Donzelli - Comingsoon.it)
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Non si ferma un attimo, Desirè. Si divide senza sosta fra famiglia, fidanzato e lavoro. Un personaggio che Micaela Ramazzotti ha in passato interpretato più volte, fino quasi a farlo diventare un marchio di fabbrica del nostro cinema. Una donna proveniente da un contesto popolare, piena di forza nel cercare di vincere le infinite battaglie quotidiane di chi vuol rimanere a galla, specie se donna. La particolarità di Felicità è il suo passaggio (anche) dietro la macchina da presa, dimostrando ancora più energia in una storia di disagio familiare che rievoca La Pazza gioia, film di Paolo Virzì in cui se la cavava alla grande al fianco di una straordinaria Valeria Bruni Tedeschi. In comune c’è quantomeno la sensibile sincerità con cui viene trattato il disagio mentale, a cui aggiunge però molte altre (troppe) sovrastrutture. Il film infatti procede con un accumulo di tensioni e disdette, se non disgrazie, partendo da un elemento perturbante nell’infanzia di Desiré e del fratello.

È la famiglia, sono i genitori, ossessionati e tossici, egoisti e sempre pronti a rimproverare i figli per ogni insuccesso personale. Ma soprattutto troppo attenti alle apparenze e all’immagine all’esterno per ammettere una violenza che ha segnato la vita di una Desirè poco più che bambina. Una classica dinamica in cui vengono scaricate alle generazione successive le inadeguatezze proprie. Due personaggi di misera piccolezza, ma come tutti gli altri visti con uno sguardo in fondo umano, mettendone in risalto anche le fragilità e non solo le piccolezze, a cui Max Tortora regala il consueto carico di verità e credibilità. Se i decibel si alzano spesso e la catena di errori porta sempre più a fondo questa famiglia “storta”, Felicità rimane a galla grazie ai suoi attori e a una sincerità che non ha paura del ridicolo senza abusarne troppo.

C’è un baratro a dividere la nuova famiglia di Desiré e quella che non riesce mai ad abbandonare fino in fondo, per il suo bene; fra il borghese e colto professore con cui è fidanzata, Bruno (Sergio Rubini), e la famiglia popolana e manipolatoria (composta dai genitori Max Tortora e Anna Galiena) che ha soffocato ogni speranza di libertà per lei e per il fratello Claudio (Matteo Olivetti).

Fin troppo caricati e caratterizzati sono questi due estremi, mentre a spiccare, per la violenza del sentimento e la disperazione di una lotta che sembra senza speranza, è il rapporto fra fratelli. L’obiettivo è certo la felicità evocata dal titolo, ma in fondo anche la pazza gioia di prendere atto delle debolezze e le fragilità, per farsi forza insieme e cercare di superarle.

di Mauro Donzelli
critico e giornalista cinematografico
intervistatore seriale non pentito